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dal discorso di Mario Draghi, 26 marzo 2015
“L’Italia, come altri, ha consolidato i propri conti aumentando le tasse e tagliando gli investimenti pubblici, mentre la spesa corrente continua ad aumentare”.Non la manda a dire il presidente della Bce, Mario Draghi ma va subito al punto, parlando in audizione alla Camera. Rivolto ai parlamentari riuniti nella sala del Mappamondo Draghi pone l’accento sul consolidamento di bilancio dell’Italia “poco amico della crescita”, perché attuato senza tagliare la spesa corrente. La spesa corrente infatti continua ad aumentare proprio quando dovrebbero essere “gli investimenti pubblici” a crescere e rilanciare l’economia del Paese. Tuttavia la “ripresa fino a ora debole, sta acquistando forza e stabilità”. Ma la causa, dice chiaramente il presidente della Bce, è da ascrivere a fattori macroeconomici estranei all’azione governativa: una congiuntura economica più favorevole, il crollo del prezzo del petrolio, la politica monetaria espansiva e le riforme strutturali varate in diversi paesi dell’area che cominciano a fare sentire i propri effetti. In una situazione economicamente difficile, fare le riforme da parte dei governi sarebbe difficile secondo Draghi. Il calo dei tassi d’interesse a lungo termine e il deprezzamento dell’euro, per effetto Qe, dovrebbero spingere la crescita italiana «di un punto percentuale entro il 2016» assicura Draghi . «Intendiamo continuare con questi acquisti fino alla fine di settembre del 2016 o fino a quando l’inflazione non si avvicina durevolmente ai nostri obiettivi le misure fino ad ora adottate si sono dimostrate efficaci». Draghi ha spiegato che a oggi la Bce conta « di raggiungere i 60 miliardi di euro per il mese di marzo anche se gli acquisti sono iniziati solo il 9 marzo. Non ci sono segnali di scarsità di titoli di stato, questa non è una prospettiva realistica». Draghi non ha mancato di criticare il sistema giudiziario : “l’Italia ha la giustizia civile più lenta d’Europa, negli ultimi anni sono stati fatti diversi interventi, occorre continuare su questa strada” e ha dispensato critiche anche a chi auspica un uscita dall’euro. “Chi vuol far paragoni, può avere un primo parametro nello spread dell’Italia del 2011, cioè 500 punti base sopra il Bund tedesco, che per inciso è quello precedente all’ingresso dell’Italia nell’euro”. “Audizione Draghi in commissione Camera: niente di nuovo. Può far di meglio! Per esempio se venisse a riferire sul 2011 o sui derivati” ha commentato su Twitter Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia a Montecitorio.
ADB
1 commento
Naturalmente Draghi non si pone pubblicamente , ma in privato lo sa, a cosa è dovuta la spesa corrente. A quanto ammonta il deficit ( rapporto fra entrate.tasse. ed uscite.spese sociali, stipendi etc etc) e a quanto invece ammonta il debito pubblico dovuto per gli interessi alle banche per i titoli venduti per pagare sempre gli stessi? Se si ponesse la domanda ritroverebbe la risposta che è inutile tagliare il welfare se non si da un taglio al debito pubblico per interessi.