Follini: riforma senza equilibrio da democristiano voto NO

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Monica Guerzoni
Fonte: Il corriere della sera
Url fonte: http://www.corriere.it/digital-edition/CORRIEREFC_NAZIONALE_WEB/2016/05/23/9/follini-riforma-senza-equilibrio-da-democristiano-mi-opporro_U431801028725144MhE.shtml

Intervista a Marco Follini di Monica Guerzoni sul Corriere della sera – 23 maggio 2016

 « Sarà il no di un democristiano, il mio».

Ma lei, Marco Follini, non è un filogovernativo?

«È vero, sono un animale di Palazzo — risponde l’ex leader dell’Udc, che nel 2013 ha lasciato il Pd —. Mi sento sideralmente lontano dalla maggior parte di politici che fanno opposizione a Renzi, ma sulla riforma istituzionale non ho dubbi. Il mio sarà un no, garbato e costruttivo».

Mandare a casa il premier è costruttivo?

«Non lo vivo come un plebiscito e neppure come Armageddon, è il giudizio su una riforma e sulla filosofia istituzionale che la anima».

Troppo potere a un uomo solo?

«Io credo che l’esigenza principale è la costruzione di un equilibrio, non la blindatura di una leadership. E poi questa riforma si porta in pancia l’Italicum. Nell’ansia di proclamare un vincitore la sera del ballottaggio, un partito votato dalla meno esigua minoranza di elettori si prende tutto il piatto. Nella speranza che quel partito sia il Pd e con il rischio, invece, che sia un altro».

Ha sbagliato Renzi a personalizzare la sfida?

«La stessa distanza ragionevole e furba che Renzi sta mettendo tra sé e i candidati sindaci del Pd andrebbe conservata rispetto a un quesito referendario che non può essere il giudizio di Dio. Io contesto una filosofia che è molto attenta al problema del governo e non lo è altrettanto ai partiti e al Parlamento».

Meno peso al Parlamento?

«C’è un tratto di presidenzialismo camuffato. Il problema non è la speditezza con cui il governo attua il suo programma, è l’abisso che oggi separa l’elettorato dalla sua rappresentanza. Il combinato disposto tra una riforma costituzionale discutibile e una legge elettorale indiscutibilmente arbitraria, rende velenosa la pozione distillata negli alambicchi di Palazzo Chigi. Se vincono i no, occorrerà ripensare una architettura sbilenca».

Si sente a suo agio con Berlusconi, Salvini e Grillo?

«Io con la maggior parte di coloro che votano no, non uscirei la sera dopo il tramonto. Ma a Renzi consiglierei di usare il tema del referendum con più parsimonia. Non vorrei che i machiavellici inventori dell’Italicum, in virtù della eterogenesi dei fini, si rivelassero involontari apprendisti stregoni del grillismo».

La Boschi ha sbagliato sui partigiani?

«Vedo che Renzi evoca Berlinguer e la Boschi si appella ai “veri” partigiani. Dagli araldi della rottamazione mi aspetterei argomenti più al passo coi loro tempi».

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