di Antonio Napoletano – 13 luglio 2014
Non era inevitabile che, concedendo un’ampia intervista (due intere pagine con richiamo in prima) al “Corriere” per la penna di Anna Maria Meli, il Presidente del consiglio si lasciasse andare alla volgarità, la stessa trattenuta a stento nelle sue infinite dichiarazioni e cinguettate.
Questa volta, insomma, ha superato se stesso, mettendo a nudo quel grumo aggressivo di populismo con stivaloni, cui aspira e che lo ispira da sempre.
Così, nonostante le sicumere, rilanciate dai servizievoli e volenterosi renzidi sparsi per il sistema dei media e in perenne adorazione del suo fare facendo, le preoccupazioni per il voto dei Senatori, evidentemente esistono, a prescindere dai proclami squillanti vittoria.
Dice il segretario/presidente, quasi come una excusatio non petita:<< Mi piacerebbe discutere sulle grandi questioni del disegno di legge costituzionale >>.
Evidente prima bugia, giacché contro chi si è finora permesso di sollevarle quelle ‘grandi questioni’, Matteo renzi&Associati non hanno finora risparmiato lazzi e frizzi, nomignoli e sberleffi, insulti di ogni tipo e la patente di frenatori delle riforme, le sue ‘riforme’.
E prosegue.<<Invece stiamo a discutere se l’elettività del Senatore sia di primo o secondo livello.>>
Capito? Se l’elezione è fatta dai cittadini o dai capibastone a livello regionale di partiti ridotti a club di reti elettoralistiche senza arte né parte è questione irrilevante. Così come è stato irrilevante liquidare le province dalla sera alla mattina, senza altra motivazione che i costi e l’eliminazione ‘riformista’ di un intero corpo politico. Neppure sapendo bene come e per cosa sostituirlo riassumendone le funzioni.
A prescindere.
Del resto la mera imitazione formale del ‘modello tedesco’, rivedicata come garanzia di qualità della ‘riforma’, non è mai stata accompagnata da un qualche ragionamento comparativo tra quella esperienza storica particolare, retagggio di un assetto di piccoli stati da operetta sussunti nell’orbita statale prussiana e la sua adattabilità alla nostra, nata dalla drastica eliminazione savoiarda degli antichi stati italiani e dalla incertezza risorgimentale su come ‘fare gli italiani’, dopo l’atto chirurgico della unificazione. Unificazione statale altrettanto tardiva, ma fatta sulla punta delle baionette garibaldine e savoiarde e non per graziosa cooptazione, dopo l’esperienza dell’unificazione via mercato e all’ombra della prorompente potenza bismarckiana.
Ma tant’è.
Non pago di questa rispostina da quiz televisivo, il segretario/presidente chiude la sua intemerata gettando il sasso di un sospetto e aggiunge:<< A mio giudizio l’obiettivo dei frondisti non è questo>>.
Apriti cielo!
Ovviamente la volenterosa Meli graziosamente gli porge l’inevitabile assist e chiede sommessamente:<< Qual’è allora?>>
E qui si apre la cloaca indegna del giovinotto.
Che a domanda risponde:<<Affermare l’elezione diretta per poter dire che il Senato deve avere più poteri. Non si rassegnano all’idea della semplificazione e del fatto che non ci sia indennità per i Senatori. Inoltre, metto nel conto le resistenze fisiologiche e comprensibili delle burocrazie. Anche per questo il risultato della commissione è un passaggio straordinario.>>
Parole indegne e di una volgarità indecente.
I riottosi, i gufi, i rosiconi, i frenatori, non sono altro che una banda di sciammanati, che con l’appoggio interessato delll’alta burocrazia parlamentare, avrebbero armato tutto questo casino con l’unico scopo di assicurarsi una trattativa per avere in cambio l’indennità!
Mentre si sorvola, anzi si mentisce, sul fatto che, ‘il risultato’ della Commissione affari costituzionali del Senato ha vagliato e corretto il testo Boschi delle più nefande storture, solo e solo dopo uno scontro violento ai limiti della costituzione vigente, rimuovendo con l’imperio ben due senatori di diversa parte politica dal novero della stessa (Mauro e Mineo). Gettando su questultimo valanghe d’insulti, di offese personali, di accuse ridicole e infamanti.
Eppure, verso questo giovinotto e la sua ‘riforma’ le sinistre narcolettiche, Cuperlo in testa, non smettono di dichiarare il loro ‘diverso’ appoggio. Evidentemente, condividendone, non solo la normativa, così com’è, ma il pensiero profondo che la anima.
Uno schifo a tutta pagina.
Quello cui ci sta conducendo l’impazzimento di un personale politico senza più dignità e disposto a tutto pur di sopravvivere al proprio inemendabile fallimento.