E se tornasse Keynes?

per Gabriella
Autore originale del testo: pagina99
Fonte: pagina99
Url fonte: http://www.pagina99.it/2016/12/27/e-se-tornasse-joh-maynard-keynes/

Dal numero di pagina99 in edicola il 23 dicembre 2016

John Maynard si risveglia 70 anni dopo. E ci spiega come uscire dalla crisi. Con infrastrutture. O con la guerra

 

Nel 1936, poco dopo aver scritto la Teoria generale dell’occupazione, dell’interesse e della moneta, John Maynard Keynes muore e viene ibernato. In questo scenario da fantascienza (nella realtà Keynes morirà dieci anni più tardi), il Guardian immagina che l’economista venga risvegliato nel 2016. E venga aggiornato su quel che è successo. La disoccupazione di massa degli anni ’30 è stata superata, ma solo grazie all’incremento della produzione di armamenti per la II Guerra mondiale. In seguito i governi hanno fatto tesoro della lezione della Grande Depressione, mantenendo alta la domanda per garantire la piena occupazione, a ridurre il gap tra ricchi e poveri, a incrementare la spesa in opere pubbliche grazie alle maggiori entrate fiscali ricavate da una robusta crescita.

La brutta notizia è che, col tempo, gli stessi governi hanno dimenticato la lezione di Keynes: invece di creare surplus di bilancio negli anni di “vacche grasse” e usare la leva del deficit in quelli di crisi, hanno sempre operato in deficit. Alla fine degli anni ’70 arriva la Thatcher e il monetarismo trionfa. A questo punto l’economista interrompe l’interlocutore e prosegue lui il racconto: il controllo sui capitali si allenta, la minore spesa pubblica porta a una riduzione della domanda, il costo del denaro si abbassa, gli investimenti produttivi crescono, ma poco, esplodono invece le speculazioni in Borsa e nell’immobiliare, fino a creare una bolla come quella del 1929. Ecco perché oggi i titoli dei giornali somigliano tanto a quelli di allora: l’elevata disoccupazione e la mancanza di crescita hanno alimentato il populismo dietro la Brexit, la vittoria di Trump, il referendum italiano, il sostegno ai partiti di estrema destra in Germania e Francia.

Per alleviare gli effetti della crisi del 2008 le banche centrali hanno ridotto il costo del denaro come mai prima, acquistando bond da istituzioni private, per ridurre i tassi d’interesse di lungo periodo e stimolare nuovi investimenti. Ben fatto, dice Keynes, ma non basta. Per ridare vigore agli “spiriti animali” del capitale lo Stato deve aumentare il deficit: lo sforzo sarà ripagato dalle maggiori entrate. Come farlo? Usando il quantitative easing per finanziare infrastrutture anziché manovre speculative e bolle immobiliari. L’alternativa, non consigliabile: quella che lui ideò nel 1936 e che si realizzò tre anni dopo, con la guerra.

Babelezon bookstore leggi che ti passa

Articoli correlati

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.