Fassina: Insieme a Marino per dare una svolta reale di cambiamento

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Valentina Conti
Fonte: Il tempo
Url fonte: http://www.stefanofassina.it/lavoroeliberta/news/intervista-a-fassina-insieme-a-ignazio-per-dare-una-svolta-reale-di-cambiamento/#artref

Intervista a Stefano Fassina di Valentina Conti – 10 febbraio 2016

Se confermo il tandem con Marino contro i Dem? No, non c’è un tandem. L’obiettivo è quello di unire le forze economiche, morali e politiche di Roma. Confermo che cerco di costruire insieme a Ignazio Marino e la gente che ha attorno la rappresentazione di un cambiamento. Confermo che c’è una discussione in corso e una sintonia sulla svolta di governo da attuare per la città
Il ticket con Marino arginerebbe una pericolosa frammentazione elettorale.
L’obiettivo va avanti da tempo. La sfida della ricostruzione a Roma è difficilissima. Dunque, dobbiamo scegliere un modo per coinvolgere tutte le persone in campo per ambire a quella svolta di governo su cui insisto. Ho già detto diverse volte che potremo fare primarie fuori dal circuito Pd per scegliere chi dovrà essere a guidare il cambiamento.

Un cambiamento da «giocarsi» magari al secondo turno?
Arriveremo noi al ballottaggio.
Come fa ad esserne così sicuro?
Perché c’è una parte della città che vuole svoltare.
Secondo un sondaggio interno al Pd, solo uno su 4 voterà Giachetti, Marino è dato al 18%. Che dice?
Ci vedo la conferma del fatto che il Pd ha rotto un legame di fiducia con parte del suo popolo; che Marino ha ancora, nonostante quanto accaduto, una fiducia di una certa parte della città. E poi in quel sondaggio c’è pure il sottoscritto dato al 14,3%. L’esperienza mariniana, non lo nascondo, ha avuto dei limiti, bisogna quindi individuare nodi programmatici da cui partire.
E lei li ha già chiari.
Qualche giorno fa in aula alla Camera si è discusso e votato una mozione per chiedere al governo un referendum cittadino sulle Olimpiadi. A Roma è ancora bloccato il cantiere della Metro C, rischiano il licenziamento 500 lavoratori, a Ponte di Nona chi va a lavorare deve pagare il pedaggio, per i disagi della Roma-Lido abbiamo preso il Premio Caronte, le periferie sono un problema. E con tutto questo pensiamo alle Olimpiadi? Ci vuole discontinuità.
La discontinuità riproponendo Marino?
Marino ha pagato gli atti di discontinuità che ha fatto: penso alla chiusura della discarica di Malagrotta, alla bonifica delle aziende municipali, alla trasparenza del bilancio del Comune.
Il rischio astensionismo però è altissimo.
Assolutamente sì. Ecco perché dobbiamo riuscire a parlare a quel 50% di città che non vota, e agli sfiduciati dovremo parlare con credibilità nell’intero percorso. Il sottoscritto, per le scelte che ha fatto, mi pare che su questo fronte non sia attaccabile: mi sono dimesso da viceministro per ragioni politiche, sono uscito da un partito in cui c’è la fila per entrare. Non sono uno attaccato alla poltrona.
Con chi si vorrebbe sfidare del centrodestra nella corsa al Campidoglio?
Gli avversari non si scelgono.
Almeno un nome?
Alfio Marchini, ha dimostrato di avere a cuore Roma. Sarebbe una sfida sui contenuti e non su astrazioni.

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3 commenti

Vecchia Talpa 10 Febbraio 2016 - 14:17

che fai l’ammucchiata con Marchini? Una grande coalizione per chi vuole il “bene di Roma?”

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cattolicoadulto 10 Febbraio 2016 - 14:51

Che domanda sarebbe: “Discontinuità proponendo Marino?”, come se fosse un’assurdità.
Marino rappresentava (!) già la discontinuità nella politica romana. Essendo stato boicottato dal partito e infangato dalla stampa, non ha potuto portare a compimento il suo programma, che molti a Roma speravano durasse un decennio.
Nonostante tutto, comprese le vergognose modalità di destituzione, ha fatto ottime cose (quale la chiusura di Malagrotta o la valorizzazione del FOro Romano) e ha lasciato dei segnali alla cittadinanza dal forte valore simbolico, come il togliere gli indecorosi camion-bar dai luoghi centrali della città o demolire anche solo un muro del lungomare di Ostia.
Cosa rispondere al giornalista che chiede: “Discontinuità candidando Marino?”.
Che Marino era già la discontinuità e che è stato proprio l’essere discontinuo, rispetto alla suburra precedente, la causa della sua caduta.
Il giornalista veda, piuttosto, di non cadere dal pero…

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Giancarlo Pasquini 12 Febbraio 2016 - 5:30

Sono allibito. Adesso si parla di Marino come di un grande amministratore, uno che ha fatto cose straordinarie. Se si chiede quali. L’unica che viene in mente è la chiusura di Malagrotta (ma non la soluzione del problema dei rifiuti a Roma). Io ho votato Marino sia alle primarie che alle elezioni e ho creduto in lui. E’ falso dire che il partito e il governo non lo abbiano sostenuto (tranne ovviamente gli ultimi 3 mesi quando le sue stravaganze sono diventate evidenti anche alle pietre). La verità è che Marino era solo nella gestione di perché la macchina amministrativa del Comune non collaborava. Il sindaco benché avesse cambiato i vertici non aveva il controllo ne di AMA ne di ATAC. I trasporti pubblici che hanno problemi strutturali irrisolti sono diventati un incubo per gli utenti (caos ,la metro che si rompeva tutti i giorni, lo sciopero bianco dei macchinisti). Una raccolta differenziata ridicola fatta passare come un successo mentre cresceva in tutta la città il degrado, la sporcizia, la sciatteria. Il corpo dei vigili faceva quello che voleva: esemplare quello che accadde la notte dell’ultimo dell’anno di 2 anni fa quando i vigili in massa hanno disertato il.lavoro lasciando la città in balia di sé stessa. Insomma Marino persona sicuramente per bene non era tagliato per amministratore una città difficile come Roma e il suo modo di fare gli ha alienato l’appoggio dei cittadini. Ci siamo scordati delle sue assenze, dei continui viaggi negli Stati Uniti, dei continui cambiamenti di assessori e del governo inesistente della città.Insomma un’esperienza disastrosa che non poteva che chiudersi in modo traumatico vista l’ostinazione irresponsabile del sindaco che oggi fa la vittima. E Fassina.dimentica tutto e non esita ad allearsi con lui pur di contribuire a far pedere il PD che a Roma merita di perdere. Anzi non doveva presentarsi perché il PD romano, corroso dal corruzione e malgoverno da corruzione non esiste più e deve pagare per tutto.

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