Forma partito e antropometria

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini
Fonte: facebook
di Fausto Anderlini – 15 marzo 2016
Stavo pencolando in via Petroni quando un particolare inaudito mi ha tratto dalle tristi meditazion nelle quali ero assorto. C’era una bacheca con L’Unità e in una pagina faceva la sua bella figura un articolo di Umberto Ranieri. Questo scritto Iniziava citando una frase della mia amica Palmerini a proposito della ricorsiva vacuità delle polemiche riguardanti il Pd e la sinistra. E dandole ragione proseguiva dicendone di ogni contro D’Alema finendo in crescendo sull’ineluttabilità della globalizzazione, sulla necessità di liberarsi dei vecchi riferimenti sociali, sull’allargamento del campo politico, sulle novità della modernità ecc. ecc. Insomma un apologo sintetico, quanto assiomatico, sulla bontà del ‘partito della nazione’.
Ho conosciuto da vicino costui, il delfino napoletano non molto fortunato di Re Giorgio, per quanto abbia sfangato più di una legislatura. Occhiali, barba coltivata, volto squadrato e regolare, vagamente schwarzeneggeriano, voce afona e incline al falsetto, eloquio monocorde e privo di sprazzi, immane senso dello Stato e della Nazione, amore per la punteggiatura e idolatria di ogni moderazione, sino a una forma pervicace di estremismo di centro. Un napoletano con animo piemontese, quasi liberal-bismarkiano, come i liberal-monarchici che un tempo infestavano la città sotto il Vesuvio. Soprattutto ricordo le ossa frontali molto pronunciate e una capigliatura folta e stopposa. Ci sono due tipi di bellezze per me repellenti: quelle squadrate e quelle ovoidali. Mi dovete scusare ma io oramai son diventato un marxista sessista e lombrosiano. Gira e rigira, l”istanza sintetizzatrice della concretezza apparente è divenuta imperiosa.
Lo so che potrebbe sembrare una depravazione, soprattutto dopo il trattamento riservato alla Bedori e alla Meloni, nonchè, qui da noi, alle giovani donne del Labas e del Tpo. Ma io non riesco più ad avvalermi di altro metro di giudizio che esuli dalla corretta osservazione morfologica dell’anatomia umana. La società politica è diventata un obitorio e la medicina legale la sua scienza.
foto di Fausto Anderlini.
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