Elena Basile: Se avanzano i neofascismi l’Europa si chieda perché

per Gian Franco Ferraris

Elena Basile: Se avanzano i neofascismi l’Europa si chieda perché

La Francia profonda, la Francia provinciale e piccolo borghese, la Francia razzista dei No-where insorge e conquista il primo posto. L’ascesa dei cosiddetti populismi di destra non è una novità. È una tendenza consolidata delle democrazie affluenti. In Scandinavia, Germania, Olanda, ma anche nei Paesi mediterranei, dal fenomeno Meloni ad Alba Dorata in Grecia a Vox in Spagna, si assiste alla ribalta di movimenti che ripropongono miti razzisti, il valore particolaristico contro l’umanesimo universalista. I partiti della destra radicale tuttavia danno rappresentanza ai ceti penalizzati dalla globalizzazione, alle classi svantaggiate e ineducate, quelle che non prendono l’aereo per essere every where, appunto i “no where“.

Gli emarginati che un tempo votavano a sinistra insieme a una classe ormai scomparsa, il proletariato, come è scomparsa la manifattura, ora votano per un nuovo fascismo. Il blocco sociale della sinistra è scomparso. Prevale nella società del terziario il lavoro precario e dequalificato, cangiante anche geograficamente nella società globale e incline a votare contro – contro l’Europa neoliberista e illiberale – rispolverando antichi miti antisemiti. Naturalmente questi fenomeni che abbiamo già conosciuto e con cui conviviamo da anni sono dovuti anche alla cecità della classe dirigente europea che non è stata capace di un progetto alternativo. Il centrodestra e il centrosinistra hanno fatto a gara a smantellare la solidarietà, le politiche sociali e industriali, gli investimenti nei beni comuni. Hanno applicato politiche razziste contro i migranti. Hanno ucciso l’universalismo umanista che era alla base dell’humus europeo e nasceva con la dichiarazione dei diritti universali. E hanno tradito i diritti umani con la più sfrontata applicazione di doppi pesi e doppie misure.

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