di Alfredo Morganti – 11 ottobre 2017
La fiducia è calata come una mannaia sulla testa di chi era pur stato invocato all’alleanza politica in direzione PD. Lo sappiano al Nazareno: a queste condizioni la copertura a sinistra non ce l’hanno mica. Non è con metodi spicci che si ottiene un credito, anche del più propenso a concederlo.
Guardate com’è il destino: i pisapiani rispondono sdegnosamente a Speranza, augurandogli un bel partito del 3%, dopo di che, solo il tempo di voltarsi, muta lo scenario e si ritrovano in mezzo al guado, con le rive che si allontanano, e molto di più quella renziana. Cosa credeva Pisapia, di essere accolto a braccia aperte, che dall’altra parte ci fosse una tipologia umana simile a quella che lo aveva proposto leader mesi or sono? Se adesso gli scattasse un passo indietro, ritornare nei ranghi vorrebbe dire solo accodarsi. Questo è certo. Dopo di che diciamolo, non è che l’unità a sinistra dipendesse solo dalla ritrosia e dalla riluttanza del mancato leader. No.
Lo capiremo meglio nei prossimi giorni, in un senso o nell’altro, ma già oggi non notiamo prodigiosi scatti unitari. Credo persino che siano in molti quelli che non vogliano intraprendere la strada del partito nuovo, ma covino al più il desiderio di fare un listone elettorale salva-soglia e poi si vedrà. Lo scrive anche Daniela Preziosi sul ‘manifesto’ di oggi. Vuol dire che gli inciampi erano anche altri. E speriamo che il terreno si spiani presto. Ognuno ha i suoi Pisapia, in un senso o nell’altro.