Film di mezzanotte: la maschera del centro-sinistra

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Fausto Anderlini

di Fausto Anderlini – 24 giugno 2017

Se, come sembra, anche orlandiani e cuperliani, con relativi staterelli maggiori, confluiranno nella manifestazione del primo Luglio (oltre a Fassina Turci Prospero e gli amici-compagni del network) in essa si concentrerà praticamente tutto ciò che resta del cd. ‘centro-sinistra’. Attorno al clan di Articolo Uno. Il daimyo contumace della ‘ditta’.

Sicchè la manovra renziana, spalleggiata dai media di regime, di isolare gli ‘scissionisti’ in un innocuo e sterile ridotto oppositivo risulterà miseramente battuta. Ma non solo: la dinamica decompositiva del Pd subirà una ulteriore accelerazione, divenendo palese l’incompatibilità delle opzioni politiche che lo attraversano. Un partito dove una sua parte partecipa ad iniziative ostili verso la leadership ufficiale appena consacratasi, la quale, malgrado la superbia, non può neppure adire a provvedimenti punitivi, è chiaramente sulla soglia di una fibrillazione fatale.

Renzi è in un cul de sac. Come i despoti e i monarchi assoluti non può concedere nuovi Stati Generali senza far mostra di una esiziale debolezza che lo porterebbe diretto alla ghigliottina. Perciò deve procedere, fragile e solitario come un dittatorello spuntato, sulla strada di quell’alleanza organica con Forza Italia che lo fagociterà, lasciando scoperto alla sinistra del Pdr un campo assai più grande di quanto aveva preventivato all’inizio della sua marcia scellerata. Come conseguenza larga parte degli elettori che ancora si riconoscono nel Pd sotto l’autodefinizione del ‘centro-sinistra’ si risveglieranno dal letargo e dal rimbambimento.

Pisapia, l’autodenominato federatore di cui tutti a Milano abbiamo apprezzato la claudicante oratoria, sta funzionando alla perfezione. Come Kagemusha, l’ombra bizzarra del guerriero. Paradossale parafrasi. Perchè qui il Signore defunto è proprio il centro-sinistra. Per una provvidenziale ironia del destino la stessa incommensurabile quanto innocente presunzione dell’ex sindaco di Milano ha finito per offrire a Bersani e ai fuoriusciti in genere la maschera necessaria per la fase di transizione.

Alla fine della quale la presunta restaurazione/resuscitazione del centro-sinistra ulivista, per forza di cose, non sarà altro che la ricostituzione del campo nel quale dovrà organizzarsi la sinistra come forza unitaria e di nuovo autonoma. Che è la grande urgenza. Perchè la crisi del paese spinge verso destra con forza inaudita. La stessa idea di uno stabile ‘tripolarismo’ potrebbe lasciare luogo ad altri scenari. Come mostrano i dati di flusso evidenziati dal Cattaneo in quel di Genova, ad esempio, la tenuta del coacervo dell’alienazione politica trattenuta nella torre d’avorio del M5S potrebbe cedere di schianto riversando sulla destra i propri derivati.

Il panorama non è esaltante, si potrebbe dire rabbrividente, ma la missione che compete al camelloporco è chiara. Diventare corpo solido il prima possibile per reggere lo sciame sismico che scuoterà il paese e il suo sistema politico.

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