Fonte: la Repubblica
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DEMOCRAZIA IBRIDA – di ILVO DIAMANTI – ed. LATERZA
di Guido Crainz
E’ più che mai necessaria oggi la riflessione che Ilvo Diamanti pone al centro di Democrazia ibrida, il nuovo titolo della collana iLibra di Repubblica e Laterza, intrecciando domande e nodi attinenti alla crisi della democrazia rappresentativa, al suo deperire o al suo trasformarsi. Oggi essa glissa, scivola, scrive Diamanti, tra diversi modelli di partito, di comunicazione e di opinione pubblica. Sullo sfondo vi è la crisi dei partiti di massa novecenteschi basati sulla militanza e l’appartenenza identitaria, capaci di comunicare direttamente con le società; e vi è l’irrompere in questa crisi di quella “democrazia del pubblico” analizzata anni fa da Bernard Manin. Segnata dal deperire della partecipazione sociale e da una personalizzazione della politica e della comunicazione, in primo luogo televisiva, che tende a trasformare i cittadini in spettatori. Che sostituisce la appartenenza collettiva con la fiducia personale.
Processi e fenomeni non solo italiani ma caratterizzati in Italia da una doppia specificità: l’assenza di alternanza nella Prima Repubblica, per la conventio ad excludendum nei confronti del Pci, e poi l’irrompere sulla scena di un imprenditore mediatico che fonda un partito personale in senso proprio. Ma in qualche modo “partito personale”, bisognoso del leader per la sua coesione interna, è anche la Lega, pur con il suo radicamento nel territorio e la sua identità. E la personalizzazione coinvolgerà poi in più forme anche le forze minori della Seconda Repubblica, e vedrà infine l’esplosione – e in qualche modo l’anomalia – del Movimento 5 Stelle. Ha trovato freni robusti invece nella storia del Partito democratico, frutto di una tormentata fusione di anime diverse: ma anche qui le “primarie” inducono comunque una valorizzazione del leader.