Fonte: Lucia Del Grosso
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di Lucia Del Grosso – 2 gennaio 2015
“E non essendoci posti a sedere si sedettero dalla parte del torto”. La frase di Brecht che mi è venuta subito in mente a proposito dei certificati medici dei vigili di Roma.
Perché in effetti nel pubblico impiego si sta poco comodi.
Sotto attacco da decenni, assimilati alla casta, con contratti bloccati pure se gli stipendi sono da fame, stressati da norme da applicare che fanno a cazzotti l’una con l’altra, depressi da un malessere organizzativo (ma si predica l’attuazione del benessere organizzativo) che sfiora il caos, senza risorse per svolgere serenamente le loro funzioni (uffici senza carta, senza toner per le fotocopiatrici, senza rimborsi per le missioni), ma nonostante questo tacciati di essere privilegiati, chi lavora nel pubblico impiego sa quanta rabbia sorda serpeggi negli uffici.
E’ il prodotto di anni di tagli e retorica rivolti contro il pubblico impiego. Se si vuole distruggere un sistema gli si taglino le risorse un po’ alla volta, si creano le condizioni per il suo malfunzionamento, poi quando inizierà a funzionare veramente male gli si potrà dare il colpo finale e si riceveranno pure gli applausi.
Se poi questo sistema, che già è disastrato di suo e produce una cultura malsana di arrivismo e opportunismo, è immerso in un senso comune che non si riconosce più nell’agire collettivo, ma nell’arte di arrangiarsi fregando gli altri, la notte di Capodanno i vigili preparano il loro originalissimo botto e marcano la visita nelle proporzioni di 83 su 100.
Non credo proprio che si sia trattata di un’azione concertata, la notizia sarebbe trapelata. Però sicuramente c’entra il clima poco sereno della lunga vertenza per il salario accessorio. Comunque ognuno per i fatti suoi prepara la scusa per non passare la notte di San Silvestro in servizio, chi presenta il certificato medico, chi chiede i permessi per la legge 104, chi per donazione di sangue.
Insomma nella penuria di posti a sedere hanno scelto quelli della parte del torto.
Perché o si fa battaglia sindacale, collettiva e a viso aperto, con piattaforme coerenti e proposte di soluzioni percorribili, o si lavora. Altrimenti non si è credibili. In altri tempi questi comportamenti furbeschi venivano censurati dallo stesso sindacato, come per fortuna ricorda ancora la CGIL, che, pur denunciando colpe a tutti i livelli e non buttando la croce solo addosso ai vigili, si è dissociata da questa mattana.
Che come mattana è proprio grossa e avrà conseguenze su tutto il pubblico impiego, come hanno annunciato prontamente i tweet governativi.
E i lavoratori del pubblico impiego si ritroveranno soli ad affrontare questo attacco, perché il comportamento infantile e leggero della notte di Capodanno non è certo il migliore per attirare simpatie ed alleanze. E da soli si perde. Sempre.
Già un’altra volta abbiamo perso e non perché ci eravamo seduti dalla parte del torto, ma solo perché ci eravamo seduti soli: nell’8o, con la marcia dei 40 mila. Ma almeno quella fu una battaglia consapevolmente combattuta. E comunque la pagammo cara.
Questa rischia di essere la riedizione senza onore e con sberleffo di quella disfatta.
Sono arrabbiata, molto arrabbiata.