Fonte: SenzaBarcode
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da SenzaBarcode 9 luglio 2016
Europa, referendum istituzionale e comune di Roma, sembra una insalata mista eppure la partita si gioca con gli stessi attori.
La Brexit è il fallimento annunciato e previsto di un sistema comunitario che non è riuscito a convincere la maggioranza dei votanti britannici, gli ideali dei padri fondatori dell’Europa Unita non sono quasi mai entrati nel dibattito referendario lasciando il posto al proliferare delle analisi sullo scenario economico, i giornali sono più interessati all’aspetto economico:
quanto calerà la borsa? E la sterlina? Quanti punti percentuali di PIL? E lo spread?
Ora ci attendono altri due appuntamenti potenzialmente devastanti. In Austria con nuove elezioni presidenziali dopo l’annullamento della vittoria del verde Alexander Van der Bellen mentre in Ungheria si procederà a referendum voluto dal governo del premier Viktor Orban per contestare le quote di profughi da ospitare come stabilito dalla U.E.
In autunno la politica sarà impegnata nel referendum istituzionale con la parola d’ordine: stabilità!
Anche il successo romano dei pentastellati, e per il quale la Raggi come abbiamo già scritto sarà oggetto di attacchi senza sosta, è legato direttamente a questi ultimi appuntamenti.
Ma cosa c’entra con la Brexit la vicenda locale romana ed il referendum istituzionale?
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