di Gian Franco Ferraris, 13 ottobre 2018
Lo ha annunciato aprendo la conferenza annuale degli ambasciatori dell’Ue: Federica Mogherini non cercherà un secondo mandato dopo aver concluso il suo incarico alla guida del Seae, il Servizio Europeo per l’Azione Esterna, nell’autunno del 2019, quando la Commissione Juncker terminerà il suo mandato. Non solo, l’Alto Rappresentante dell’Ue ed ex ministro degli esteri del governo Renzi ha aggiunto che “per me il 2019 non sarà un anno elettorale, perchè ho molto lavoro da fare di qui a un anno”. Quindi, la Mogherini non si candiderà alle Europee 2019. Forse perchè nessuno la candiderebbe.
Modesta riflessione a margine di questa non notizia:
Il governo si lamenta della Commissione europea e di Moscovici; ma ora come allora sembra che tutto sia cambiato ma si ripetono gli stessi errori. Dopo il successo alle europee l’errore madornale di Renzi è stato quello di non reclamare un ministero economico e di non mettere una persona competente, perchè è evidente che l’economia è uno snodo strategico mentre il ministero degli esteri sarà anche prestigioso ma è totalmente irrilevante.
Il governo giallo verde si allea con i sovranisti come Orban e Le Pen, ma anche se vincessero le elezioni europee, per l’Italia non cambierebbe nulla.
nei rapporti tra stati contano i rapporti di forza, nel 1815 al congresso di Vienna Metternich definì l’Italia solo una espressione geografica, sono passati due secoli e siamo di nuovo lì oltretutto con una classe dirigente incompetente a ben vedere tra Renzi e il governo Salvini-Di Maio sono molte di più le cose in comune che i cambiamenti e nella storia dell’umanità l’ignoranza, la stupidità e la crudeltà vanno di pari passo e questa è l’Italia di ieri e di oggi, il declino del Paese proseguirà sino a toccare il fondo – ahimè!
Renzi ha avuto l’occasione quattro anni fa di mettere nell’Unione Europea commissario all’economia persone competenti come Saccomanni, un vero servitore dello Stato, migliore di Tremonti, Padoan o Tria, con i nervi saldi che non avrebbe fatto la figuraccia di Tria, oppure come Enrico Letta, cosa che gli avrebbe consentito di riparare a un torto inferto.
Ricordiamo le accuse di Renzi a D’Alema di voler occupare il posto di ministro degli esteri, ma sicuramente D’Alema sarebbe stato più autorevole, come si evince da queste sue dichiarazioni esemplari sulla Libia altro che Minniti o Salvini:
D’Alema a Reggio: “La vicenda libica è una vicenda abbastanza clamorosa di errori, non italiani in questo caso, perché l’Italia ha contato poco in questa vicenda, ma dell’Europa in generale con alcuni Paesi europei che hanno dato un contributo maggiore. L’Europa ha contribuito a destabilizzare la Libia senza avere alcun progetto su come rimettere insieme quel Paese e senza avere un’idea precisa di cosa sia la Libia.
La Libia è una somma di tribù, è un Paese immenso abitato da un numero relativamente piccolo di abitanti per lo più nomadi. che non ha il senso della Nazione.
Gheddafi, i militari lo hanno tenuto insieme con la forza. Nel momento in cui la gabbia è stata spezzata, il Paese si è disgregato in clan, gruppi, milizie senza che nessuno avesse la capacità di rimetterlo insieme.
Anzi siccome la Libia è ricchissima di materie prime, petrolio e gas, ogni potenza, europea in particolare, si è scelta la sua milizia con l’idea che “se vincono questi qui i pozzi di petrolio e i giacimenti di gas li avrò io”.
Ciò ha contribuito a creare una confusione completamente ingovernabile.
Io non riesco a rimproverare nulla ai governanti libici attuali che sono al di sotto di un livello di criticabilità.
Noi italiani avremmo dovuto assumerci un ruolo di responsabilità verso quello che stava succedendo in Libia, noi avremmo dovuto pretendere dai nostri alleati che la responsabilità della Libia fosse affidata all’Italia.
In Libia ci sono interessi fondamentali del nostro Paese: abbiamo il tubo del gas per il quale l’Eni ha investito miliardi degli italiani.
Abbiamo avuto un ruolo passivo per un lungo periodo ed è chiaro che ora questo governo non sa che pesci pigliare . Il governo ha fatto finta, per il problema immigrazione, che la Libia fosse un governo stabile. Salvini ha detto” porti sicuri, collaboriamo con la Libia” e subito dopo hanno cominciato a sparare intorno al palazzo del governo, ma non voglio neanche rimproverarlo. Salvini è uno che non sa quello che dice, mi preoccupano gli italiani che gli vanno dietro.
Quando i Paesi sono in preda alla guerra civile, la prima cosa da fare sarebbe quella di non vendergli le armi, bisognerebbe spiegarlo a Salvini.”