Autore originale del testo: Alfredo Morganti
D. L’uomo della provvidenza
E se il problema dell’Italia fosse sempre lo stesso. Ossia la democrazia “bloccata”? Priva di sviluppi, di alternative, di ricambi, di svolte. Con l’aspetto di un monolite senza appigli? È stato così quando il PCI era condannato all’opposizione. Ma è così anche oggi, con la sinistra ormai stabile al governo, qualunque sia la maggioranza creativa o il grado di tecnocrazia assurto a Palazzo Chigi. È forse proprio questo il male endemico di un Paese che ogni tanto si avvita su se stesso, perdendo la bussola politica. È in questi frangenti che tutto scolora, e il senso delle forze politiche per il governo prende il sopravvento su ogni altra considerazione, anche la più elementare.
Il governo cessa di essere un obiettivo legittimo, per assumere la forma di una condizione esistenziale, senza la quale tutto cessa di avere un senso o uno scopo. Attorno a Palazzo Chigi si assiepa tutta o quasi la classe politica, come in quelle fotografie in cui centinaia di persone e rispettivi bagagli prendono d’assalto un bus o un camion colmandolo all’inverosimile. In questo democrazia bloccata e senza alternative, l’esecutivo tende a riassumere in sé ogni aspetto del reale, annullando tutto il resto: dalla rappresentanza alla partecipazione di base. Il governo diventa un cancellino che azzera la lavagna dove i problemi del paese prendono forma e vengono discussi democraticamente. Non c’è più discussione pubblica, ma solo chiacchiericcio. Eppure basterebbe poco a rompere l’incanto: tirarsi fuori dal pantano, scendere dal camion strapieno, parlare chiaro al Paese.
Tanto, più nera di così non è possibile, i problemi non si risolvono certo danzando in una guazza politica fangosa, sotto tutela UE e USA, e tanto meno la destra può farci davvero paura: sono più establishment di tutti e più di tutti impelagati nel sottogoverno. Alla prova dei fatti sono destinati a squagliarsi come Alemanno a Roma, che è sparito dai radar. E poi la destra al governo c’è già. Mostriamo, spieghiamo, ai cittadini che non si tratta sempre e solo di ammassarsi al governo e poi si vedrà – ma di stare accanto a loro, ai frammenti sociali, a una società decomposta, alla ricerca delle soluzioni più efficaci, che diano finalmente respiro a milioni di italiani che oggi sono a bagno, spesso sotto la linea di galleggiamento e rischiano di affogare mentre siamo tutti qui a implorare Draghi, raffigurando palesemente, da rei confessi, tutta l’impotenza della politica italiana. “D. L’uomo della provvidenza”, direbbe Scurati, l’incensiere di palazzo.