D’Alema: “Il renzismo era una malattia che è guarita da sola. Draghi che si auto elegge capo dello Stato non è da Paese democratico”

per Gian Franco Ferraris

D’Alema parlando online in una chat di Articolo 1 (video): “L’idea che il premier si auto elegge capo dello Stato e nomina un altro funzionario del ministero del Tesoro al suo posto mi sembra una prospettiva non adeguata per un grande Paese democratico come l’Italia, con rispetto per le persone”.

Poi l’attacco a Matteo Renzi, che all’epoca della scissione bersanian-dalemiana era segretario del Pd, andato via a sua volta per creare Italia Viva. D’Alema ha definito la gestione renziana del Pd, una “deriva disastrosa, una malattia che fortunatamente è guarita da sola, ma c’era. Pochi oggi potrebbero negare la fondatezza del giudizio sul rischio che quel partito cambiasse completamente natura nell’epoca renziana”.

Tanto è bastato per scatenare la polemica. Non solo Renzi, ma soprattutto gli ex renziani di Base Riformista che sono rimasti nel Pd ma condividono tutto o quasi delle contestate politiche dell’ex rottamatore che alle ultime elezioni hanno condotto il Pd al minimo storico.

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L’articolo sul Corriere della Sera

L’apertura di D’Alema a un ritorno nel Partito democratico

di Adriana Logroscino

Quando Massimo D’Alema torna, fa sempre rumore. È andata così anche questa volta, in occasione dello scambio di auguri di buon anno di Articolo 1, che con Pier Luigi Bersani e Roberto Speranza ha contribuito a fondare, quando ha ipotizzato un possibile rientro nel Pd. L’ex premier parla di futuro, a cominciare dalla partita alle porte per il Quirinale «occasione per un ritorno in campo della politica». Quindi esorta: «Vale la pena di portare il nostro patrimonio in un contesto più grande». E spiega perché è ora possibile. «Avevamo ragione sulla deriva disastrosa del Pd, la principale ragione per andarcene era una malattia che fortunatamente è guarita da sola, ma c’era. Pochi oggi negherebbero la fondatezza del giudizio sul rischio che quel partito cambiasse completamente natura nell’epoca renziana».

Al Pd, quindi, ci si potrebbe riavvicinare perché «guarito» dal renzismo. Un accostamento di parole che provoca la reazione tra chi fu renziano nel Pd o è uscito dal partito ma in direzione opposta rispetto ad Articolo 1. «Da democratico — protesta Filippo Sensi, deputato, che dell’ex sindaco di Firenze è stato portavoce a Palazzo Chigi — siccome sono orgoglioso e grato di quella stagione e del mio partito prima, dopo e durante, trovo irrispettoso definire gli avversari politici come malattie. Non tanto per i dirigenti ma per i militanti». Sceglie il registro polemico Ettore Rosato, che ha seguito Renzi dentro Italia viva. «D’Alema pensa che il Pd sia guarito da chi, come me, voleva farne un partito riformista. Al di là della poesia delle sue parole, tanti auguri: tra il rientro di D’Alema e l’alleanza strategica con Conte, Bonafede e Toninelli, sono contento che il nostro futuro sia altrove».

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