Fonte: facebook
di Luigi Altea – 27 settembre 2014
E’ morto Eric. Era figlio d’emigrati italiani. Aveva quarantadue anni. Lo ha ucciso la paura di essere licenziato.
Era il nostro portinaio, il “gardien”, come si dice qui. Faceva di tutto e di più. Molto di più.
Il suo era un lavoro senza orario. Un fuori orario dilatato, senza limiti. Non perché lo prevedesse il contratto, ma perché aveva paura di essere licenziato.
Sapeva fare di tutto, e lo faceva senza risparmio. Non era tenuto a farlo, ma gli veniva ricordato che tante persone erano pronte a sostituirlo… Ed Eric non poteva rischiare di perdere né il lavoro, né l’alloggio dove l’ex moglie gli faceva “recapitare”, di tanto in tanto, i suoi due bambini.
Lavorando si era procurato una ferita ad un polpaccio, ma non voleva che si sapesse. La ferita ultimamente era diventata una piaga, ma cercava di tenerla nascosta.
E’ stato trovato per terra, quando la setticemia aveva già completato il suo inesorabile percorso.
L’ultima volta che lo sgridai, ricordandogli il dovere di far valere i suoi diritti, mi chiese perché mi scaldassi così. Perché sono comunista, gli urlai! Anche mio padre era comunista, mi rispose, con un gran sorriso che non dimenticherò mai.
Pur di non farsi licenziare ha preferito dare, a modo suo, le dimissioni da noi, e da questo mondo di lupi.
Ciao Eric, e grazie ancora di tutto!