di Luigi Altea 11 febbraio 2016
Chiamare Eminenza il cardinal Bagnasco è come chiamare Onorevole Maurizio Gasparri. La legge dovrebbe vietarlo, e i trasgressori dovrebbero essere severamente puniti.
Il vostro linguaggio sia sì sì no no, insegnava il Maestro…
Per il capo dei vescovi italiani, invece, il linguaggio dei parlamentari deve essere quello dell’ipocrisia, farfugliato in modo incomprensibile, bisbigliato in maniera indecifrabile…
Altro che la trasparenza evangelica! Il monito cardinalizio invoca un linguaggio ermetico, arcano, oscuro: da esprimere nel buio del voto segreto!
Cristo invitava alla responsabilità, alla testimonianza da rendere alla luce del sole.
Bagnasco incita alla viltà, all’ignavia, al tradimento.
Che bell’esempio da tramandare alle giovani generazioni: dite una cosa, ma nel segreto fatene un’altra.
Il prete genovese non ricorda certo i martiri finiti in croce pur di non rinnegare la loro fede e le loro idee.
A me fa piuttosto venire in mente quei signori, composti e impeccabili che, appena in sala si spengono le luci, cominciano l’esercizio della mano morta…