Fonte: Screp Magazine Roma
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Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale, è associato al Rutgers Institute on Anti-Corruption Studies (RIACS) di Newark negli Stati Uniti d’America, nonché ricercatore e analista dell’Alta Scuola di Studi Strategici sulla Criminalità Organizzata del Royal United Services Institute di Londra. E’ stato allievo di Giuliano Vassalli e amico e collaboratore di Antonino Caponnetto.
Fiore:- In occasione delle ultime elezioni regionali si candidò a Governatore per la sua Regione, il Molise, partecipando alle regionarie del Movimento 5 Stelle e giungendo tra i primi cinque del Movimento, ma poi…
Musacchio:- Mi candidai pensando che il Movimento potesse rappresentare il cambiamento ma mi resi subito conto che era gestito da capibastone che decidevano tutto passando sopra la testa e il voto dei loro elettori.
Dal popolo dei 5 Stelle infatti fui tra i più votati e se chi gestiva il potere non mi avesse escluso dal secondo turno delle consultazioni online per la scelta definitiva del candidato governatore con motivazioni create ad arte, avrei vinto le famose regionarie.
Oggi penso che sarei stato comunque scomodo perché non gestibile. Dicevano che un indagato non poteva ricoprire incarichi pubblici ma oggi per quegli incarichi pubblici votano imputati. Erano contro le spartizioni politiche e oggi vi partecipano a pieno titolo. Poltronismo e nepotismo che lottavano, oggi sono il pane quotidiano. Hanno persino usato Di Matteo per i propri scopi personali.
Fiore:- Cosa pensa, in base alla sua esperienza politica, del caso Bonafede-Di Matteo?
Musacchio:- Personalmente grande delusione, perché conosco sia Di Matteo sia Bonafede e so di che pasta sono fatti entrambi. Di Matteo era simbolo della politica del M5S per cui, se lo proponi a un ruolo importante e poi ti rimangi la parola data, hai tradito lui e chi ti ha dato fiducia votandoti. Cosa poi abbia fatto cambiare idea a Bonafede nel giro di ventiquattro ore credo non lo sapremo mai, anche se possiamo agevolmente intuirlo.
Fiore:- Il suo pensiero sul Mes…
Musacchio:- Non sono un economista e non entro nel merito, tuttavia penso che se senza vincoli e a fondo perduto potrebbe essere accettato e utilizzato. Il punto, però, è un altro.
Questa Europa non solidaristica a me non piace. Non mi piace l’Europa che mi dà i soldi per costruire nuove strutture ospedaliere, potenziare le esistenti e assumere personale mentre prima mi obbligava a ridurre drasticamente la spesa sanitaria. C’è qualcosa che non quadra.
Fiore:- Secondo lei Conte vedrà il traguardo del 2023?
Musacchio:- Credo di sì. E le dirò di più! Buona parte del M5S ingoierà il Mes per tenersi la poltrona.
Il governo cadrà quando le persone non avranno più lavoro e quindi da mangiare. Credo che presto nelle piazze si leverà la protesta sociale e allora vedremo il vero volto e le capacità di questo governo.
Fiore:- E’ immaginabile il ritorno alle origini dei 5 Stelle?
Musacchio:– No! E’ ormai contagiato dal virus della bramosia di potere. Quell’entusiasmo e quella voglia di cambiamento, che ha mosso il 33% degli italiani che si sono fidati, sono evaporati. Le battaglie delle origini erano uno specchietto per le allodole.
Fiore:- In Italia oggi siamo in piena magistratopoli?
Musacchio:- Credo che questo rapporto clandestino tra politica e correnti della magistratura ci sia sempre stato. Adesso con i trojan lo vediamo per com’è veramente.
Fiore:- Mi parli dei trojan…
Musacchio:- Le intercettazioni come strumento d’indagine sono indispensabili, quelle con i trojan vanno regolamentate in maniera puntuale e tassativa. Le vedo bene per i delitti di mafia, di terrorismo e di corruzione.
Fiore:- È da oltre un anno che il CSM naviga nel mare della crisi. Come mai?
Musacchio:- A dire il vero il CSM è in crisi dai tempi di Falcone e Borsellino e le loro storie lo confermano.
Fiore:- Ci sarà la riforma del CSM?
Musacchio:- Passata la tempesta, tutto rimarrà com’è, e se riforma ci sarà il cambiamento sarà gattopardesco.
Fiore:- Ha fiducia nella politica attuale?
Musacchio:- La politica ha perso il primato. Oggi è sottoposta all’economia e alla finanza. Ha escluso i giovani più in gamba e ha inglobato quelli mediocri o addirittura inadeguati.
Fiore:- Mi sta dicendo che non abbiamo una classe dirigente all’altezza?
Musacchio:- Credo lei possa darsi da solo la risposta. Abbiamo i migliori nei posti chiave delle pubbliche istituzioni? La politica è diventata l’espediente per chi non sa fare nulla.
Fiore:- Siamo una democrazia a metà?
Musacchio:- Di certo stiamo perdendo le garanzie minime dello Stato di diritto e dello Stato sociale.
Fiore:- Troveremo il vaccino per questo “virus” da cui è affetta la magistratura?
Musacchio:- A mio parere il possibile vaccino c’è. Separazione tra le carriere di Pm e di giudice con due Csm distinti. Discrezionalità dell’azione penale. Incompatibilità tra magistratura e politica. Chi vuol fare politica deve dimettersi dalla magistratura. Regolamentazione rigida per gli incarichi extragiudiziari. Valutazione dei magistrati più qualitativa e meno quantitativa.
Fiore:- La giustizia rimane uno dei grandi blocchi per l’Italia?
Musacchio:- Assolutamente sì. L’unico vero rimedio alla crisi della giustizia italiana è la riduzione del numero dei processi sia in primo grado sia nelle impugnazioni per ricondurre i carichi di lavoro a quelli di altri Paesi europei. Per far questo, in sede penale, occorre depenalizzare drasticamente e con criterio e, in sede civile, incidere sulla litigiosità riservando ai giudici i casi che necessitano realmente del suo intervento.
L’informatizzazione in tutto ciò svolge un ruolo decisivo. In Italia, com’è del tutto evidente, accadono cose che probabilmente non avvengono in nessun altro paese europeo: io comincerei a riflettere su quest’aspetto e ad agire di conseguenza.
Fiore:- Vale anche per la pubblica amministrazione?
Musacchio:- Per la p.a. credo occorra ristabilire un principio: i comportamenti penalmente rilevanti vanno puniti drasticamente.
Fiore:- Siamo alla cultura del sospetto?
Musacchio:- La cultura del sospetto non è l’anticamera della verità, la cultura del sospetto è l’anticamera del komeinismo, disse il Giudice Falcone. Una frase diventata famosa che lui riferiva alla correttezza e all’onestà degli individui in generale.
Fiore:- Due parole su Bonafede…
Musacchio:- Non è lui il mio problema. Il problema è un altro: Bonafede è in grado di fare quello che fa? Questo ragionamento ovviamente non vale solo per lui.
Fiore:- Tre parole su Conte…
Musacchio:- Non mi piace particolarmente. E’ un equilibrista che è stato con la Lega e ora è con il Pd e Renzi. Però, attenzione, in giro c’è di peggio!
Fiore:- In Italia abbiamo una stampa sottoposta al potere?
Musacchio:- Direi di sì. La stampa libera è in via d’estinzione. E’ scomparso il vero giornalismo d’inchiesta, quello alla Pippo Fava per intenderci. Una volta si diceva che il giornalismo dovesse essere il cane da guardia del potere.
I giornalisti devono svelare i rapporti tra mafia, politica e corruzione evitando i silenzi, i veli omertosi, la poca chiarezza: comportamenti che li rendono complici di questi meccanismi deleteri. Non dimentichiamoci che tra le funzioni della stampa vi è anche quella di informare il cittadino affinché possa esercitare consciamente la sua sovranità. Una democrazia funziona se la stampa e i media svolgono bene il loro lavoro.
Fiore:- Una parola su Matteo Renzi…
Musacchio:- Non mi piace. Mi sembra il furbacchione della classe che copia il compito, però prende il voto più alto rispetto a chi l’ha fatto copiare.
Fiore:- Qualche frase sul centro destra e sui suoi leaders?
Musacchio:- La parte incattivita degli italiani vota la Lega di Salvini, i tifosi della destra storica votano per Giorgia Meloni, I più moderati si sentono rappresentati da Berlusconi. Alle prossime elezioni questa compagine potrebbe vincere, anche se credo che il risultato dipenderà molto dall’offerta politica e progettuale che verrà messa in campo dal governo in carica dopo l’emergenza da Coronavirus.
Fiore:- Lei sarebbe favorevole all’amnistia?
Musacchio:- No! Chi mi conosce sa che sono favorevole alla depenalizzazione di molti reati inutili, facendo in modo che si vada in galera di meno e solo quando c’è una reale pericolosità sociale.
Sono stato sempre contrario alla custodia cautelare in carcere e favorevole alle pene alternative e domiciliari in tutti i casi ove sia possibile. Occorrono nuove carceri, più dignitose e rieducative. I cittadini tuttavia devono sapere che lo Stato punisce chi va punito. Tolleranza zero per mafie, terrorismo, corruzione ed evasione fiscale.
Fiore:- Secondo lei servono nuovi codici per riformare il sistema “Giustizia”?
Musacchio:- Se si ha un progetto e si hanno le persone giuste per realizzarlo allora direi di sì. Riformare il diritto civile e la procedura civile, il diritto penale e la procedura penale è impresa titanica che credo in questo momento non agevolmente attuabile.
Fiore:- Trattativa Stato-mafia. C’è stata?
Musacchio:- Direi proprio di sì, e non lo dico solo io, ma anche una sentenza di un organo giurisdizionale. La mafia dalle sue origini ha sempre avuto collusioni con lo Stato.
Dirò di più… questa trattativa non può avere lati oscuri, occorre massima chiarezza: eludere o omettere i fatti significa non rispondere a un’esigenza che riguarda la salute della nostra democrazia.
Fiore:- Per chi voterà alle prossime elezioni politiche?
Musacchio:- Mentre vi è una gara a disconoscere di essere stati comunisti, io confermo di esserlo stato e di aver votato il PCI fino a quando è esistito. Successivamente ho votato per i Comunisti Italiani di Diliberto. Poi ho commesso l’errore di non andare a votare. Ho votato anche i Cinque Stelle. Oggi voterei in base ai programmi e alle persone. Spero di poter votare un nuovo partito composto di persone perbene, competenti e soprattutto aperto ai giovani.
Fiore:- E ora il botto finale per chiudere il cerchio con una domanda molto personale (può non rispondere)…Mi parli della sua famiglia!
Musacchio:- Perché mai non dovrei rispondere? Non sono sposato. Ho una figlia di dieci anni che vive con me. Viviamo assieme a un cane, due gatti, pesciolini rossi, una tartaruga che ogni tanto ci viene a trovare e con la tata Natasha che conosce ed ha accudito mia figlia dalla nascita. Il nostro rapporto è caratterizzato da tanta gioia di vivere, immensa dolcezza e sconfinato amore. Ho scoperto che la nascita di una figlia è, almeno per me, l’unico modo per vivere l’amore vero.
Grazie, professore.
Grazie a lei per questa intervista a tutto tondo che mi piace definire “bella”.