Disintermediare Velardi

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Alfredo Morganti,

 di Alfredo Morganti – 25 marzo 2016

Leggo solo ora un post di Claudio Velardi di qualche giorno fa, dove questi invoca accorato la disintermediazione dei media. Lo fa, perché scandalizzato dal comportamento di questi ultimi, sostenendo che, ormai, media e magistratura pari sono, entrambi strutturalmente e pregiudizialmente ‘all’opposizione’ del governo, di qualsiasi governo in campo (e non solo di quello Renzi, di cui Velardi dice che fa bene anche lui a disintermediarli). Questo è. Faccio due osservazioni. La prima. Ma siamo così convinti che i media siano tutti all’opposizione di Renzi? Che in questi ultimi anni, nel paese, la partita in corso sia stata ‘Renzi vs media’? Ma come: basta un qualsiasi (finanche casuale) zero virgola in più in qualche sporadico indice socio economico anche di terza fila, e dalla stampa sale subito il peana in lode e gloria del suo nome! Vedi il jobs act, ma non solo. Ma come: sono mesi che sopportiamo francescanamente in tv e sulla carta stampata l’enfasi sul nuovo che avanza, e lo spregio verso il vecchio che resiste, come una specie di trionfante colonna sonora dell’OPA lanciata da Renzi prima al PD e poi al governo! Di che cosa stiamo parlando?

Seconda osservazione. La società della comunicazione, dei social, dei media, dello spettacolo (fate voi) ci ha infarcito la mente e ha mutato le nostre vite (soprattutto in peggio, visti i post che circolano) e adesso ne chiediamo la disintermediazione? Così, solo perché la TV fa di testa sua? Eppure dovrebbe essere chiaro a tutti che la politica, questa politica ‘nuova’, senza i media ormai è nulla, è una scatola vuota, è nuda. Renzi compreso. Nonostante ciò Velardi ci invita a farne a meno, perché secondo lui quel fronte è ‘ruvido’, autonomo, esercita una sovranità anche politica. Si pretende, insomma, che i media non siano all’opposizione, ma magari al governo, come solerti pifferai della rivoluzione renziana. Una stampa e una tv che non facciano i cani da guardia, ma si prestino a combine, facciano da sponda, esaltino gli zero virgola di regime, e facciano le domande giuste, al momento giusto, nella cadenza appropriata, e poi, come dice Velardi, stiano zitti e mosca quando il funzionario di turno stabilisce che non c’è nulla da dire. Perché silenziandosi cesserebbero di essere omologati, visto che secondo il post velardiano è proprio il loro attivismo a creare omologazione (pensate un po’ la mente umana di quali ragionamenti è capace!). Ma come lo definireste voi uno che chiede ai media di star zitti, di non stare all’opposizione, di spegnersi quando qualcuno stabilisce che non c’è nulla da dire? Come se in questo mondo grande e terribile non ci fossero sempre cose da dire, ogni giorno, e meno male che qualcuno queste cose le dice, e non si silenzia. Piacciano o meno le notizie che passano al TG.

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