Autore originale del testo: Gian Franco Ferraris - Paolo Marchesani
Il paradosso del Pd
I quattro ministri sopravvissuti del Pd: Franceschini, Guerini, Orlando, Patrizio Bianchi, rappresentano in modo esemplare il fallimento: Il Pd trova la sua unica ragione di esistere nella gestione del potere, dello status quo. Se non fosse al governo non avrebbe alcuna ragione di esistere, il colmo per qualsiasi partito. E anche nella presenza solo maschile della delegazione, traspare una rappresentazione plumbea del potere fine a se stesso
Paolo Marchesani
Si, nel PD stanno venendo a galla e, temo continueranno ad emergere tutti i problemi politici strutturali che covavano con il governo Conte. D’altra parte, l’analisi credo debba retrocedere parecchio nel tempo per trovare la origine di ciò. Credo che si debba andare indietro, prima della nascita del PD stesso. In sintesi, credo che a questo punto della storia bisogna avere il coraggio di ammettere che, fino dai tempi di Dalema e Prodi, la sinistra italiana, ha smesso di elaborare politica adatta ai tempi. Si è divisa in due tronconi, quello governativo e tutto il resto che praticamente è di stampo nostalgico ed autoreferenziale. Entrambi hanno pensato di avere le verità indiscutibili e, nessuno ha mai avuto ne’ l’umiltà di riconoscere la incapacità, né la capacità reale per cercare la elaborazione di linee politiche. Il risultato è lì che parla. L’ala governativa è una destra un po’ illuminata, il resto, sostanzialmente inutile. Anche l’esperienza di L&U non è diversa da ciò.
Il dramma è che, tolte le individualità che per ora rimangono (ma non sono eterne), resta il vuoto. Non c’è nemmeno più la costruzione di una classe politica dirigente. Io credo che i 2 passaggi più significativi siano stati, la adesione seria ma acritica al governo Monti e, la ascesa prima periferica e poi centrale di Renzi e del renzismo. La sinistra dovrebbe avere il polso dei disagi sociali più di altri. Nel governo Monti ci fu il dramma degli esodati, subito totalmente, nel governo Renzi, ci fu il rifiuto delle forze sociali e la adesione alle forze economiche, anche oltre le loro aspettative, come la abolizione dell’art. 18.
Ora effettivamente si è ad una svolta e, con il governo Draghi, si possono fare 2 cose (non solo per il PD), o si subisce come con Monti e si diventa complici nel bene e nel male, oppure si usa questo tempo per costruire ciò che non è stato costruito fino ad ora. Io me lo auguro ma, temo che non ci siano le capacità e le energie per farlo. Dopo il governo Draghi, o ci sei e sei pronto, o probabilmente non ci sarai più per molto tempo.
Paolo Marchesani 2
io non ho formule magiche in mente e non ho nemmeno nostalgie che sarebbero inutili. Come nella vita delle persone, credo che bisogna fare un duro e defaticante lavoro di mettere insieme una costituente di una nuova (non formazione) ma idee e progetti politici. Per ora ho sentito (ma sarà un limite mio) solo Bersani ripetere che bisogna mettersi insieme con tutte le componenti sociali per costruire una nuova politica di sinistra che torni tra le persone deboli e con i loro problemi per raccogliere il loro consenso e indirizzarlo in parlamento ed eventualmente nel governo se ci saranno le condizioni. Se pensiamo che tutto il mondo, compreso quello capitalistico, anche a causa di una pandemia sta analizzando i limiti del capitalismo stesso per trovare i modi di superarlo, abbiamo la cifra politica di quale è la forbice tra la politica del centrosinistra italiano che resta un esecutore di meccanismi socio economici ma che non sa dominarli per cambiare.
In seconda repubblica la sinistra – centrosinistra, è stata dalla parte del potere e ha perso il contatto con il popolo e le sue sofferenze che erano tante anche senza pandemia. Qui al nord è dagli anni 90 che il sistema produttivo è in crisi e che nelle fabbriche, magari solo per propaganda ma, ad es. La lega c’era e la sinistra mai o in veste di sistema. Quando si costruisce una politica nuova, se è una politica vera, bisogna mettere in conto che, magari si può anche andare alla opposizione e non al governo e, se si va al governo, almeno bisogna che la gente si riconosca. Altrimenti, il potere, gradatamente logora chi c’è l’ha. Vorrei dire una eresia ma è una cosa su cui rifletto. La eresia è in una domanda : al popolo delle classi lavoratrici e disagiate italiane, era più utile il vecchio e defunto PCI alla opposizione o il PD (e anche prima del PD) al governo? Nel primo caso avevano almeno la speranza, nel secondo, non riescono a distinguerlo dal centrodestra. Cambiano le persone ma restano le politiche, addirittura Renzi ha cancellato lui l’art. 18…….. In queste condizioni, solo il terreno dei diritti civili differenzia dalla destra. A che serve allora essere di sinistra – centrosinistra. Ecco perché bisogna fare SUBITO!!!!!!!! una costituente in vigenza del governo Draghi, perché dopo, comunque la politica italiana sarà costretta a cambiare. O ci siamo, o altrimenti per puntare al potere, perderemo definitivamente il popolo. Con una differenza che, nei decenni scorsi magari era una lega anche naif, in futuro, posto che i disagi aumentano e investono più fasce sociali, il pericolo diventa la destra sociale peggiore. È un sogno il mio? Non credo.
1 commento
Lei scrive ” Per ora ho sentito (ma sarà un limite mio) solo Bersani ripetere che bisogna mettersi insieme con tutte le componenti sociali per costruire una nuova politica di sinistra che torni tra le persone deboli e con i loro problemi per raccogliere il loro consenso e indirizzarlo in parlamento ed eventualmente nel governo se ci saranno le condizioni.” Ma una forza politica di sinistra – che a differenza della destra, che vive di interessi concreti, vive soprattutto di valori e di progetti di società, – deve prima di tutto saper prospettare all’elettorato, alle forze sociali, alla società nel suo insieme, un disegno di paese e su di questo ( ma bisogna prima averlo un disegno di paese) interrogare e confrontarsi con il paese per integrarlo miglioralo modificarlo perchè, senza tradirne i fondamentali, possa diventare il comune manifesto politico e il progetto di società di una maggioranza del paese. Qui invece, come fa Bersani, si continua a voler riunire gli scolari senza voler nel contempo assumersi la responsabilità , e la fatica , di voler fare la parte, con oneri ed onori, dei maestri. Troppo facile!!