Einstein, Eddington e le considerazioni popolari ma sovrane

per tonigaeta

 di Antonio Gaeta, 14 ottobre 2017

Ieri sera ho visto per la 2′ volta il film Einstein and Eddington (in italiano “Il mio amico Einstein”) di Philip Martin, i cui primi attori (David Tennant e Richard McCabe) interpretano gli scienziati Einstein ed Eddington, durante lo svolgimento della 1′ guerra mondiale.

Il film ha il merito di far capire, con immagini molto semplici di contenuto accessibile a tutti, cosa significa la poco conosciuta “teoria della relatività generale” e, soprattutto, quanto essa fosse destinata a cambiare il nostro modo di pensare l’universo e, quindi, noi stessi con tutto ciò che ci circonda e ci caratterizza su questo pianeta.

Sono rimasto a pensare quanto, invece, la pur molto superata “teoria sulla gravità” di Isac Newton sia quella che ancora governa il nostro mondo reale, giacché fondata su un principio di “ordine generale” di tutte le cose, che subirebbero la “naturale attrazione” verso corpi dotati maggiore massa e, quindi, potenza. Un principio, che dopo la smaterializzazione persino del nucleo dell’atomo, non ha più valore scientifico, che, tuttavia, continua a mantenere inalterato il suo fascino presso chi vuole mantenere tutti sotto il proprio scettro, sfidando persino la nuova dottrina di Papa Francesco !

Tale pensiero si riflette, con tutta evidenza, in quello politico dominante, che va sotto il nome confuso e contraddittorio di “liberale” e che, tuttavia, rivela il suo fondamento autoritario. Questo perché, più che “liberale” (parola che vorrebbe far pensare a “libertà”), si tratta di una concezione del mondo (Weltanschauung) ottocentesca, dominata dalle teorie economiche di Adam Smith, che esaltarono ed esaltano ancora l’ideologia del “mercato”. In altri termini, la potenza del più forte che, inevitabilmente assorbe quella del più debole (il famoso mercato egemonizzato dai monopoli, K. Marx) !

Sotto questo squalificante aspetto, tale concezione tradisce una visione tipicamente “patriarcale” del genere umano, fatta di fede solo in se stessi, riflessa in un mito eroico (quello di chi accumula più denaro) e/o in un dio guerriero, che giustifica tutti i mezzi (Jahvè, Allah, Dio che ignora Cristo, etc.), negando nei fatti ogni possibilità di uguaglianza tra gli esseri umani.

Per dirla in breve, si tratta di una fede religiosa fondamentalista, che non ammette la diversità, perché ignora l’importanza vitale della biodiversità naturale: ad esempio la libertà sessuale delle donne, quella delle culture considerate “primitive” ed ogni idea e/o comportamento, che mettono in discussione “l’ordine costituito”, secondo il principio della gravità di Newton: principio cui non si può derogare, se non si vuole incorrere nelle sanzioni sociali o nelle penalizzazioni istituzionali. Entrambe concorrono, infatti, nel tacciare il trasgressore come fonte di “disordine sociale” e, quindi, generale ! Questo sebbene le diversità ideali, culturali e politiche sono il fondamento della vera democrazia, basata sulla biodiversità naturale dell’essere umano, accompagnata dalla reciproca accettazione e accoglienza !

Non é un caso che il grande psicanalista Gustav Jung é volutamente ignorato dalle scuole psicanalitiche attuali, che preferiscono al suo posto rivalutare Sigmund Freud: colui che, dopo averli “scoperti” (bella scoperta !) teorizzò la “necessità” di mantenere imbrigliati gli impulsi sessuali, da parte delle società altamente autoritarie e antirivoluzionarie, come furono quelle d’ispirazione viennese e vittoriana durante il secolo XIX !

Questi principi di ordine scientifico e sociale, che di fatto giustificano e sostengono l’autoritarismo delle classi (anche politiche) dominanti, nel campo del “diritto all’autodeterminazione dei popoli” ostacolano persino le Carte Costituzionali più democratiche, perché ritenute cause di disordine istituzionale ! Per questo tali principi sono anche alla base di leggi elettorali, che non consentono ai cittadini di esprimersi liberamente contro lo Stato accentratore, per rafforzare le istituzioni più vicine ai bisogni reali del “popolo sovrano”.

Ad esempio, il motivo per cui chi pensa (come Renzi) che, aver votato NO al referendum sulla modifica della Costituzione Italiana, sia stato un errore, dimostra di non aver capito che non ci sono errori quando si difende la possibilità di estendere (e non di imbrigliare) la partecipazione democratica ! L’unico criterio ispiratore per cambiare la Costituzione Italiana, infatti, é quello di riconoscere il diritto costituzionale del “popolo sovrano” di partecipare ai processi formativi delle leggi e, quindi, ai percorsi decisionali, finalizzati a tutelare realmente la gestione della “cosa pubblica” ed evitando di farla gestire a privati.. o a cerchie oligarchiche in combutta con privati, sempre più danarosi ! (vedi il vero scopo del WTO, del TTIP e del CETA).

Un precedente timido tentativo di far acquisire agli operatori politici il prevalente principio della “res publica” (repubblica), non gravitante intorno ad un governo dello Stato accentratore, fu operato con la modifica del Titolo V della Carta Costituzionale, prevedendo che i Comuni avessero maggiore importanza delle Regioni e dello Stato stesso. Come sia stata gestita questa modifica costituzionale da parte degli stessi proponenti alla guida del PD, é storia degli ultimi decenni ! Renzi ha avuto il merito di far capire anche agli ottusi, che in realtà il PD avesse scelto di seguire le volontà monopolistiche imperanti e, quindi, voleva l’esatto opposto !

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