DUBBIO E PRECAUZIONE: LA PAZIENTE RICERCA DELLA VERITA’

per Filoteo Nicolini
Autore originale del testo: FILOTEO NICOLINI

                         DUBBIO E PRECAUZIONE: LA PAZIENTE RICERCA DELLA VERITA’

Gli articoli precedenti * dedicati al Sistema della Salute ne hanno messo a fuoco alcuni aspetti. Ora mi sono dato il compito di cercare in You Tube gli interventi della Commissione Dubbi e Precauzione del 8 Dicembre 2021 e di ascoltarne con pazienza (durata 9:50:52 !) i tanti contributi qualificati sui temi della vaccinazione e la pandemia. Appare quell’altra Italia che pensa, ricerca, confronta dati, esprime dubbi motivati e invoca precauzione.

Appuntamento ideale e convocazione urgente per confrontare idee e punti di vista sulla pandemia e le conseguenze sociali. Sono rimasto impressionato dalla varietà di professionisti, ricercatori, medici di elevati profili culturali, e stento a credere che si continui ad ignorarli. Infatti un noto TG ha liquidato i lavori della Commissione tacciandola come una riunione di NoVax e senza dedicare qualche minuto ad un servizio, mentre copre eventi, convegni e inaugurazioni con dovizia di particolari.

Sono contento di avere ascoltato gli interventi perché trovo conferme di quello che ci caratterizza come esseri umani: osservare e pensare. Nel concretarsi di una conoscenza il pensare ha certamente la parte principale. L’osservazione cronologicamente precede il pensiero. Per mezzo di essa abbiamo le percezioni, le sensazioni, le impressioni, e poi le informazioni rilevanti, i dati, gli studi. Se l’osservazione viene ostacolata, guidata, filtrata, se in una parola vengono diffuse solo certe notizie e non altre, e si tace censurando studi ed approcci diversi, abbiamo diritto di sollevare dubbi proprio perché è il nostro pensare che ne viene ostacolato, ovvero la nostra libertà. Ed è tutto un fiorire di dubbi quello a cui assistiamo dall’inizio della pandemia.

Quindi, poter osservare per poter pensare è il campo di battaglia metaforico sul quale dobbiamo scendere per ricondurre l’incubo kafkiano in cui ci troviamo alla comprensione, praticando da più parti la paziente ricerca della verità. Solo un approccio multidisciplinare infatti può scalare la montagna della complessità in cui ci troviamo. Nella scienza non ci sono depositari di verità, e chi lo afferma nega l’essenza propria della scienza, che è fondata sul dubbio e si nutre col confronto tra idee approcci e risultati diversi. La vera scienza si fa con onestà ed integrità, senza omissioni e senza confondere le persone. Nasce il bisogno di qualificare la verità interiore soggettiva di fronte al disagio.

La Commissione vuole promuovere la scienza come conoscenza culturale in una dimensione umana e ciò solo può venire dal libero intercambio di punti di vista condivisi.

C’è la consapevolezza di una diffusa povertà culturale nella società e quindi di deficienza di strumenti per interpretare rapidi cambiamenti ed emergenze sociali e politiche, ciò ha gravi conseguenze per le limitate capacità cognitive. Ne vediamo il riflesso nei comportamenti emotivo-cognitivi di vasti settori della società. Il declino della tolleranza va di pari passo con il declino culturale quando si smarrisce l’abitudine alla discussione e al confronto.

 Riassumo brevemente. Il dubbio che si è messo al centro del dibattito è un diritto-dovere, ha due aspetti coesistenti ineludibili. La critica non dovrebbe limitarsi alla confutazione ma segnalare strumenti di intervento. Infatti, il primo livello è stato quello di mostrare i vicoli ciechi, le incongruenze e le carenze che sono all’origine dei numerosi dubbi, ad esempio il piano pandemico fantasma mai aggiornato, l’abbandono della medicina territoriale e le deficienze della Sanità pubblica, i sempre più scarsi finanziamenti previsti dal PNRR. Dopo questo primo livello, ci si interroga sugli indizi di quello che è in gestazione, i nuovi assetti del potere economico, la legittimazione della scienza medica che metta fuori gioco le narrazioni critiche, le modificazioni dell’assetto del campo scientifico-medico.

  In fondo, emerge da alcuni interventi la convinzione che la scienza sia stata tirata in ballo quale invitata di comodo laddove sullo sfondo si muovevano interessi prevalentemente politici ed economici di mercato, chiamata a dare supporto alla più vasta campagna di vaccinazione mai sperimentata a livello globale. Qualcuno osservava sarcasticamente che la lotta alla pandemia ha surclassato e messo in disparte la vera lotta che è alle cause della pandemia, ovvero come è stato segnalato la distruzione dell’ecosistema e l’emergente zoonosi. Con il termine zoonosi si intende una qualsiasi malattia infettiva che può essere trasmessa dagli animali all’uomo direttamente o indirettamente.

 L’aspetto più sconvolgente della gestione della pandemia a mio avviso è quello relativo ai cambiamenti emotivi e cognitivi nella cittadinanza. I media hanno fatto la loro parte nel modulare la percezione degli avvenimenti, orientandosi all’inizio a prevenire il panico e minimizzare la situazione, poi dedicandosi a martellare con notizie allarmistiche attraverso i noti bollettini ed immagini con titoli sensazionalisti, spettacolarizzando e politicizzando, col risultato di ridurre l’ottimismo con pochi minuti di esposizione alle notizie.

É stato ciò casuale? In ogni modo, ha contribuito a mantenere uno stato di ansia e paura della morte per introdurre e calibrare nuove misure sanitarie. Da qui il passo è breve per stimolare giudizi impulsivi e veloci che richiedono un minimo sforzo di riflessione. Le conseguenze sono state molteplici, per esempio le stime basate su campioni non rappresentativi ma confrontati per somiglianza, la tendenza a dare più peso ad indizi a favore delle proprie credenze che a fatti contrari, come abbiamo spesso testimoniato nel nostro intorno familiare.

L’ansia fa dare più peso agli indizi di minaccia che a quelli rassicuranti e così si auto perpetua, mentre la persona interpreta il suo stato emotivo come prova della presenza del pericolo. Quindi si stabilisce un regime di attenzione agli indizi di minaccia non facilmente smontabile. I rischi di morte per Covid sono stati messi in primissimo piano, in evidente censua con i dati per altre cause di decesso. La consapevolezza del pericolo causa uno stato emozionale che genera due meccanismi di difesa: le credenze e l’adesione alla visione dominante da un lato, dall’altro i processi di distrazione.

Qui si è innescato un fenomeno tristemente noto agli psicologi di massa, quando una minoranza dissidente comincia ad essere percepita come minaccia per la comunità. Cresce l’ostilità, si accentua la divisione tra “noi” e “loro” e si creano barriere e segregazioni, come stiamo avvertendo giorno dopo giorno. È sotto gli occhi di tutti la sproporzione della risposta avversa alla dissidenza, con il conformismo maggioritario e il consenso verso le autorità. L’ansia diviene allora uno degli strumenti del controllo sociale. La paura si unisce al dominio sulle coscienze

Uno degli aspetti rilevanti della attuale situazione è che il ponderare appare indebolito a favore delle scorciatoie cognitive. Aggiungo qui che il main stream della narrazione sulla pandemia opera a fisarmonica: diffonde dati e notizie sulla bontà della vaccinazione ma oscura o tergiversa altri fatti, studi e inchieste. Ogni contro-narrazione ha dovuto costruirsi il proprio spazio di diffusione, ma ogni giorno che passa si esacerba l’intolleranza verso chi esprime dubbi e invita alla saggia precauzione.

Ampio spazio infatti è stato dato dagli oratori al principio di precauzione. Con questo termine si intende una politica di condotta cautelativa per quanto riguarda le decisioni politiche sulla gestione di questioni scientificamente controverse. Come diceva Carl Sagan, l’assenza di prove non prova l’assenza. Vi è differenza tra la prevenzione, che limita rischi oggettivi e provati, e la precauzione che limita i rischi incerti o basati su indizi o scarse prove. Il principio di precauzione si applica cioè non a pericoli già identificati, ma a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza certa. Le stesse Case farmaceutiche dicono di non avere indicazioni a medio e lungo termine sugli effetti dei vaccini. Perché non si è applicato il principio di precauzione sancito nella Commissione Europea e nella ONU? Si è aggirato il principio dopo la proclamazione della pandemia e si continua a ignorarlo quando si arrivano a vaccinare le fasce più giovanili. Eppure Ippocrate vedeva nel malato una personalità, non un numero, o un cliente o un caso di fastidioso effetto collaterale. Si è denunciato altresì il blocco di comunicazione sui social anche di articoli pubblicati in riviste internazionali, Da più parti si sono segnalate le incongruenze e gli errori commessi nel protocollo che vorrebbe tre elementi in stretto rapporto, vale a dire la vaccinazione, le misure di igiene e prevenzione, le cure.

L’enfasi dedicata alle vaccinazioni ha lasciato indebolito il fronte delle misure di igiene e prevenzione col risultato di nuovi contagi e rinnovata circolazione virale. Contano più le mascherine e una buona ventilazione perchè il virus circola tra i vaccinati che contagiano, ma questa narrazione che siano solo i non vaccinati a contagiare non si riesce a sradicare. In pratica sui bus e i treni farebbero bene a controllare che tutti indossino le FPP2, che non ci sia affollamento e che la ventilazione funzioni bene.

Quanto alle cure, esse rimangono deficienti per i mancati investimenti nella Sanità pubblica, quando si osserva che l’occupazione dei posti letti negli Ospedali è anche dovuta alla concorrente occupazione di malati per malattie respiratorie, cardiache, tumorali e renali, divenuti improvvisamente invisibili di fronte ai ricoverati per Covid 19. Quanto costa il fumatore al SSN? Le spese per dotare di defibrillatori sono al palo, nonostante 60.000 persone muoiano ogni anno per arresto cardiaco e chissà quante di esse potrebbero essere salvati, eppure….lo Stato Italiano vende e percepisce imposte sul fumo ed i tabacchi!

In parallelo, si è detto che i farmaci essenziali per fronteggiare la malattia erano noti e disponibili, ma non essendo brevettati sono stati giudicati non interessanti per ragioni di mercato, favorendo i vaccini e i nuovi brevetti. Infatti è stato evidenziato il caso dell’India e le terapie a base di Ivermectina, dove si erano distribuite 3 miliardi di dosi, mentre oggi se ne avversa l’uso.

FILOTEO NICOLINI

https://www.nuovatlantide.org/salute-medicalizzazione-e-morte-spunti-da-ivan-illich/

https://www.nuovatlantide.org/tragedia-della-medicina-vulnerabilita-e-medicalizzazione/

htpps://www.nuovatlantide.org/lartificiale-non-e-il-perfetto-incantesimo-contemporaneo/

Immagine: Camina a travès del Angelus, Salvador Dalì

 

 

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