Fonte: Facebook Danilo Gruppi
di Danilo Gruppi – 18 dicembre 2016
A fine anno andrò in pensione
Per coerenza ho lasciato nei giorni scorsi il Comitato Direttivo della Camera del Lavoro e quello della Cgil dell’ Emilia Romagna.
Dal primo gennaio torno ad essere un semplice iscritto alla Cgil.
Come divenni, poche settimane dopo essere stato assunto in una delle cartiere di Marzabotto, ormai tanti anni fa.
Per me, che venivo allora da una militanza nella sinistra extraparlamentare maturata negli anni della scuola, fu una scelta un po’ strana e dettata dalla curiosità.
Mi convinse a compierla un delegato sindacale, persona mite quanto ferma nelle convinzioni, che ho sempre considerato una sorta di maestro.
Di quegli anni in fabbrica, nonostante la fatica tipica di quel lavoro, provo tuttora una certa nostalgia.
Per il rapporto con i compagni di lavoro, e con gli altri delegati con cui eravamo nel frattempo stati eletti.
La preparazione delle piattaforme rivendicative, le trattative con la proprietà, la soddisfazione di vedere approvati gli accordi.
E le mangiate di tagliatelle all’ ortica a Luminasio per festeggiare tutti insieme.
Poi, dopo, il lavoro sindacale fuori dalla fabbrica .
Lungo quasi quattro decenni.
Un lavoro impegnativo quanto entusiasmante se lo prendi per il verso giusto.
Se non ti fai prendere dal tran tran quotidiano.
Se non perdi mai il gusto dello studio, della ricerca, della sperimentazione.
Se, soprattutto, riesci a conservare la intima convinzione di stare da una parte.
Quella che consideri giusta.
Quella di chi non ha santi in Paradiso e pertanto deve organizzarsi collettivamente per non venire sopraffatto e poter invece avere voce in capitolo.
È storia antica ma anche recentissima.
Con i suoi alti e i suoi bassi.
Aver avuto una particina in una storia simile ha costituito per me un privilegio, il cui senso conserverò a lungo.
