Fonte: La Repubblica
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di Annalisa Cuzzocrea – 26 gennaio 2015
Sostiene Rino Formica che in questo momento “due sole personalità sono in condizioni di poter fronteggiare una gravissima situazione interna e istituzionale: Giuliano Amato e Romano Prodi”. L’ex ministro delle finanze socialista, chiamato – con ammirazione – “il matto” ai tempi in cui coniava espressioni come “corte di nani e ballerine”, è convinto che Matteo Renzi vorrebbe al Colle “uno scendiletto”, ma “in questo Parlamento non passerà mai”.
Chi ha più possibilità?
“Prodi si è molto usurato nella lotta politica interna del suo partito”.
Lo hanno usurato, forse?
“È che lui è un vendicativo, non so se un controvendicativo o un vendicativo originario. Quanto ad Amato, ha sicuramente i numeri per essere il garante di un equilibrio interno e di un’autorevole e dignitosa posizione all’estero. Voglio ricordare a quei socialisti che si dividono sul suo nome che stiamo parlando del capo dello Stato, non del segretario del Psi. Come tale non lo voterei, come presidente sì, anche se non ha l’unanimità delle cancellerie estere”.
Perché?
“È un occidentale, europeista convinto, incarna i valori delle società libere. La sua collocazione politica è conseguente alla sua storia culturale, quella di un europeismo che ha anche i suoi confini”.
E Veltroni?
“Niente contro, ma son pulcini. Qui si tratta di fronteggiare una situazione esterna complicatissima. Non parliamo di un premier, che è una figura revocabile, ma di una posizione di stabilità istituzionale che dura sette anni e che presiede il consiglio superiore della Difesa e il Csm nel momento in cui l’Europa ha la guerra alle porte e ci sono conflitti tra magistratura e poteri dello Stato e tra centro e periferia. Solo l’improvvisazione fanciullesca e avventuristica di Renzi può affrontare con faciloneria questo passaggio”.
Cosa pensa del premier?
“È il portatore consapevole di un virus destabilizzante, introdotto prima nel Pd e ora nel governo. Il duo B-R deve risolvere problemi che non c’entrano con il Paese, con l’Europa o con l’equilibrio politico. Renzi ha bisogno di normalizzare la sua situazione interna e Berlusconi ha bisogno di normalizzare il plotone della guardia imperiale che in Parlamento cura i suoi interessi. Per questo, il premier non può che andare in cerca di un personaggio della ditta pronto a distruggere la ditta”.