DE MAGISTRIS: AGENDA ROBIN HOOD O AGENDA DEI SOGNI? LE COPERTURE QUANDO SI VUOLE SI TIRANO SEMPRE FUORI.

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: Luigi De Magistris
AGENDA ROBIN HOOD O AGENDA DEI SOGNI? LE COPERTURE QUANDO SI VUOLE SI TIRANO SEMPRE FUORI.
Sì all’agenda Robin Hood, nel senso di togliere a chi ha molto per dare a chi ha pochissimo, e a chi è stato tolto molto (qualche volta tutto) in questi ultimi decenni. Un’agenda che propone una visione di paese con meno diseguaglianze, con più diritti, con un processo di (re)industrializzazizone a favore del paese (e non viceversa), un paese dove si ritrovi il senso della collettività e la consapevolezza che una migliore distribuzione delle risorse porta a un maggiore sviluppo per tutti.
Quindi Unione Popolare propone un’agenda Robin Hood, ma non propone un’agenda dei sogni. Si tratta di mettere in moto un processo di redistribuzione e un processo di revisione di regole europee che hanno impedito una crescita giusta e sostenibile in questi anni. Sappiamo che ci vogliono circa 25 miliardi per assumere un milione di dipendenti in scuola, sanità, ispettori del lavoro e pubblica amministrazione per poterci curare senza pagare due volte, per avere asili nido, scuole, case di cura all’altezza della nostra popolazione che invecchia; sappiamo che ce ne vogliono 32 per costruire 500mila alloggi pubblici per ridare una casa a tutti coloro che sono stati soffocati dalla speculazione edilizia. Sappiamo che per alzare le pensioni minime a 1000 euro ci vogliono circa 20 miliardi, perchè la povertà in pensione è ingiusta come la povertà lavorativa, oltre che una presa in giro dopo aver lavorato una vita.
Sappiamo che prenderemo 4 miliardi dal tetto alle pensioni (a 5000 euro), sappiamo che prenderemo 32 miliardi da un’imposta sulla ricchezza finanziaria, sappiamo che le assunzioni nella pubblica amministrazione rimetteranno nell’economia risorse anche economiche per le quali si stima una crescita del PIL di 4 miliardi. Sappiamo che vogliamo aumentare l’imposta di successione per arrivare in linea con gli altri paesi OCSE e che avremo un gettito di altri 10 miliardi. Sappiamo che vogliamo tassare gli extraprofitti al 90% con un’entrata una tantum di 32 miliardi.
Alcune spese del nostro programma sono spese una tantum, altre invece diventeranno spese strutturali. Siamo consapevoli che le coperture, quando si vuole, si trovano. Un po’ come 13 miliardi in un pomeriggio per nuove armi. Abbiamo pensato a un programma che si distribuisca su cinque anni, per il quale siamo pronti a lottare. Non perché ce lo chiede l’Europa o perché ce lo chiede la NATO, ma perché ce lo chiede la gente. E stavolta noi i sacrifici li chiederemo ai pochi che hanno tutto, non ai molti che non hanno più nemmeno il necessario.
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