Autore originale del testo: Alfredo Morganti
Di Maio e l’apocalisse.
Il contributo di Di Maio alle sorti dei “Democratici e Progressisti”, a quanto sembra, è nullo. Adesso è evidente quale fosse il fine della sua alzata di testa: dare un colpo a Conte, garantirsi l’accesso nell’establishment, sistemarsi personalmente. E alla fine magari ci riuscirà pure, e persino a spese di qualche alleato, che pure l’ha accolto nelle proprie liste come premio alle sue scorribande politiche.
Questa squallida vicenda è il segno dei tempi. Tempi di miseria politica, di esaltazione della tecnica, di interessi personali e aziendali su tutto. Ho la nettissima impressione che il 26 settembre sarà il giorno della resa dei conti, in un senso o nell’altro. Comunque vada, per noi, per la sinistra, per i vecchi come me che ancora ci credono e per questo Paese che forse merita la catastrofica deriva antipolitica che ha intrapreso, sarà un bene. O, magari, nel tempo potrà trasformarsi in un bene, se sapremo agire intelligentemente. Chissà. Vi confesso che, combinati come siamo, l’apocalisse mi rende persino ottimista. Pensate un po’.