Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Elezioni. L’accordo tecnico
È la vera novità di queste elezioni politiche. Non ci si accorda perché si hanno valori comuni o punti di programma condivisi, no. Ci si allea per ragioni tecniche. Al solo scopo di vincere contro l’avversario (o almeno provarci). Un avversario che, ovviamente, lo è oggi, ma domani chissà (tipo Brunetta).
Così, chi è stato fuori dal governo Draghi, oggi propone un’alleanza “tecnica” a uno dei massimi sostenitori di quell’esecutivo. E chi stava beatamente e fieramente all’opposizione adesso stringe patti con chi al governo ci stava da azionista di maggioranza. Sono le cose della vita quando la “tecnica” si impossessa anche del tuo midollo spinale. La formula chiave è sempre la stessa: “non c’è alternativa”, nel senso di “mica vorrai perdere?”. In nome di questa formula tutto diventa possibile, di tutto possiamo fieramente farci vanto.
E di tutto possiamo farci un alibi: la legge è questa, che cosa vuoi fare? E c’è una scusa per tutto, vuole entrarci, a votare un bel tomo di quelle fattezze quasi contro la sua volontà. Spingendolo nel bosco, siatene certi, subito dopo. Non c’è alternativa, appunto. Ma quando questo accade la politica è morta, e ne resta soltanto una vaga e lontana nostalgia. Perché la politica è discussione pubblica, partecipazione, scelta collettiva, differenza. Mica un salvataggio in corner dei ceti politici. E perdere non è una vergogna, in democrazia. La vergogna è vincere (ammesso che si vinca davvero) col vecchio gioco delle tre carte.