Fonte: facebook
di Alfredo Morganti – 1 settembre 2014
“Il tema della disintermediazione non riguarda solo il rapporto diretto con l’elettore, ma soprattutto con l’opinione pubblica. Sta tutto qui”.
È un tweet di Francesco Nicodemo, un comunicatore del PD. A prima vista sembra arabo. Anche perché 140 caratteri servono più a fare il tifo che ad argomentare seriamente. È un limite di twitter, del web, della comunicazione politica ingenere. E pure del PDR: fare tifo per costruire consenso, piuttosto che aprire una discussione o sollevare obiezioni argomentate. Ma tant’è. Nicodemo, sotto la coltre di ermetismo, intende abbattere le ‘intermediazioni’, ossia i numerosi filtri e passaggi che allontanano il premier dai suoi referenti (i cittadini, l’opinione pubblica). Vorrebbe una comunicazione politica a kmzero, di prossimità: Renzi dovrebbe avere in pugno non solo l’elettorato (scansando il rischio di ricatti a opera degli intermediari, oppure di incomprensioni dovuta al troppo rumore ambientale, oppure evitando l’impossibilità di dialogo per ragioni anche solo di ‘distanza’) ma anche l’opinione pubblica, che non è l’elettorato tout court (che spesso funziona solo da massa ‘passiva’) ma un complesso ‘attivo’ di media, stampa, élite nazionali, ceti professionali, aristocrazia intellettuali, establishment, ecc. che incide nel dibattito politico e condiziona l’elettorato in modo essenziale. All’interno dell’opinione pubblica, comunque condizionata da essi, trovano anche espressione i convincimenti dei partiti, le critiche dei sindacati, insomma di quei benedetti ‘corpi intermedi’ che tanto crucciano il premier. Dice Nicodemo: dobbiamo arrivare diritti all’opinione pubblica, porsi a kmzero nei suoi confronti, senza tante mediazioni. Senza che i corpi intermedi, appunto, pesino troppo.
Qual è il rischio altrimenti? Questo. Siccome l’opinione pubblica è attiva, plasma le convinzioni dell’elettorato in generale (con la stampa, con i media, ecc.) se non la si ‘cattura’, se non lo si fa direttamente e senza intermediazioni, se Renzi non ‘buca’ di più stampa, media e non approssima le élite, ecc., c’è il rischio che i corpi intermedi alla fine abbiano il sopravvento, e anche l’elettorato possa infine cambiare rotta. Ne va insomma del consenso, che credo sia la vera stella polare del premier, senza la quale il suo universo diventa buio pesto. Nicodemo, dunque, presenta un disegno di comunicazione-politica ambizioso. Che consisterebbe nel pressare da vicino e fare man bassa di tutto ciò che incida nella costruzione della popolarità e del consenso. Senza affidarsi più ad alcun intermediario, senza confidare astrattamente nell’opinione pubblica, ma semplicemente posizionandosi molto, ma molto vicino, ‘disintermediando’, appunto. La battuta o il gelato del premier non solo arriverebbero ‘puri’ all’elettorato, ‘puri’ nel messaggio originale intendo, ma passerebbero anche il vaglio dell’opinione pubblica, riscuotendo più simpatia nei giornali, nelle élite che contano, nella classe dirigente e, di lì, scivolare poi in basso, verso il popolino addirittura rafforzati, comunque sempre dotati della presunta efficacia originaria.
Un bel disegno no? Il messaggio resterebbe puro, non più contaminato dalle critiche, dalle discussioni, dalle opposizioni, dalle gufate, dai rosiconi. Si staglierebbe senza ipoteche. Nicodemo, Sasso, non vedrebbero corrotto il loro prezioso progetto, i claim, gli hashtag, i tweet mattutini, i virtuosismi comunicativi, tutti oggetti costruiti faticosamente in laboratorio. Renzi mangia il gelato per ironizzare con l’Economist? Nessuno si permetta di incrinare questa preziosa immagine pensata dai guru, il suo senso ironico, la sua superficiale profondità, con interpretazioni sbagliate, controproducenti: ‘Io faccio cose e voi non rompete le palle e non remate contro. Non disturbate il manovratore e non gufate. Gli elettori debbono capire bene, non è possibile che stiate lì ad arzigogolare sul peletto dell’uovo. Passi che un elettore abbia un dubbio, ma le élite di questo Paese non possono averlo, non debbono ascoltare gli inutili corpi intermedi, debbono stare con me, lavorare e applaudire. E non è ammissibile che Marchionne faccia la criticuccia, o che la Camusso brontoli, e Della Valle così e Farinetti colà, e Scalfari si indigni e la Annunziata metta la pietra tombale sul renzismo. Non è da Paese civile. Da quando in qua le élite che guadagnano una cifra e che prima stavano coi comunisti e i democristiani adesso si permettano di criticare, di essere scettici, di non essere ottimisti come me? Ma come fanno a non capire che io lavoro anche per il loro bene? Perché mi fanno soffrire (e fanno soffrire molto anche Nicodemo e Sasso)? Va a finire che, se qua non la smettono io li disintermedio a tutti, e guarda te se non lo faccio!’.