Democrazia padronale

per Gian Franco Ferraris

di Antonio Napoletano – 6 luglio 2014 su facebook

Si diceva e si dice, a ragione, che nessun padrone può resistere alla critica del proprio servitore. Nel senso, s’intende, che il servo, in ragione della sua reale prossimità al proprio padrone, riduce sempre all’osso, non fosse altro che per economicità di soluzione, quello che il padrone è e/o pensa di essere, fa e/o vorrebbe fare. Insomma, lo ‘critica’. Lo ‘vede’ al nudo, nella sua fallace essenza.
Non conosco, né mi occorre conoscere il palmares, le res gestae, di tale Lorenzo Guerrini, che so vicesegretario e factotum del e nel PD di padron Renzi.
Misso dominico per antonomasia, questo signore fornisce per mestiere e vocazione, urbi et orbi, gli aggiornamenti su tutto ciò che riguarda il proprio padrone. Nel caso egli comunica, divulga, fa osservare come apodittiche, non solo le consegne dell’ora ai sodali, ma anche ai più o meno riottosi o convertiti che siano. Quelli, per capirci, sul punto o che hanno appena abbracciato la santa causa della riforma renziana, quella del suo signore e padrone.
Così stamane leggo su “L’Unità”, quel giornale in agonia, ma dal brand necessario (ipse dixit), che, il servizievole Guerini, ha annunciato in risposta ai tardivi mal di pancia bersaniancuperliani, la ‘pratica’intestata alla nuova segreteria << è bloccata>>.
E non perché il suo padrone non abbia avuto tempo di occuparsene – si conosce la furia realizzativa del Nostro. Quanto piuttosto, come dichiara il suo famiglio del Nazzareno :<<perché se qualcuno [sic!] la intende come il caminetto a noi non interessa. Se invece vuol dire lavorare assieme a quel processo riformatore e politico che il risultato del 25 maggio ci indica come faro allora non solo siamo disponibili, ma accettiamo ogni contributo>>. Dunque, vediamo di sciogliere questo oracolo.
Sostiene Guerini, certo un po’ meschinamente, che le minoranze interne o collaborano con contributi compatibili con il programma, per di più ‘indicato’ dall’esito delle europee, oppure ciccia!
Secondo la particolare filosofia del proprio padrone, la quale, in realtà, con una coerenza d’altri tempi, ha sempre sostenuto che i risultati delle votazioni in cui era in qualche modo implicato e vincitore,‘indicassero’ altro da ciò per cui erano state partecipate e vinte.
Sicché la partecipazione alle primarie ‘indicavano’ il programma di governo e al governo e, quindi, le europee con quel 40,8% sul 50% di votanti ‘indicano’, oggi come un ‘faro’, quelle riforme costituzionali, quella legge elettorale!
Ragion per cui o mangiare questa minestrina renziana, magari dicendo che è ottima come tali Speranza, il miracolato di Lucania come il compaesano Pittella, e Orfini, il turco napoletano, fine cesellatore in dettaglio delle filosofia politica del piccolo timoniere fiorentino, o ciccia.
Se ne fa a meno, bloccando tutto (cioè niente, viste le condizioni offerte).
Del resto il Guerini Lorenzo, solo due giorni fa aveva detto papale papale, riportando il pensiero del padrone, come non si potesse dare credibilità a chi, solo oggi, dopo aver approvato e votato nelle sedi deputate (direzione e assemblea del Gruppo PD alla Camera) quelle ‘riforme’, rivotandole compattamente in aula e licenziandole così, confidando nella saggezza dei Senatori, oggi e solo oggi, e dopo lo squillante 40,8% , si fa uscire la voce per dire che no, così non va bene.
In fondo, il Guerini ha ragioni da vendere, come giustificare questa resipiscenza dell’ultima ora?
E dopo aver negato ogni possibile sponda politica ai 14 senatori del PD e alla loro proposta, contravvenendo anche ai propri auspici dopo la ‘responsabile’ votazione della Camera, e lasciato defenestrare il prode Mineo dalla Commissione Affari Costituzionali del Senato in quel modo, ingurgitando pure il poco commendevole gioco allo scarica barile tra la ministra del tacco, tale Boschi, e la presidente dalemiana, la signora Finocchiaro, sulla questione di dettaglio riguardante l’immunità?
Diciamo la verità il Guerini, almeno dal punto di vista della coerenza, ne ha ben donde!
Naturalmente questo gioco al massacro è tutto sulla testa (decollata?) degli immarcescibili iscritti a quella specie di partito che è il PD.
Dove ne potranno discutere? Come potranno farsi sentire? Da chi rappresentati? In quale istanza? Con quale forza? Per quale eventuale mediazione o proposta alternativa?
Da nessuna parte. Purtroppo.
Avete voi, infatti, mai sentito di organi periferici di quel partito aprire una qualche ‘pratica’, come soavemente si esprime il Guerini?
E’ a conoscenza di qualcuno che una mozione di un circolo sia discussa in ambito più largo e con quale forza ‘giuridica’, considerato anche l’enorme guazzabuglio ingestibile del suo democratissimo statuto interno?
Così, è del tutto assodato, scontato che il Guerini, volgarizzando certamente l’alto pensiero del padrone, se ne esca a proposito di tanto scempio programmato con questa intemerata, liquidatoria e non senza qualche ragione, il mali di pancia, rilanciando il proprio programma con le sue alleanze indicibili.
E, infatti, tronfio e sbrigativo dichiara: << Noi siamo disposti ad allargare il tavolo del confronto, [ma non quello interno, ça va sens dire] lo abbiamo sempre detto che vogliamo fare riforme condivise, [un vero sfacciato!] quindi bene il confronto con il M5s, ma resta fermo un punto: non si rimette in discussione tutto. Ogni modifica deve essere condivisa, prima di tutto [ecco la chicca] dai contraenti del patto iniziale>>.
Prima di tutto, compreso?
A prescindere da ogni altra considerazione. Ragion per cui in questo contesto non è ‘derimente, né invocato con il primitivo partner il famigerato 40’8% (si teme forse di perdere i voti di destra?).
Né valutando lo stato di disintegrazione in cui versa il partito padronale del noto pregiudicato.
Né, e tanto più, accettando i mal di pancia sopraggiunti, dopo la scorpacciata di ‘responsabilita’ delle cosiddette sinistre interne o di ciò che ne residua, dopo le ampie conversioni.
Bé che volete di più da un famiglio.
Non ha mica la mirabolante parlatina del suo padrone.
Buona grazia se riesce a capirne le vere e nude intenzioni e a riferircele.

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