Forti e Salis: le due facce del governo

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Antonio Padellaro
Fonte: Il Fatto Quotidiano

Forti e Salis: le due facce del governo

Nel mio mondo sbagliato il padre di Ilaria Salis non avrebbe dovuto attaccare frontalmente il governo italiano dopo la concessione degli arresti domiciliari alla figlia da parte della giustizia ungherese. Nel mio mondo sbagliato non posso escludere, con assoluta certezza, che il governo italiano abbia dato un suo contributo, sia pure minimo, alla positiva soluzione della vicenda. O che, comunque, non sia stato d’ostacolo. Nel mio mondo sbagliato penso a Ilaria Salis e mi viene in mente Charlie Brown che dedica un libro a tutti gli amici di cui ha bisogno. Poiché, sempre nel mio mondo sbagliato, Ilaria Salis nel percorso accidentato che ancora l’attende per ottenere una giustizia giusta in Italia potrebbe avere bisogno di tutti gli amici che ha. E, forse chissà, anche dei non amici, a cominciare dal governo italiano che, seppure maltrattato dal padre di Ilaria Salis, potrebbe esercitare sul governo ungherese le necessarie pressioni per non causare altro dolore a Ilaria Salis e ai suoi cari. Nel mio mondo sbagliato mi interrogo sulla candidatura europea di Ilaria Salis con Alleanza Verdi e Sinistra: se e in che misura essa abbia potuto influenzare il giudizio negativo sul governo italiano del padre di Ilaria Salis (ma per non sbagliare ulteriormente non vado oltre).

Nel mio mondo sbagliato fioccano le domande sulla premier corsa in aeroporto, a Pratica di Mare, per accogliere Chico Forti, il 65enne trentino rilasciato nei giorni scorsi da un carcere della Florida dopo una lunga detenzione per omicidio. Legittimo e comprensibile che Giorgia Meloni si sia dichiarata “fiera del governo” per avere ottenuto dalle autorità americane il trasferimento in Italia di un cittadino italiano. Ma quando è il presidente del Consiglio in persona ad accogliere chi è stato condannato all’ergastolo dalla giustizia americana, in un Paese cioè dove, fino a prova contraria, vige lo Stato di diritto, almeno un paio di interrogativi sorgono spontanei. Giorgia Meloni (e l’esultante Guardasigilli Nordio) è corsa a Pratica di Mare perché convinta che Chico Forti sia vittima di un clamoroso errore giudiziario? E che dunque, grazie al governo italiano, egli sia stato sottratto a una detenzione atroce e ingiusta? In questo caso ci faccia sapere su quali basi ella, Giorgia Meloni, nutra un simile convincimento. Perché se nel governo italiano nessuno, al momento, può giurare sull’innocenza di Chico Forti egli resta pur sempre il colpevole di un grave omicidio, tanto è vero che sarà trasferito nel carcere di Verona per continuare a espiare la pena. Nel mio mondo sbagliato considero anche la possibile reazione dei familiari di Dale Pike, della cui uccisione la giustizia americana ha ritenuto responsabile Chico Forti. Come avranno accolto essi la notizia sulla accoglienza riservata dal governo italiano a colui che un tribunale della Florida ha ritento responsabile dell’omicidio del loro familiare? E se, come è probabile, non avranno esultato, convinti che Chico Forti non sia la vittima di un errore giudiziario, quale giudizio si sentiranno di esprimere costoro nei confronti di un presidente del Consiglio italiano che si reca in aeroporto per accogliere colui che fino a prova contraria è stato giudicato l’assassino di una persona cara? Infine, sempre nel mio mondo sbagliato, non vedo perché l’accoglienza riservata a Chico Forti non vada estesa anche a Ilaria Salis quando, speriamo presto, ritornerà in Italia. A meno che, pure in questo caso, non esista un nesso tra la presenza di Giorgia Meloni a Pratica di Mare e le imminenti elezioni europee (ma, per non sbagliare ulteriormente, mi fermo qui).
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