Autore originale del testo: Vecchia Talpa
Url fonte: http://vecchia-talpa.blogspot.it
Url fonte: http://vecchia-talpa.blogspot.it
di Vecchia Talpa 19 febbraio 2016
Ancora una volta si scopre l’acqua santa.
Quante volte i cittadini si sono lamentati dei tempi lunghi delle prestazioni se si pagava il ticket e invece tempi brevissimi se ricorrevi al privato convenzionato quasi a parità di spesa?
Quante volte abbiamo detto che la questione non era chiara, che la differenza di tempistica sapeva di marcio?
Ora a Milano e a Torino i carabinieri alla ricerca di altri reati si sono imbattuti nella rete per cui si facilitava il ricorso al privato.
Quante volte abbiamo detto che la questione non era chiara, che la differenza di tempistica sapeva di marcio?
Ora a Milano e a Torino i carabinieri alla ricerca di altri reati si sono imbattuti nella rete per cui si facilitava il ricorso al privato.
Era lo stesso CUP che allungava fittiziamente i tempi del Pubblico e suggeriva velatamente il ricorso al Privato.
Ed è ancora in questa direzione che va che il decreto della Lorenzin ( povera figlia di mamma che è già assai che sappia che la sanità pubblica si chiama Servizio Sanitario Nazionale, ma l’ignavia è punibile al pari della dolosità).
Ed è ancora in questa direzione che va che il decreto della Lorenzin ( povera figlia di mamma che è già assai che sappia che la sanità pubblica si chiama Servizio Sanitario Nazionale, ma l’ignavia è punibile al pari della dolosità).
Altro che deficit della Sanità.
Spinge a utilizzare le prestazioni dal privato con la supposta “Appropriatezza prescrittiva” dal suo staff approntato a dispregio della diffusissima e scientifica pratica. In campo scientifico e medico non esiste riferito alla diagnosi una “appropriatezza” cioè effettuare la prestazione giusta, in modo giusto, al momento giusto, al paziente giusto. E per questo non esiste un decalogo messo a punto da burocrati a cui sta a cuore non la salute e la prevenzione, non il metodo giusto e la pratica giusta per una giusta analisi della malattia.
Al centro viene posto il costo della prestazione e non l’uomo e la salute.
E anche l’argomento portato a supporto per cui non ce lo possiamo permettere, che siamo in crisi e che è troppo il costo della Sanità pubblica. La classifica è Bloomberg, in base ai dati forniti da Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale e organizzazione mondiale della Sanità stilata tenendo costo dell’efficacia (qualità) e dell’efficienza (costo rispetto al PIL) ha posto l’italia al primo posto in Europa gli Usa (44° posto) e Russia, fanalino di coda, Per dire: la Francia è solo all’ottavo posto, il Regno Unito del National Health Services al decimo.
Allora di cosa stiamo parlando?
Vuol dire che non ci sono sprechi, corruzione e cattiva spesa?
Assolutamente no! MA è il campo di ricerca di queste mali che è sbagliato. Il marcio non va ricercato nel personale paramedico ( pagati male e utilizzati male), nel personale medico (precario, stressato, e anch’esso mal pagato) .
E per risolvere i mali della Sanità non serve accentrare gli ospedali in metropoli della malattia edifici megagalattici in cui ci si perde e dove si annidano inefficienze e corruzione.
E infatti a comprova, le inefficienze si annidano proprio là. Non occorre accentrare, ma decentrare,. Il piccolo va sparpagliato a macchia di leopardo nel territorio, il Pronto intervento diluito nelle periferie. Solo l’eccellenza e la gravità accentarti nei centri di eccellenza.
Ma questo lo sa anche un bambini. Allora non è lo spreco l’obbiettivo, ma il decentramento dal pubblico al privato. Dalla salute al business.
Spinge a utilizzare le prestazioni dal privato con la supposta “Appropriatezza prescrittiva” dal suo staff approntato a dispregio della diffusissima e scientifica pratica. In campo scientifico e medico non esiste riferito alla diagnosi una “appropriatezza” cioè effettuare la prestazione giusta, in modo giusto, al momento giusto, al paziente giusto. E per questo non esiste un decalogo messo a punto da burocrati a cui sta a cuore non la salute e la prevenzione, non il metodo giusto e la pratica giusta per una giusta analisi della malattia.
Al centro viene posto il costo della prestazione e non l’uomo e la salute.
E anche l’argomento portato a supporto per cui non ce lo possiamo permettere, che siamo in crisi e che è troppo il costo della Sanità pubblica. La classifica è Bloomberg, in base ai dati forniti da Banca Mondiale, Fondo monetario internazionale e organizzazione mondiale della Sanità stilata tenendo costo dell’efficacia (qualità) e dell’efficienza (costo rispetto al PIL) ha posto l’italia al primo posto in Europa gli Usa (44° posto) e Russia, fanalino di coda, Per dire: la Francia è solo all’ottavo posto, il Regno Unito del National Health Services al decimo.
Allora di cosa stiamo parlando?
Vuol dire che non ci sono sprechi, corruzione e cattiva spesa?
Assolutamente no! MA è il campo di ricerca di queste mali che è sbagliato. Il marcio non va ricercato nel personale paramedico ( pagati male e utilizzati male), nel personale medico (precario, stressato, e anch’esso mal pagato) .
E per risolvere i mali della Sanità non serve accentrare gli ospedali in metropoli della malattia edifici megagalattici in cui ci si perde e dove si annidano inefficienze e corruzione.
E infatti a comprova, le inefficienze si annidano proprio là. Non occorre accentrare, ma decentrare,. Il piccolo va sparpagliato a macchia di leopardo nel territorio, il Pronto intervento diluito nelle periferie. Solo l’eccellenza e la gravità accentarti nei centri di eccellenza.
Ma questo lo sa anche un bambini. Allora non è lo spreco l’obbiettivo, ma il decentramento dal pubblico al privato. Dalla salute al business.