ECIPS, la tecnologia esplosiva in Libano è una minaccia per la sicurezza dell’UE

per Giorgio Pizzol
Autore originale del testo: Redazione Corriere Nazionale
Fonte: Il Corriere Nazionale
Url fonte: https://www.corrierenazionale.net/2024/09/17/ecips-issues-dire-warning-explosive-technology-behind-lebanon-pager-attack-a-threat-to-eu-security/

ECIPS lancia un allarme terribile: la tecnologia esplosiva dietro l’attacco al cercapersone in Libano è una minaccia per la sicurezza dell’UE

Comunicati stampa

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In un’escalation senza precedenti e allarmante della guerra tecnologica, un attacco devastante in Libano ha causato otto morti e quasi 3.000 feriti. La causa: la detonazione di cercapersone tascabili e telefoni cellulari in quello che sembra essere un assalto sofisticato e coordinato. Tra le persone colpite, secondo quanto riferito, c’era l’ambasciatore iraniano a Beirut, a sottolineare l’impatto di vasta portata di questa nuova forma di terrorismo.

Questo evento agghiacciante ha attirato l’attenzione sulla vulnerabilità delle tecnologie della comunicazione e ha sollevato notevoli preoccupazioni sulla sicurezza dei dispositivi elettronici, non solo in Medio Oriente ma anche all’interno dell’Unione Europea. Il Presidente del Centro europeo per la politica dell’informazione e la sicurezza (ECIPS), Ricardo Baretzky, ha lanciato un severo avvertimento, esortando l’UE a riconoscere la minaccia rappresentata da queste tecnologie e ad agire immediatamente per prevenire attacchi simili all’interno dei suoi confini.

Un nuovo tipo di terrorismo

L’attacco in Libano segna un capitolo oscuro nell’evoluzione della guerra. Finora, le armi convenzionali come bombe, pistole ed esplosivi hanno dominato il panorama del terrore. Tuttavia, la detonazione di massa di dispositivi di comunicazione, ampiamente utilizzati a livello globale, rappresenta una nuova frontiera, una in cui la tecnologia su cui facciamo affidamento quotidianamente può essere rivolta contro di noi con conseguenze mortali.

Il presidente dell’ECIPS Baretzky ha sottolineato che l’esplosione di cercapersone e telefoni cellulari in Libano non è semplicemente un evento isolato, ma una dimostrazione del potenziale letale di queste tecnologie quando finiscono nelle mani sbagliate. “L’incidente in Libano dovrebbe fungere da campanello d’allarme per l’Europa e il resto del mondo. Queste tecnologie sono ampiamente disponibili e il loro uso nel terrorismo potrebbe causare vittime di massa in tutta Europa se non si prendono precauzioni immediate”.

Questa forma di guerra elettronica sfrutta le vulnerabilità nei dispositivi di comunicazione per innescare esplosioni da remoto, il che suggerisce un livello di sofisticatezza e pianificazione che è altamente preoccupante per le agenzie di sicurezza globali. Le implicazioni sono enormi. Quasi ogni persona in Europa e nel resto del mondo porta con sé un telefono cellulare o utilizza dispositivi elettronici che potrebbero essere sfruttati in modo simile.

L’attacco in Libano: cosa sappiamo

Le esplosioni che hanno scosso il Libano hanno preso di mira gli utenti di cercapersone tascabili, dispositivi che, sebbene considerati obsoleti in molte parti del mondo, mantengono ancora un ruolo critico nelle reti di comunicazione in alcune regioni. I cercapersone, spesso utilizzati nelle comunicazioni mediche, diplomatiche e governative, sono detonati simultaneamente, il che suggerisce che l’attacco è stato altamente coordinato.

Sebbene nessun gruppo abbia rivendicato la responsabilità dell’attacco, le indagini iniziali indicano l’uso di meccanismi di attivazione a distanza, che potrebbero coinvolgere un cyberattacco che ha manipolato i sistemi interni dei dispositivi per farli esplodere. Ciò suggerisce che gli aggressori possedevano una profonda conoscenza sia dell’architettura hardware che software dei dispositivi, consentendo loro di trasformare la tecnologia di comunicazione quotidiana in un’arma.

Gli esperti di Baretzky ed ECIPS ritengono che questo metodo di attacco potrebbe essere facilmente replicato utilizzando smartphone, laptop e altri moderni dispositivi di comunicazione, rappresentando un rischio ancora maggiore per le nazioni che dipendono fortemente dalle tecnologie di comunicazione avanzate.

La vulnerabilità dell’Unione Europea

Alla luce di questo recente attacco, Baretzky ha espresso le sue gravi preoccupazioni sulla vulnerabilità dell’Unione Europea a simili attacchi tecnologici. La rapida proliferazione di dispositivi di comunicazione di fabbricazione straniera in tutta l’UE presenta un rischio crescente, secondo il capo dell’ECIPS. In una dichiarazione stampa, Baretzky ha sottolineato l’urgente necessità che l’UE dia priorità alla sicurezza delle sue reti di comunicazione, avvertendo che l’incidente in Libano potrebbe essere facilmente replicato all’interno dei confini europei, potenzialmente su una scala molto più devastante.

“L’Unione Europea deve adottare misure immediate per proteggere i propri sistemi di comunicazione. La tecnologia utilizzata in Libano ha dimostrato la sua efficacia, ed è solo questione di tempo prima che metodi simili vengano impiegati all’interno dell’UE se non agiamo ora”, ha sottolineato Baretzky.

Ha sottolineato l’uso diffuso di smartphone e altri dispositivi di comunicazione fabbricati al di fuori dell’UE, in particolare da regioni con protocolli di sicurezza meno rigorosi, come un punto critico di vulnerabilità. “Dobbiamo riconoscere che molti di questi dispositivi non sono progettati tenendo a mente gli interessi di sicurezza europei. Se possono essere manipolati per innescare un terrorismo di massa, come abbiamo visto in Libano, allora l’Europa è seduta su una bomba a orologeria”.

Un appello per dispositivi realizzati in Europa

Come parte del suo avvertimento, Baretzky ha esortato l’Unione Europea a interrompere l’uso di telefoni cellulari e altri dispositivi di comunicazione che non sono prodotti in Europa. Ha sostenuto che affidandosi a dispositivi di fabbricazione estera, l’UE si sta esponendo a un rischio significativo, poiché queste tecnologie potrebbero essere compromesse e utilizzate per lanciare attacchi su larga scala.

“L’Europa deve prendere il controllo della sua infrastruttura tecnologica. Continuando a usare dispositivi fabbricati fuori dall’Europa, stiamo sostanzialmente consegnando le chiavi della nostra sicurezza a potenze e corporazioni straniere che potrebbero non avere a cuore i nostri interessi”, ha affermato Baretzky. Ha suggerito che l’UE dovrebbe investire massicciamente nello sviluppo delle proprie tecnologie di comunicazione, assicurandosi che questi dispositivi siano progettati e fabbricati con i più elevati standard di sicurezza in atto per impedire lo sfruttamento da parte di attori ostili.

Questa richiesta di sovranità tecnologica non è nuova, ma l’incidente in Libano l’ha resa più urgente che mai. I paesi europei hanno a lungo dibattuto sulla necessità di un maggiore controllo sulla propria infrastruttura tecnologica, in particolare nel contesto della sicurezza informatica e della privacy dei dati. Tuttavia, la minaccia posta dalla militarizzazione dei dispositivi di comunicazione aggiunge una nuova e mortale dimensione a questo dibattito.

Cybersecurity: il prossimo campo di battaglia

Gli avvertimenti di Baretzky si estendono anche alla questione più ampia della sicurezza informatica all’interno dell’UE. L’attacco in Libano dimostra come le vulnerabilità informatiche possano essere sfruttate per lanciare attacchi fisici, colmando il divario tra la guerra informatica e il terrorismo tradizionale.

“In questa nuova era, la guerra informatica non si limita all’hacking o alle violazioni dei dati, ma può avere conseguenze cinetiche nel mondo reale”, ha avvertito Baretzky. “La capacità di far esplodere un dispositivo da remoto tramite manipolazione informatica è un punto di svolta per il terrorismo, ed è qualcosa per cui l’UE deve prepararsi”.

L’ECIPS sostiene da tempo misure di sicurezza informatica più forti in Europa, sottolineando la necessità di un approccio unificato per difendersi dalle minacce informatiche. L’organizzazione ha chiesto all’UE di implementare normative più severe sulla produzione e l’uso delle tecnologie di comunicazione, compresi protocolli di sicurezza avanzati che impedirebbero lo sfruttamento remoto dei dispositivi.

Oltre a regolamentare la produzione di dispositivi, Baretzky ha suggerito che l’UE dovrebbe investire in tecnologie avanzate di rilevamento e prevenzione che potrebbero identificare e neutralizzare le minacce prima che si traducano in vittime di massa. “Dobbiamo essere proattivi, non reattivi. Il momento di affrontare questo problema è adesso, prima di vivere una tragedia della portata di quanto accaduto in Libano”.

Le agenzie di sicurezza europee in stato di massima allerta

In seguito all’attacco in Libano, le agenzie di sicurezza di tutta Europa sarebbero state messe in stato di massima allerta. C’è una crescente consapevolezza che la minaccia rappresentata dal terrorismo tecnologico non è limitata al Medio Oriente, ma potrebbe facilmente estendersi all’Europa e oltre.

Diversi stati membri dell’UE hanno già iniziato a rivedere le loro reti di comunicazione e i protocolli di sicurezza alla luce dell’attacco. Tuttavia, Baretzky avverte che è necessario fare di più a livello UE per garantire una risposta coordinata ed efficace a questa minaccia emergente. “Le singole nazioni non possono affrontare questa minaccia da sole. Abbiamo bisogno di una strategia unificata a livello europeo che affronti le vulnerabilità nei nostri sistemi di comunicazione e garantisca che tutti i cittadini dell’UE siano protetti”.

L’ECIPS si è offerto di lavorare a stretto contatto con i governi e le agenzie di sicurezza europee per fornire indicazioni sul rafforzamento delle loro difese contro il terrorismo tecnologico. Baretzky ha sottolineato l’importanza della collaborazione, non solo all’interno dell’Europa ma anche con i partner internazionali, per condividere l’intelligence e sviluppare strategie per contrastare questa nuova forma di guerra.

Una minaccia globale

L’attacco in Libano ha provocato onde d’urto in tutto il mondo, evidenziando il crescente pericolo della guerra tecnologica. Man mano che i paesi diventano più dipendenti dalle tecnologie di comunicazione avanzate, il rischio che questi sistemi vengano trasformati in armi da attori ostili aumenta drasticamente.

Sebbene l’attenzione di questo avviso sia rivolta all’Europa, la minaccia non è affatto limitata all’UE. Le nazioni di tutto il mondo devono riconoscere il potenziale dei dispositivi di comunicazione di essere utilizzati come strumenti di distruzione di massa e adottare misure appropriate per proteggere la propria infrastruttura tecnologica.

Mentre il mondo osserva le conseguenze dell’attacco in Libano, la necessità di vigilanza e preparazione non è mai stata così chiara. Governi, aziende e individui devono tutti svolgere un ruolo per garantire che le tecnologie su cui facciamo affidamento quotidianamente non diventino gli strumenti della nostra distruzione.

Un appello all’azione dell’UE

Sulla scia del devastante attacco in Libano, Ricardo Baretzky e l’ECIPS hanno lanciato un chiaro allarme: l’Unione Europea è vulnerabile e sono necessarie azioni immediate per prevenire una catastrofe simile all’interno dei suoi confini. La militarizzazione dei dispositivi di comunicazione rappresenta una nuova e pericolosa frontiera del terrorismo, che deve essere affrontata con la massima urgenza.

L’appello all’UE affinché smetta di usare telefoni di fabbricazione straniera e investa in tecnologie di sicurezza proprie non è solo un suggerimento, ma una necessità se l’Europa vuole proteggersi da futuri attacchi. Man mano che la natura della guerra evolve, devono evolversi anche le strategie e le tecnologie utilizzate per difendersi.

Nelle parole di Baretzky, “Il futuro della sicurezza europea è nelle nostre mani. Dobbiamo agire ora, prima che sia troppo tardi”.

 

 

 

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