Fonte: huffingtonpost
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di Giulio Marcon 12 maggio 2017
Mercoledì scorso il PD e il suo governo hanno fatto passare una mozione alla Camera dei deputati sul fiscal compact di rara ipocrisia e ambiguità.
Come si sa entro quest’anno il fiscal compact andrà inserito nell’ordinamento giuridico europeo, cioè nei trattati. Il fiscal compact prevede il pareggio di bilancio, la riduzione dello stock di debito al 60% del PIL e (in attesa di raggiungere il pareggio di bilancio) un rapporto deficit-PIL al 3%: vincoli che sono la Bibbia delle politiche di austerità di questi anni. Queste politiche hanno impoverito l’Europa, aumentato gli squilibri regionali, portato l’economia nella stagnazione, smantellato i sistemi del welfare. In nome delle cosiddette riforme strutturali è stato precarizzato il mercato del lavoro (come con il Jobs Act), fatte le privatizzazioni, ridotta la spesa sociale.
Il rodomonte Renzi ha più volte tuonato nell’ultimo anno contro l’inserimento del fiscal compact nei trattati europei. Il PD chiederà al governo di mettere il veto, ha detto. Bene, abbiamo pensato.
Poi, il 16 febbraio il Parlamento europeo approva una risoluzione che (al paragrafo 22) afferma: “integrare il fiscal compact nei trattati europei”. Che fanno i parlamentari europei del PD? Votano a favore. Forse si saranno sbagliati, qualcuno pensa. No, perché invece deputati europei del PD rivendicano la giustezza di quel voto.
Ma la mano sinistra non fa quello che fa la mano destra. Alla Camera dei deputati, mercoledì scorso, il capogruppo Rosato insieme ai rappresentanti degli altri gruppi di maggioranza presenta una mozione (poi approvata) che invita a “sostenere in sede europea l’opposizione all’incorporazione del contenuto del Fiscal Compact nell’ordinamento giuridico dell’Unione europea”. Il parere del governo è positivo.
Bene pensiamo (anche se “sostenere l’opposizione” non è come “mettere il veto”) che anche in questo caso ci sbagliamo. Il vice Ministro Morando dice che dà parere favorevole a questa mozione, perché dobbiamo rivedere i meccanismi di calcolo (del PIL, della disoccupazione strutturale, dell’output gap) che sarebbero svantaggiosi per l’Italia. Uno si va poi a vedere la mozione del PD e capisce perché il governo abbia dato parere favorevole: i principi del fiscal compact (il pareggio di bilancio e le politiche di convergenza sul bilancio e il deficit) non vengono messi in discussione.
Cioè, Renzi e il PD fanno finta di fare la voce grossa contro il fiscal compact, ma non ne mettono in discussione principi e politiche. Ci sarebbe invece un’unica cosa da fare: sospendere l’applicazione del fiscal compact e togliere il pareggio di bilancio dall’articolo 81 della Costituzione. Ma questo il PD e il governo non lo faranno mai e non c’è scritto nelle loro risoluzioni.