di Fabio Martini
L’ISTRUTTIVO CASO DI LUCIA BORGONZONI. UNA LEGHISTA
CHE SI SFORZA DI SORRIDERE. FORSE LA LEGA
NON VINCERA’ IN EMILIA, MA DIVENTA PIU’ INSIDIOSA E DIMOSTRA
DI AVER INIZIATO A CAPIRE LA LEZIONE. A DIFFERENZA DI ALTRI
Nella politica di corto respiro di questa stagione ogni appuntamento elettorale viene trasformato dai media in una Stalingrado, ma per una volta un’elezione regionale può diventare epocale: se il Pd perde l’Emilia, il suo leader si dimetterà e la legislatura si concluderà. In vista di quell’appuntamento la Lega ha messo in campo una candidata che non sarà preparata come il Governatore uscente, che ha “precedenti” da leghista dura e pura, ma ora sta dispiegando un piglio meno aggressivo e un approccio sorridente che confermano la novità degli ultimi giorni: Salvini ha imparato la lezione. Ha capito che aggredendo ogni giorno gli avversari, crea ansia anziché ulteriore consenso. Resterà espressione di una destra tosta e molto profilata, ma senza gli eccessi dei mesi scorsi.
Solo un cambio di facciata, un maquillage? Possibile, ma da quella parte c’è un cambio di atteggiamento. I Cinque stelle non escono dalla crisi interna che li porterà probabilmente ad un ulteriore ridimensionamento. Il Pd è in preda ad una crisi di identità eloquente. Come conferma la vicenda Ilva: prima ha votato l’abolizione dello scudo penale e poi ora vuole il ripristino. In entrambi casi senza sentire l’onere di una spiegazione. Una volta Nanni Moretti disse ai leader della sinistra: “Dite qualcosa di sinistra!”. Ora basterebbe che il Pd dicesse qualcosa. Durando per più di 48 ore.