Fonte: Il Corriere della sera
Il sociologo e il pagamento di 183 mila euro dal Movimento per una ricerca: «Non lo rifarei. Non sono dei 5 Stelle: penso che l’attuale sia il peggiore governo della storia»
di Daria Gorodisky – 20 giugno 2018
Domenico De Masi, classe 1939, insegna sociologia e sociologia del lavoro da 42 anni; dal ’77 alla Sapienza di Roma. E svolge ricerche per le aziende. Negli ultimi anni lo ha fatto anche per il Movimento 5 Stelle e adesso c’è polemica sulle sue parcelle: oltre 183 mila euro.
Come è iniziata la sua collaborazione con i grillini?
«Subito dopo le elezioni del 2013 mi hanno telefonato alcuni deputati 5 Stelle della commissione Lavoro per organizzare un seminario aperto a tutti i gruppi parlamentari proprio sul tema lavoro. Da qui, l’idea di una ricerca su come si sarebbe trasformato nel decennio successivo».
Perché hanno scelto lei?
«È stata una sorpresa anche per me. Non sono 5 Stelle. Sono di sinistra, ma autonomo. E considero l’attuale governo il peggiore della nostra storia repubblicana».
Con chi aveva parlato?
«Claudio Cominardi, che è appena diventato sottosegretario al Lavoro, e Tiziana Ciprini».
Di quella ricerca ha fatto un libro.
«Era una delle condizioni: non volevo che quegli studi restassero appannaggio esclusivo dei 5 Stelle».
Poi i 5 Stelle le hanno commissionato una seconda ricerca…
«Sì, sul futuro del turismo. Ne è scaturito un convegno che si è tenuto a Milano, al Palazzo delle Stelline. E in autunno uscirà il mio libro».
…e poi una terza.
«Sul futuro della cultura. Me l’hanno proposta una decina di deputati e senatori 5 Stelle della Commissione pertinente, anche Luigi Gallo. Era stato previsto di presentare i risultati tra marzo e aprile. Ma ci sono state le elezioni».
Che cosa dice dei costi?
«Le ricerche costano. E non li ho presi tutti io: ogni volta ha collaborato una quindicina di persone per 3-4 mesi. È un prezzo normale. Credo che ogni formazione, se vuole fare buone leggi, dovrebbe basarsi su ricerche di questo tipo. Però oggi avrei difficoltà a collaborare con un partito: tanta fatica, una retribuzione risicata e, per di più, doversi giustificare davanti all’opinione pubblica…».
Lei non è l’ideologo del «lavorare gratis»?
«Era in un mio libro provocatorio. Piuttosto, credo che ridurre l’orario di lavoro, a pari stipendio, incrementi la produttività: la Germania lo dimostra. Luigi Di Maio sta seguendo questa linea, prende spunto dalle ricerche».
Eppure giudica questo governo «il peggiore».
«Siamo in mano a neofiti, un professore universitario che viene catapultato al tavolo con Trump, Macron e gli altri… Da un giorno all’altro una persona diventa parlamentare, ministro. Quanta improvvisazione». Ma tra Di Maio e Salvini? «Salvini è di destra e mangerà Di Maio, che non è di sinistra. La situazione è di un’allarmante pericolosità e ricorda i tempi della marcia su Roma. Nessuno dei due ha una cultura politica seria, però il capo della Lega è più scaltro e più spregiudicato».
1 commento
La Lega di Salvini è dalla parte della micro/ piccola/ media impresa e, più in genere, dei lavoratori meno garantiti, quelli della P. Iva, vero nervo scoperto dell’economia nazionale. Quindi la collocazione a destra di Salvini (come pretende De Masi) è una forzatura. Salvini “mangerà” Di Maio? (tale è la previsione di De Masi). Atteniamoci ai fatti per favore. La crescita della Lega è contestuale e corrisponde (in misura inversa) al drastico ridimensionamento di PD e Forza Italia. E’ evidente che gli elettori non hanno dimenticato i veri e propri orrori del Governo di Monti, il quale poté operare ai danni degli italiani in forza dell’approvazione parlamentare e con la sola opposizione della Lega.