E se l’Intelligenza Artificiale (IA) fosse una rivoluzione benefica?

per Giorgio Pizzol

Sulla piattaforma Quora Sergio Troiano, esperto di IA, ha svolto l’esperimento che espongo qui di seguito.

Un lettore attento del mio libro, Giorgio Pizzol, mi ha sollecitato a porre a ChatGPT una domanda in special modo importante, questa:

Se l’umanità nel suo complesso è capace di produrre risorse più che sufficienti per soddisfare i bisogni di tutti gli abitanti del Pianeta cosa potrebbero e dovrebbero fare i responsabili di tutti gli Stati al fine di distribuire le risorse prodotte in misura tale che a tutti si assicurata almeno una condizione di vita accettabile in tutte le parti del Pianeta?

Ed ecco la brillante risposta del nostro amico cervellone elettronico:

“La domanda che poni è molto interessante e complessa. La disuguaglianza economica globale è un problema che affligge il mondo da molto tempo e che ha diverse cause e conseguenze. Non esiste una risposta semplice e univoca a come distribuire le risorse in modo equo e sostenibile tra tutti gli abitanti del pianeta, ma ci sono alcune possibili soluzioni che vengono proposte da diversi studiosi, organizzazioni e movimenti.

Una di queste soluzioni è quella di adottare una tassazione progressiva e redistributiva, che prevede che i più ricchi paghino una quota maggiore di imposte rispetto ai più poveri, e che queste vengano utilizzate per finanziare servizi pubblici essenziali come la sanità, l’istruzione, la protezione sociale e la tutela ambientale. Questa soluzione è sostenuta, tra gli altri, dall’economista francese Thomas Piketty, che nel suo libro Il capitale nel XXI secolo ha analizzato l’evoluzione della disuguaglianza nel mondo e ha proposto una tassa globale sul patrimonio per ridurla.

Un’altra soluzione è quella di promuovere lo sviluppo umano sostenibile, che si basa sul concetto di capacità, ovvero le opportunità reali che le persone hanno di vivere una vita dignitosa e libera. Questa soluzione è stata elaborata dal premio Nobel per l’economia Amartya Sen, che nel suo libro Lo sviluppo è libertà ha sottolineato l’importanza di garantire a tutti i diritti umani fondamentali, come la salute, l’istruzione, la partecipazione politica e la sicurezza. Questa soluzione è anche alla base degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, che mirano a eliminare la povertà, ridurre le disuguaglianze e proteggere il pianeta entro il 2030.

Una terza soluzione è quella di rafforzare la cooperazione e la solidarietà internazionale, che implica il coinvolgimento di tutti gli attori della società civile, come le organizzazioni non governative, i movimenti sociali, le comunità locali, i sindacati, le imprese e le istituzioni, in un dialogo e in un’azione condivisa per affrontare le sfide globali. Questa soluzione è stata proposta, tra gli altri, dal sociologo portoghese Boaventura de Sousa Santos, che nel suo libro Epistemologie del Sud ha criticato il modello di conoscenza dominante, basato sul capitalismo e sul colonialismo, e ha invitato a valorizzare le diverse forme di sapere e di resistenza che emergono dai movimenti sociali del Sud del mondo.

Queste sono solo alcune delle possibili soluzioni che si possono pensare e organizzare per distribuire le risorse in modo più equo e sostenibile tra tutti gli abitanti del pianeta. Ognuna di esse presenta dei vantaggi e degli svantaggi, e richiede una volontà politica e una partecipazione sociale per essere realizzata. L’importante è non rassegnarsi alla disuguaglianza, ma cercare di contrastarla con la consapevolezza, la creatività e la solidarietà.”

Credo che il discorso meriti di essere continuato.

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