Ci sono state manifestazioni per la pace in varie città di Italia
Eppure la divisione anche in questo caso è stata inevitabile
Non si può manifestare per la pace e poi
1) votare per le armi all’ Ucraina
2) essere complici del genocidio a Gaza e non proporre sanzioni a Israele, votare alle Nazioni Unite contro il cessate il fuoco duraturo
Essere contro la guerra non è una posizione spirituale di finto pacifismo
Essere contro la guerra è una posizione politica che menziona le guerre e si adopera attivamente per la pace
Oggi #Travaglio ricorda tutte le cantonate prese dai cosiddetti esperti di analisi internazionale onnipresenti in tv
E i relativi linciaggi di coloro che hanno commentato le relazioni internazionali senza pregiudizi e con onestà intellettuale
Prevedendo gli sviluppi
#Parsi #mieli #panebianco per citarne alcuni emblematici di una certa narrativa di parte copia e incolla di quella dell’ OTAN
Non dovrebbero chiede scusa? Rivelarci le fonti di analisi che devono ammettere erano sbagliate?
Linciata pubblicamente, chiamata funzionario di grado medio basso traditrice dei valori della Repubblica ( quali valori ? Quelli del potere? Non della Costituzione) aspetto ancora le scuse dei Direttori dei principali giornali
In questo articolo pubblicato venerdì sul #fatto parlo della barbarie, della perdita di umanesimo , delle crociate bellicistiche
Gli stessi , i neoconservatori statunitensi e la classe dirigente vassalla sono artefici del genocidio di Gaza e della guerra alla Russia fino all’ ultimo ucraino
Purtroppo se l opinione pubblica smaschera il cinismo della classe dirigente a #Gaza, non riesce a farlo in #Ucraina
Le manifestazioni sono finite
Relax è domenica
Il politici pensano ai loro giochetto di potere
La classe di sevizio li accompagna
Noi impotenti prostrati con l ‘unica consolazione di avere cercato di non essere complici
E intanto i bambini continuano a morire
Le vittime lanciano le loro urla nel deserto
Il Governo di #Israele continua il genocidio, l apartheid, le violazioni del diritto internazionale e umanitario
Colpisce i giornalisti gli operatori UNRWA, scuole e ospedali, campi profughi
Semina nell’impunità totale morte dolore distruzione
La Harris ride e rassicura gli elettori: il genocidio andrà avanti ma ci saranno mercanzie a basso prezzo nei supermercati
Il disprezzo del nemico produrrà più barbarie
Elena Basile 25 Ottobre 2024 il fatto quotidiano
Chissà perché l’umanità sembra incapace di apprendere dai propri errori. Le lezioni della Storia sono ignorate. In politica estera il nemico viene disumanizzato e demonizzato. Ci si rallegra della morte degli avversari come se il Diritto internazionale includesse la legge del “dente per dente occhio per occhio”. Si arriva in questo modo alla barbarie che dimentica i principi fondamentali dell’umanesimo, quelli che ci insegnava Dostoevskij in grado di cogliere quel che accomuna il più temuto assassino con la persona considerata perbene nella società.
Questo non significa che la moralità non esista e possa essere confusa con la criminalità, che Netanyahu sia uguale a San Francesco. Il pensiero cristiano e dostoevskiano parte dal presupposto che ognuno di noi è il prodotto del suo vissuto e che le condizioni sociali, il dolore, le discriminazioni oltre che la genetica e a volte il caso, ci rendono buoni o cattivi. La consapevolezza degli errori e del dolore affratella gli esseri umani. Un grande artista può descriverci la storia di un terrorista e commuoverci come può raccontarci quella di un politico stimato e disgustarci. Alla base c’è sempre la stessa umanità debole , feroce, spietata, vigliacca, eroica, la stessa. Secondo Salvini l’immigrato di colore che minaccia col coltello il cittadino italiano deve essere ucciso e in fondo “non ci mancherà”. Per molti Putin è un macellaio della cui morte dovremmo rallegrarci. Nashrallah un terrorista che è un bene sia stato ucciso. Ecco la barbarie nichilista dei nostri tempi.
Tornando dopo questa premessa di carattere etico-filosofico alla politica, sembrerebbe ugualmente ovvio che Israele non aumenterà la propria sicurezza decapitando la leadership dei movimenti ritenuti terroristi. L’organizzazione terroristica è sempre in grado di rimpiazzare i propri leader, è organizzata in forma piramidale e per cellule. Assassinare i Nashrallah e i Sinwar purtroppo serve soltanto a eliminare un negoziatore, che sarà rimpiazzato, come la storia ha già dimostrato, da qualcuno forse più giovane e inesperto, più incline a vendicare il predecessore e a scegliere una linea ancor più dura. La politica è costituita da ben altri elementi. La conoscenza del nemico e delle sue ragioni è fondamentale se si vuole raggiungere una mediazione, se si vogliono rimuovere le cause del conflitto. In particolare in Russia non servirebbe ammazzare Putin in quanto le ragionevoli e legittime preoccupazioni di sicurezza della Russia che non accetta basi militari Nato ai suoi confini, resterebbero quali sono. L’eliminazione di Putin porterebbe al potere l’interprete di una linea ancora più dura e azzardata nei confronti dell’Occidente. Allo stesso modo, eliminare gli esponenti di Hamas o degli sciiti libanesi e iraniani può soltanto isolare Israele, incattivire l’opinione pubblica araba sunnita e sciita, e fare aumentare il numero dei terroristi decisi a morire pur di vendicare i propri martiri. L’odio alimenta odio. Israele potrebbe costruire la propria sicurezza soltanto riconoscendo le ragioni più che legittime dei Palestinesi, combattendo la radicalizzazione con una politica equa e lungimirante di cui dopo Barak (2000) non si è vista l’ombra.
L’Occidente potrebbe aiutare la crescita democratica di Israele e la sua sicurezza se stigmatizzasse con sanzioni i comportamenti illegali, il mancato rispetto del diritto umanitario, i crimini di guerra, i molteplici eccessi di un governo che straccia la Carta delle Nazioni Unite, applica forme di apartheid e disumanizza un popolo per poter procedere alla pulizia etnica.
Certo la forza bruta può rivelarsi vincente. In fondo gli Stati Uniti sono nati anche in virtù dello sterminio dei pellerossa. La storia dell’Occidente e dell’uomo bianco e dei suoi privilegi è fondata sull’assassinio degli innocenti, dalle Crociate al Colonialismo. Ai tanti che fanno un’ebete domanda: “Noi preferiamo vivere in Occidente, tu perché non te ne vai?” risponderei che certo, meglio vivere in Israele che in Palestina, forse a Parigi e non a Mosca, ma il punto è: vogliamo godere dei nostri privilegi abbeverandoci al sangue delle vittime (palestinesi, ucraini, russi, iracheni, libici e rimontando nella storia fino ai nativi americani ingiuriati dall’industria cinematografica hollywoodiana)? Il bello e bravo generale Custer contro il barbaro capo pellerossa. La storia è sempre la stessa, la propaganda dei più forti e dei vincitori anche.
Leggo che il film su Enrico Berlinguer è celebrato dalla politica. Nell’osservare la classe dirigente imbellettata, in parte da me personalmente conosciuta, sostenitrice per alcuni aspetti dell’odierno scempio morale e politico, penso a Berlinguer che si rivolta nella tomba: lui, simbolo di una alterità, di una visione etica della politica che aveva captato la fiducia delle masse.