di Alfredo Morganti – 11 aprile 2017
I disintermediatori
Adesso i sindacati sono un’ “incrostazione”. Con un’immagine rivoltante, 5Stelle ha deciso che un suo punto di programma è l’accantonamento dell’esperienza sindacale sui luoghi di lavoro, perché quell’esperienza sarebbe fonte di privilegi. La soluzione, anche lì, sarebbe la democrazia diretta, la stessa magari incertissima di Genova. Il termine usato dai grillini per classificare questa loro uscita è sempre lo stesso, “disintermediazione”, ossia cancellazione o riduzione dei livelli e dei corpi intermedi, a vantaggio di un rapporto secco, lineare, senza mediazioni né ‘incrostazioni’ tra il Capo (politico o economico) e i ‘cittadini’- lavoratori. Un po’ come in certi regimi, tanto per capirci.
Già altri avevano avuto l’idea di ‘disintermediare’. Ricorderete senz’altro la posizione sostenuta dai renziani, per i quali bisognava eliminare in qualche modo la ‘palude’ di chiacchiericcio politico (a loro giudizio) che impediva alle decisioni del Capo di divenire realtà effettiva in mezzo minuto secondo. Come? “Disintermediando”, appunto. Accorciando l’iter delle procedure democratiche sino a ridurle a zero, di modo che tra chi decide e chi deve essere deciso vi siano meno partiti e istituzioni possibili. Una specie di ‘vuoto’ pneumatico dove possano schizzare liberamente tutte le deliberazioni di Palazzo Chigi e dei vertici dello Stato.
In questo Grillo e Renzi sono identici tra loro, ‘populisti’ in egual misura. Se per ‘populismo’ si intende il tentativo di accorciare a zero la distanza tra Capo e Popolo, cancellando le ‘mediazioni’ (le ‘incrostazioni’, appunto), il dibattito pubblico, ruolo e funzioni di sindacati, partiti e istituzioni, a causa dei quali, dicono, si perde tempo e non si ‘fa’ quel che si vorrebbe fare, magari alla velocità delle luce, come per magia. In entrambi c’è un clamoroso risentimento verso i luoghi di dibattito e di partecipazione. Per entrambi la partecipazione è un click (ricusabile) oppure i tavoli della Leopolda: praticamente zero.
Per questo fanno sorridere quelli che adesso rimproverano a Bersani il suo generoso tentativo di non mollare alla destra i 5 Stelle e di parlare all’elettorato grillino, che in buona parte è di sinistra o ex PD. In fondo, Renzi risponde pari e patta a Grillo quando propone una App che contrasti lo strapotere di 5Stelle sul web. Dimostra di essere in sintonia profonda col comico ligure (non a caso ricerca un dialogo diretto con Casaleggio) e di concepire le sue stesse convinzioni: quelle di stabilire una connessione diretta col Popolo e limitare al massimo il dibattito pubblico e democratico, comprimendo il ruolo largo delle istituzioni e delle Costituzioni che vivono di quelle ‘mediazioni’ e di quel dibattito, proprio come la nostra. Come se occupare militarmente il web sia la garanzia di un buon governo politico. Come se ridurre la mediazione produca un vantaggio democratico. Come se la politica fosse una gara tecnologica. No, non funziona così.