Flavia Perina: “Ustica, perché Amato parla solo ora? – E’ diventato un patriota?”

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Flavia Perina
Fonte: La Stampa

Flavia Perina: “Ustica, perché Amato parla solo ora? – E’ diventato un patriota?”

La destra che applaudì Bettino Craxi a Sigonella, la destra che ha guardato male le carinerie di Giorgia Meloni con Joe Biden nel viaggio americano, la destra che rimugina su certi eccessi di zelo nell’adesione alla guerra ucraina, ritrova nell’intervista di Giuliano Amato sulla strage di Ustica molti dei suoi argomenti del cuore: la critica all’antica sudditanza italiana verso l’alleanza atlantica e gli Stati Uniti, le tragedie sepolte in quella lunga stagione di minorità politica e istituzionale, l’interesse nazionale tradito dalla ragion di Stato, anzi di Nato. E non è un caso che Giorgia Meloni riservi alla contro-verità sulla strage squadernata dall’ex presidente del Consiglio un commento rispettoso (“merita attenzione”), smentendo autorevoli dirigenti del suo partito che già lo accusavano di aprire bocca per mettere in difficoltà il governo nelle sue relazioni internazionali.

L’Amato “patriota” che torna in campo sollecitando un’operazione-verità sul disastro aereo del 1980 pone sicuramente un problema al governo, ma apre anche nuove opportunità alla presidente del Consiglio e soprattutto a se stesso. Il problema è chiaro. Amato sposta la questione Ustica dal terreno giudiziario (l’ultima inchiesta sta per essere archiviata dalla Procura di Roma) a un contesto più largo che ha a che fare con la posizione italiana rispetto agli alleati e contiene una domanda molto precisa: ora che la Guerra Fredda è storia, ora che gli anni dei misteri italiani sono sepolti insieme a gran parte dei loro protagonisti, ora che le alleanze sono (in teoria) più trasparenti e libere e che l’Italia ha acquisito crediti non indifferenti con la sua posizione sul conflitto ucraino, adesso, alla luce di tutto ciò, è finalmente possibile rivendicare dai Paesi amici un atto di sincerità su quel disastro? La Nato, ragiona Amato con insolita veemenza, a quarant’anni dai fatti avrebbe il dovere di chiarire per non apparire “ancor più disumana”. Il giovane presidente Macron, “anche anagraficamente estraneo alla tragedia di Ustica”, avrebbe ogni interesse di sollevare “l’onta che pesa sulla Francia”. E dunque, ecco insieme al problema anche l’opportunità che potrebbe cogliere la nuova Italia del patriottismo e dell’orgoglio nazionale: uscire con un atto di fierezza dalla stagione in cui – parole di Amato – tra fedeltà alla Nato e fedeltà alla Costituzione prevaleva la prima, sottomettendo ogni singolo potere, politica, magistratura, governi, a verità confezionate per non turbare equilibri. Di quella stagione Ustica fu, secondo la versione di Amato, la massima espressione. Un agguato aereo francese per abbattere Muhammad Gheddafi sotto la copertura di esercitazioni Nato. Una soffiata al presidente libico, che neanche si imbarca. Un Mig di Tripoli che per sfuggire ai missili si nasconde dietro al Dc9 dell’Itavia in volo sui cieli siciliani. Il missile fatale che centra l’aereo civile, 81 morti innocenti, e poi una catena di depistaggi per nascondere la vera natura della tragedia.

Giorgia Meloni dovrà decidere se dar seguito o no agli interrogativi posti dal suo predecessore e alle azioni che suggerisce, se archiviarli come un problema troppo grosso o se utilizzare l’occasione per rilucidare la sua stella di premier libera e soggetta solo agli interessi della nazione. Ma, comunque vada e qualsiasi sia l’esito della sua denuncia, Giuliano Amato uscirà dalla vicenda con un luccichio nuovo sull’abito di riserva della Repubblica che indossa da sempre. Non più un giurista prestato alla politica, non più il dottor Sottile esperto in cavilli e appesantito da ricordi imbarazzanti come il prelievo forzoso dai conti correnti degli italiani, non più l’eterno candidato sconfitto nella corsa alla Presidenza della Repubblica, ma l’autorevole personalità che forte del suo ruolo istituzionale, dei suoi ricordi, delle testimonianze che ha raccolto, della sua storia, chiede verità in nome della dignità italiana. Un patriota, appunto, che nell’Italia dei patrioti può tornare a coltivare ambizioni.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.