Per insegnare qualcosa ai bambini più piccoli, spesso dobbiamo farci aiutare dalle immagini.
Quando insegnerò a mia nipotina cosa sono la destra e la sinistra, le mostrerò le due foto, che voi avete il privilegio di vedere qui in anteprima…
Le dirò che la signora a destra voleva curare per primi i bambini ricchi che avevano tanti giocattoli, e anche una bella piscina grande, perché i loro papà guadagnavano tanti soldoni, anche quando lavoravano poco, o non lavoravano per niente.
E le dirò che il signore a sinistra, curava i bambini poveri, che non avevano neppure un piccolo peluche, e neanche l’acqua per farsi un bagnetto in una bacinella di plastica, perché i loro papà avevano pochi soldini, anche quando lavoravano molto. E a volte quei bambini non avevano neppure un papà.
La signora è brutta vecchia e cattiva, mi dirà senz’altro Sofia.
No, Sofia! Non si dice mai brutta vecchia e cattiva ad una signora. Si dice bella nova e bonetti.
Quando poi crescerà, imparerà a declinare uguaglianza al singolare, e disuguaglianze al plurale.
Perché le disuguaglianze sono le conseguenze concrete e dolorose dell’uguaglianza, quando questa resta un astratto concetto.
Da grande capirà anche che essere di sinistra vuol dire battersi per l’uguaglianza, non in nome di una di una trascendenza, ma semplicemente in ragione di un umanesimo profondo e sincero.
Soprattutto spero che anche per Sofia l’uguaglianza sarà l’idea più bella, la più forte, quella per la quale vale la pena impegnarsi durante tutta la vita.
Nonno, papà ha detto che quella signora è stronza.
Sofia non si dicono le parolacce! Non si dice così!
E come si dice?
Si dice Letizia Moratti.