Diario di un buon cattolico di centrosinistra (ora defunto)

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Giorgio Merlo

Giorgio Merlo, deputato torinese del Pd (non candidato alle elezioni del 4 marzo), di professione giornalista RAI, cattolico di “centrosinistra” sulla propria pagina facebook ha scritto quasi ogni giorno commenti in questi giorni cruciali del Pd. Ho rubato i commenti dal 20 gennaio al 3 febbraio perchè mi sono parsi una testimonianza esemplare ed essenziale di questa desolante fase politica che rischia tra l’altro di lasciare orfani di rappresentanza politica il mondo cattolico “democratico” che ha inciso il paesaggio politico della storia d’Italia almeno dal 1891.

di Giorgio Merlo 1 febbraio 2018

Sono ritornati i collegi uninominali e un soffio di nostalgia a volte mi cattura. Penso, per dirla con chiarezza, al “mio” collegio di Pinerolo che vinsi due volte consecutive alla Camera dei Deputati. Con l’amico Elvio Fassone al Senato abbiamo vissuto una esperienza politicamente indimenticabile perché ricca di umanità, di impegno vero, di profondo radicamento territoriale e di raro e grande entusiasmo.
Certo, erano i tempi dell’Ulivo, della partecipazione dal basso, della “ripartenza” politica e progettuale dopo i disastri di Tangentopoli e la fine dei partiti della prima repubblica. Ma c’erano un entusiasmo e soprattutto una passione che sono rimasti scolpiti nella storia politica di quel territorio.
Eppure il collegio di Pinerolo era di “fascia 7” – cioè di quelli dati perdenti in partenza vista la divaricazione di consensi a favore del centro destra, oltre 10 punti di distacco – ma il risultato fu ribaltato. Il segreto di quel successo politico straordinario e del tutto inaspettato, fu dovuto a 3 elementi di fondo: il “valore aggiunto” del candidato, una grande unità della comunità politica del centro sinistra, ovvero l’Ulivo e una iniziativa politica che riuscì a coinvolgere settori sociali, mondi vitali e pezzi di società sino a quel momento dispersi e frammentati.
Insomma, una esperienza bellissima ed irripetibile perché unica. Una esperienza che, per quanto mi riguarda, ha contribuito alla mia formazione politica, culturale e sociale.
Oggi il panorama è cambiato profondamente. Quell’entusiasmo, quella unita’, quel radicamento territoriale e quella rete di contatti umani e sociali sono sostanzialmente evaporati. E’ inutile negarlo. L’unica speranza per il centro sinistra di questo pezzo di territorio, cioè il collegio di Pinerolo, e’ che ritorni ad essere unito alle prossime elezioni. E che sia in grado, quindi, di poter competere con quelle formazioni politiche che oggi nel Pinerolese lo surclassano di gran lunga. Auguri a tutti!

commento di Paolo Palma:

“Ma questi sono falsi collegi visto che non c’è il voto disgiunto. È una presa per i fondelli dei cittadini. I quali dovrebbero punire nell’urna tutti i partiti che hanno votato questa schifezza dì legge elettorale: PD, FI, Lega innanzitutto.”

20 gennaio 2018

Certo, l’attuale sistema elettorale e’ un pessimo #sistemaelettorale.
Detto ciò, e’ inevitabile che con questa legge la scelta dei candidati sia fatta dai partiti a livello nazionale. E’ inutile scandalizzarsi o fare i finti moralisti. Quando si vota un sistema che prevede la designazione centralistica dei #candidati, e’ ovvio che la #selezione viene fatta dai #leader – o dai capi – dei rispettivi partiti. Così va il mondo.

21 gennaio 2018

#LiberieUguali può candidarsi, con altri, a ricostruire il vero centro sinistra nel nostro #paese. Ad una condizione, però. E cioè, che sia un vero soggetto politico plurale e non solo l’espressione della cultura della #sinistra. Seppur importante e decisiva. Perché, se così fosse, semplicemente non centrerebbe l’obiettivo per cui è nato.
Comunque sia, avanti.

a dei “diversamente renziaLa cosa non mi riguarda ma francamente non comprendo lo “stupore” e lo “sconcerto” per come #Renzi ha compilato le liste del #Pd.

27 gennaio 2018

La cosa non mi riguarda ma francamente non comprendo lo “stupore” e lo “sconcerto” per come #Renzi ha compilato le liste del #Pd.
Essendo il Pd – come oggi riportano quasi tutti gli organi di formazione, compresi quelli che fiancheggiano il Pd renziano – diventato sempre più il “Pdr”, cioè un partito personale, Renzi ha giustamente privilegiato nella compilazione delle liste i suoi fedelissimi e la cosiddetta minoranza del partito funzionale al suo disegno politico. Cioè la #minoranza dei “diversamente renziani”.
E’ tutto talmente chiaro e solare che non capisco francamente lo “sconcerto” e lo “stupore” di qualche buontempone.

Oggi, più che mai, la politica italiana avrebbe bisogno di “leader e non di capi”. Per dirla con un grande cattolico democratico del passato, Mino Martinazzoli. Ne avrebbe bisogno la politica, ma soprattutto il campo del #centrosinistra.

#GianniCuperlo dice che rinuncia a candidarsi nel collegio di #Sassuolo perché non accetta di essere paracadutato in un territorio a prescindere.
Se dovesse finire così – ripeto, se dovesse finire veramente così – ci sarebbe un solo commento da fare con 3 semplici parole: giù il cappello. Di fronte a Gianni.

28 gennaio

Gli esponenti della sinistra #Pd che hanno abbandonato il Pd renziano, lo hanno fatto sostanzialmente per una motivazione. E cioè, il Pd da “partito plurale” era diventato a tutti gli effetti un “partito personale”. Ovvero un “partito del capo”.
Oggi, dopo la compilazione delle liste da parte del segretario nazionale Pd, tutti gli organi di informazione – dico tutti, compresi quelli che appoggiano legittimamente il pd renziano – dicono alla unanimità che da ieri è nato ufficialmente il “Pdr”, cioè il partito di Renzi.
Bene, ci sono arrivati con qualche mese di ritardo, ma ci sono arrivati anche lorsignori a chiamare le cose con il proprio nome. Amen.

Ormai tutto il circo mediatico concorda. Finalmente. Dopo la vicenda, triste e squallida, della compilazione delle liste, e’ finita la stagione – seppur breve – dei “partiti plurali” e democratici.
D’ora in poi ci saranno, almeno per quanto riguarda le forze politiche più consistenti, solo più i “partiti personali”. O del “capo”. Punto.

29 gennaio

Beh, chi legge oggi i quotidiani – di qualsiasi orientamento – avrà qualche difficoltà, parlando del Pd, a definirlo un partito “plurale, che rispetta le minoranze, con una gestione collegiale e autenticamente democratico”.
A costoro consiglio di leggere le cronache sportive…

Spero che dopo il 4 marzo possa rinascere, seppur faticosamente, un vero centro sinistra di governo, plurale e riformista. Certo, forse partendo dall’opposizione.
Il vero problema, comunque, sarà quello di sapere cosa farà il Pdr. Che, ad oggi, privilegia l’alleanza con Forza Italia. Almeno così dicono quasi tutti….

L’ho detto ieri e lo ripeto oggi. Di fronte al gesto di #GianniCuperlo di non candidarsi nel collegio di Sassuolo perché contro ai “paracadutati” romani nella periferia, 3 sole parole sono spendibili: e cioè, “giù il cappello” di fronte a Gianni.
Di fronte alla spregiudicatezza nella compilazione delle liste esercitata dal capo del #Pd, il gesto di Gianni e’ un raggio di luce in quel partito. Ma resterà, appunto, solo un raggio di luce.

30 gennaio

Chi si riconosce in una prospettiva di #centrosinistra ha, oggi, una doppia sfida politica: ricostruire una coalizione che è andata definitivamente in frantumi e, soprattutto, ridar vita a partiti che non si riducano ad essere il “partito del capo”. Ovvero banali “partiti personali”.
Una doppia sfida impegnativa ma necessaria se non si vuole assistere nel futuro ad alleanze innaturali dove la destra e la sinistra vengono definitivamente archiviati.

#RomanoProdi dice che il #Pd e #Renzi da sempre lavorano per l’unita’ del centro sinistra. Liberi e Uguali invece no.
A volte anche i “padri fondatori” dicono cose opinabili. Soprattutto quando parlano della politichetta contemporanea.

31 gennaio

Un consiglio non richiesto. Eviterei di parlare di #centrosinistra in questa campagna elettorale.

2 febbraio

L’ormai strombazzato, semi annunciato, quasi sicuro e già pianificato accordo tra il #Pd di Renzi – il Pdr – e Forza Italia di Berlusconi dopo il 4 marzo, e’ uno degli elementi da ricordare per tutti coloro che si pongono ancora il problema di non mandare definitivamente al macero una prospettiva di #centrosinistra.

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Ottima e profonda intervista di #CiriacoDeMita al #CorrieredellaSera.
Intelligente riconoscimento alla figura di #CarloDonatCattin e al ruolo che dovrebbe avere una politica pensata e vissuta e non solo gestita con il potere.
Purtroppo si parla di leader che oggi non si intravedono neanche più all’orizzonte.
Auguri Presidente per i 90 anni.

3 febbraio

Renzi dice che votare Liberi e Uguali equivale a votare Salvini.
Liberi e Uguali, giustamente, sostiene che votare Pd ratifica l’accordo politico tra il Pd di Renzi e Forza Italia per il prossimo governo . Come la mettiamo?

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