di Toni Gaeta, 8 gennaio 2017
Allorché qualcuno manifestava un pezzo di parziale problematica verità, individuata in ambito sociale, sottraendosi alla partecipazione attiva, volta alla soluzione della complessità dei problemi, che la stessa manifestazione di verità si limitava ad accennare, gli interlocutori critici erano soliti dire: “mostri il dito ma nascondi la mano..” !
Tale auto-limitativa pratica, volta ad esporre un problema sociale (mostrando un dito) ma astenendosi dalla ricerca più profonda delle cause, per cercare di rimuoverle (nascondendo la mano), nell’attualità dei nostri tempi é diventata prassi consolidata di qualsiasi opinionista, giornalista, politico o intellettuale accreditato dal sistema di potere.
Gli episodi sono innumerevoli e non passa giorno senza apprenderne uno nuovo !
A titolo di esempio, si potrebbe dire che (stando al rapporto della CIA) gli hacker russi forse hanno cercato di condizionare l’elettorato statunitense. Tuttavia, nessun giornalista, opinionista, politico o intellettuale occidentale osa ricordare quante ingerenze in campo elettorale (tutte documentate) hanno dovuto subire i Paesi dell’America Latina ed Europei ad opera della CIA, nel tentativo (spesso riuscito) di ottenere un risultato elettorale favorevole all’imperialismo USA. In questo caso si può dire che molti nascondono la mano, costituita dalla pubblica denuncia dello spionaggio internazionale, al servizio dei potenti (e tra loro dei più potenti..).
Ciò accade perché chi si limita a mostrare il dito é anch’egli al servizio dei potenti di turno.
Un altro esempio potrebbe essere la demagogica affermazione fatta recentemente da Beppe Grillo sulla subordinazione di tutti i media al potere politico costituito. Anche qui si tratta dell’innalzamento del dito indice in segno di accusa. Tuttavia, né l’accoglienza da parte di Enrico Mentana (direttore del TG di La7) delle precisazioni/scuse di Grillo, né quest’ultimo hanno evitato di nascondere la mano sulla detestabile verità, che vede quasi tutta l’informazione soccombere alle logiche del “liberismo economico”.
Eppure si tratta di logiche inaccettabili, che vogliono ricondurre ogni inchiesta alle verità di regime: quelle imposte dalla “filosofia” mercantile dei grandi capitali, i cui detentori sono convinti di dover essere “liberi” di scorrazzare sul pianeta, per distruggere ecosistemi, per fomentare guerre a proprio beneficio, per impoverire vaste porzioni di popolazione mondiale, al fine di superare le fasi economiche di crisi finanziaria, generate da loro stessi.
Un altro esempio potrebbe essere l’ennesima accusa sull’immutata situazione di Napoli, fatta da Roberto Saviano, alla quale il Sindaco Luigi De Magistris ha questa volta risposto, rivelandone il carattere strumentale: ovvero le finalità propagandistiche a favore dei suoi libri. Occorre qui ricordare che Saviano non é un giornalista, non é un politico, non é un’autorità di pubblica sicurezza, non é un letterato, non é un libero professionista (e via proseguendo). Egli vive degli incassi e dei diritti d’autore derivanti dai suoi libri.
Tuttavia, anche Luigi De Magistris ha evitato di distendere la sua mano, non rivelando come i governi della nostra Repubblica continuino a trattare la delinquenza sotto il solo aspetto poliziesco (quando non militare). De Magistris avrebbe potuto dire che, soprattutto il governo Renzi (ovvero quello che più di tutti ha promesso e non ha mantenuto), nonché l’attuale sua “brutta copia” (Gentiloni), fanno finta di non capire che gli emarginati sociali, come gli immigrati, e i disoccupati più in generale sono figli della politica economica “liberista”: quella che tutti i governi occidentali dall’inizio del secolo portano avanti.
In Italia, infatti, non si governa per il popolo, ma si elargiscono miliardi di soldi pubblici alle banche (tutte private), all’industria bellica, a quella farmaceutica, etc, svendendo servizi e patrimonio pubblici ai ricchi, per lasciare sempre più vasti ceti sociali in balia delle cosiddette “leggi di mercato”: tipo i licenziamenti, i voucher, l’assenza di adeguate politiche di istruzione e di professionalizzazione, che eviterebbero il reclutamento delle organizzazioni delinquenziali e terroristiche..!
Questo tipo di politica economica é ferma all’ 800: ovvero a prima che i più grandi economisti rivelassero la natura puramente strumentale e classista dell’economia di mercato. Molto strano e stupido per chi si definisce di Sinistra !