Fonte: facebook
di Gabriele Pastrello – 29 settembre 2014
CERTO GRANDI SPONDE NELLA DIREZIONE NON NE HA TROVATE. BERSANI, INFRAMMEZZATE DA DIFESE D’UFFICIO DEL SUO RIFORMISMO E’ PERO’ E’ RIUSCITO A DIRE DUE COSE DURE (RIESCE AD ESSERE EFFICACE SOLO CON LE SPALLE AL MURO). ALL’INIZIO QUANDO HA ‘RIVENDICATO’ DIGNITA’ CON TONI FINALMENTE ENERGICI, DENUNCIANDO L’USO DEL ‘METODO BOFFO’ EVIDENTEMENTE DALLA PARTE RENZIANA, NONCHE’ LA PRASSI DI UN VERO PARTITO DEMOCRATICO CALPESTATA DA QUESTA DIREZIONE POLITICA, E ALLA FINE QUANDO HA RIVENDICATO L’ESSERE DI SINISTRA NEI CONFRONTI DEGLI UMORI CHE VENIVANO DA QUELL’ASSEMBLEA.
A PARTE CIVATI CHE SI E’ INSERITO SULLA SCIA BERSANIANA DELLA RIVENDICAZIONE DELLA POSIZIONE DI SINISTRA, BEN POCO APPOGGIO E’ VENUTO DAGLI ALTRI. ORFINI E IL SUO INTERVENTO ‘RIFLESSIVO’, DELLA SEIRE HIC MANEBIMUS OPTIME (QUI RESTEREMO OTTIMAMEMENTE) E I TENTATIVI DI RETROGUARDIA DI CUPERLO DI RACCOGLIERE PROPOSTE DI MEDIAIZIONI SUL 18, CHE ORMAI NON C’ENTRA PIU’ (MA FORSE LA DEBOLEZZA DELLA PROPOSTA CUPERLO DIPENDE DALL’ESSERE TROPPO ATTENTO AL DIKTAT DEL COLLE CHE PENSA E VUOLE CHE QUESTO, COME QUALSIASI ALTRO GOVERNO, NON SI TOCCHI, PERCHE’ LA STABILITA’ E’ IL BENE SUPREMO). DEGLI ALTRI C’E’ POCO DA DIRE. PERCHE’ E’ OVVIO. SI SONO ESAURITI IN COMPROMESSI E NON HANNO PIU’ ALCUNA FORZA DI SOTTRARSI. PERCHE’ ORMAI SOLO ALLA LORO CARRIERA (APPENA INIZIATA) PENSANO, CHE RENZI POTREBBE RECIDERE IN GERME, CON ELEZIONI ANTICIPATE E NESSUNA RICANDIDATURA.
PER DI PIU’ D’ALEMA HA RILANCIATO. LA QUESTIONE NON E’ NEPPURE IL 18 LA CUI MODIFICA E’ RITENUTA UNA PUTTANATA E QUINDI I COSIDDETTI COMPROMESSI PRIVI DI SENSO POLITICO. BENSI’ LA CAPACITA’ DI GOVERNO DICHIARATA INESISTENTE. PER DI PIU’ AGGRAVATA DALLE BUFALE RACCONTATE CHE CHI SA CAPISCE. COSA C’ENTRA ORMAI LA MEDIAZIONE SUL 18? E QUINDI LA PARTITA SI GIOCA ALTROVE. IN PARLAMENTO E FUORI. TRA LE PARTI AVVERTITE DELL’OPINIONE PUBBLICA E EVENTUALMENTE LA RISPOSTA SOCIALE.
E ADESSO, POVER’UOMO?
RENZI HA RILANCIATO, DA PAR SUO, COME ERA OVVIO. MA DIRE CHE LA DIREZIONE DEL PD HA APPROVATO LA SUA RELAZIONE E’ UN ABUSO DI LINGUAGGIO. IL SOLO FATTO CHE SIA STATA DI FATTO ‘NOMINATA’, LA RENDE POLITICAMENTE PRIVA DI SENSO. POTEVA DIRE DI NO? NO. E ALLORA VALE SOLO RENZI. MA FUORI DI QUELLE MURA HA UN PROBLEMA, ANZI QUATTRO.
QUATTRO PROBLEMI: MLANO, VESCOVI, SINDACATO, E INFINE D’ALEMA. E CE NE METTIAMO UN QUINTO; COME HA DETTO DE BORTOLI, E RIPETUTO D’ALEMA: RENZI STESSO.
DOPO DE BORTOLI & PISAPIA, IL CUI ENDORSEMENT A DE BORTOLI VOLEVA SIGNIFICARE CHE L’ATTACCO A RENZI NON VENIVA DA UN DIRETTORE LICENZIATO DALLA FIAT, AZIONISTA DI MAGGIORANZA NEL CORRIERE (MA LA FIAT E’ ANCORA IN MAGGIORANZA NEL CDA DEL CORRIERE? IO NE DUBITEREI), MA DALLA CITTA’, E QUINDI DAI POTERI DEL NORD ESPRESSI COLLETIVAMENTE, CHE NON SI RICONOSCONO IN TORINO, MA IN MILANO. DOPO I VESCOVI MANDATI DA PAPA FRANCESCO (NON E’ IL CASO CHE S’ILLUDA LA SERRACCHIANI), E DOPO LA CONVERGENZA SINDACALE DI CAMUSSO & LANDINI, D’ALEMA E’ INTERVENUTO RADDOPPIANDO L’ATTACCO DI DE BORTOLI SUGLI ADDENTELLATI MASSONICI DI QUESTO PRESIDENTE DEL CONSIGLIO. ‘RENZI ISTRUITO DA VERDINI’ SUONA IL TITOLO A SEI COLONNE DEL CORRIERE. E NON SI PUO’ CREDERE CHE SIA STATO FATTO SENZA LA DIRETTA APPROVAZIONE DLL’INTERVISTATO. SUL BANCO DEGLI ACCUSATI FINISCONO IN TRE: RENZI, MA SOPRATTUTTO LE SUE SPONDE; FIAT E GELLI. PER LA PRIMA VOLTA IN VENT’ANNI MASSIMO D’ALEMA FA UNA MOSSA ‘TOGLIATTIANA’, CIOE’ SFRUTTA E QUINDI RILANCIA UN MOVIMENTO ‘DALL’ALTO E DAL BASSO’, COME INSTANCABILMENTE E ALTRETTANTO INUTILMENTE HA SEMPRE PREDICATO REICHLIN IN QUESTI ANNI.
CRONISTORIA LAMPO. RENZI VA IN AMERICA. A FARE CHE COSA NON SI SA. SI CAPIRA’ NEL SEGUITO. DE BORTOLI ATTACCA BRUTALMENTE. E MARCHIONNE LO DIFENDE A SPADA TRATTA. E ALLORA COMINCIAMO A CAPIRE. UN DISEGNO CHE VA BEN OLTRE I NOSTRI CONFINI. MA CHE DEVE ANCHE VINCERE DENTRO. E PER SUE MANCANZE CAPITALI RISCHIA SERIAMENTE DI FALLIRE PROPRIO QUI.
(SEGUE)