Massimo D’Alema alla Festa de “la Sinistra” a Reggio Calabria – 6 settembre 2018
trascrizione di Giovanna Ponti
“Come dice una bella canzone di De André io ormai ‘non potendo più dare cattivi esempi do buoni consigli’, spero che qualcuno li ascolti!!!”
MIGRANTI
“Il numero dei migranti in arrivo nel nostro Paese era già drasticamente caduto dall’agosto dell’anno scorso per ragioni che sono del tutto indipendenti dalla politica dei nostri governi. L’instabilità della Libia rende più difficile per i migranti provenienti dall’Africa attraversare la Libia e arrivare verso il Mediterraneo.
Quindi in realtà se uno guarda i numeri, il numero delle persone che sono sbarcate sono poche migliaia già dall’agosto dello scorso anno, molto prima che si insediasse questo governo.
Noi abbiamo vissuto in uno stato di emergenza nazionale perché c’erano 300 persone su una nave e non le si faceva sbarcare, ma in fondo si tratta di un problema piccolissimo. Pochi hanno riflettuto sul fatto che erano alcune centinaia di persone, persone che cercavano di venire in un Paese con 60 milioni di abitanti: in un Paese civile queste persone sarebbero arrivare e non se ne sarebbe accorto nessuno.
Allora io penso che Salvini abbia fatto un’operazione simbolica, efficace, di comunicazione. Salvini non ha risolto il problema, ha cambiato il volto dell’Italia: l’Italia non è più il Paese che li salva e li raccoglie, ma è il Paese che li lascia affogare nel Mediterraneo. Questo disgraziatamente piace a molti italiani. Io lo considero con una certa angoscia questo perché a me sembra una svolta barbarica e tuttavia questo atteggiamento non è una risposta al problema serio di come si governano i flussi migratori.
In altri paesi il problema è più serio, noi siamo fra i Paesi europei in cui la percentuale di cittadini stranieri è più bassa, molto più bassa della Germania, della Francia, del Regno Unito. Tuttavia anche per noi è un problema rilevante, è chiaro che l’8% della popolazione straniera (la grande maggioranza di questi stranieri ricordiamo però è europea) crea un problema di impatto, di assimilazione, di integrazione, di convivenza. Ci vogliono delle politiche per ridurre i disagi che questa convivenza può creare e per massimizzare i vantaggi perché i vantaggi ci sono.
Questa quota di cittadini stranieri produce circa il 10% del Pil italiano, quindi una parte della ricchezza italiana è prodotta da loro.
In alcuni settori di lavoro, penso per esempio le badanti, l’agricoltura, certi settori dell’industria del Nord, gli stranieri sorreggono interi pezzi dell’economia italiana. Ricordo che l’Italia è un Paese sempre più vecchio, con un’età media fra le più alte d’Europa (45 anni), quindi il fatto che arrivino dei giovani non ci fa male e l’Italia è un Paese che è sempre più spopolato. Mi stupisce si dica che siamo un Paese “invaso”: se guardiamo i dati ogni anno l’Italia la popolazione, compreso gli immigrati, diminuisce di 100/150.000 unità.
I dati dimostrano che c’è un grande problema che riguarda la percezione del Paese
Come si è formata questa idea? Come si è formata l’idea che se cacciassimo via questi milioni di persone staremmo meglio? che se li cacciassimo via avremmo il crollo dell’economia nazionale? Non sapremmo più pagare le pensioni, centinaia di famiglie italiane non saprebbero come assistere gli anziani. Quindi c’è un divario immenso, in questo come in altri campi, fra la propaganda che fa questo governo e la realtà del Paese. Questo divario è pericoloso e il giorno in cui ce ne accorgeremo io penso che l’Italia avrà pagato già un prezzo molto alto.
L’Italia è nel mezzo del Mediterraneo ed è quindi fra i Paesi più esposti alla prima ondata migratoria. Di fronte alla situazione creata da Salvini con i porti chiusi, abbiamo avuto due Paesi che hanno dimostrato solidarietà verso l’Italia: la Spagna e l’Albania. Nello stesso tempo, e paradossalmente, il governo italiano abbracciava Orban. Cioè loro abbracciano quei fascisti che gli immigrati non li vogliono. Se l’Italia viene aiutata lo fanno solo i governi socialisti.
Il paradosso è che più socialisti ci sono in Europa più ci aiutano, diciamo, più sono simili a Salvini più ci lasciano soli.
GOVERNO
E’ presto per formulare un giudizio su questa fase politica, dobbiamo ancora capire dove si andrà a finire. Io comunque penso che il Paese pagherà un prezzo alto e in questo periodo raccomando a chi fa politica attiva di cercare di mettere in atto una battaglia di opposizione a questo governo, però è presto per un giudizio conclusivo.
E’ evidente che queste forze che hanno vinto le elezioni le hanno vinte anche perché il centro sinistra non è stato capace di rappresentare gli interessi popolari, dei ceti più deboli, più poveri della popolazione e del mondo del lavoro.
Questa crisi del rapporto fra il centro-sinistra e le basi popolari in parte è vero che viene da lontano, ma certamente è precipitata negli ultimi anni.
Quando il leader del centro sinistra preferisce i padroni ai sindacati, la gente cosa deve pensare?
Quando il governo del centro-sinistra contribuisce a rendere più precario il lavoro e a togliere i diritti ai lavoratori, la gente cosa deve pensare?
Ciò che è accaduto il 4 marzo è qualcosa che noi ci siamo voluti, non è un destino cattivo ma è frutto di errori, di scelte politiche sbagliate.
Alcuni di noi hanno cercato di indicare una prospettiva diversa, ma lo abbiamo fatto tardi, male e in un modo che non è arrivato alla grande opinione pubblica.
Aggiungo che fino a quando il centro-sinistra non ammetterà di avere sbagliato e non cambierà politica e leadership non ci sarà nessuna speranza di ripresa.
Questo per quanto riguarda noi, e gli altri?
Gli altri non sono in grado di fare quello che hanno promesso, hanno ingannato il Paese.
La Lega ha promesso ai ricchi di abbassare le tasse e al Nord certe cose, il M5S ha promesso ai poveri di dargli il reddito di cittadinanza e certe cose al Mezzogiorno. Ora il fatto che governano insieme determina una somma delle promesse: già le promesse di per sé erano scarsamente probabili, sommate diventano insostenibili.
Io ho un’idea di come va a finire: quando si mettono insieme i ricchi e i poveri, alla fine comandano i ricchi.
Ora sappiamo che al di là delle piazze che sostengono il “simpatico” Di Maio, chi comanda è la Lega.
E’ evidente che non potendo mandare tutte le persone in pensione a 50 anni, dare il reddito, togliere le tasse, l’unica cosa che hanno potuto fare è lasciare affogare un po’ di donne ragazzi nel Mediterraneo. Quello lo hanno potuto fare perché bastonare la povera gente disperata è facile mentre trovare i soldi per quello che hanno promesso è difficile e non sono in grado di farlo.
Oltretutto si possono sfidare i mercati e le agenzie di rating in un comizio, ma quando fai la legge finanziaria ti richiamano all’ordine. Tanto è vero che adesso il governo si sta riallineando.
Promettere tutto a tutti non è una scelta: quando le risorse sono scarse, e sono anche diminuite grazie a loro, è difficile mantenere promesse insostenibili.
Hanno fatto salire lo spread. Lo spread non è il mostro cattivo: quando sale significa solo che cresce il tasso di interesse, cioè aumenta la quantità di denaro pubblico per pagare gli interessi del debito pubblico. Se lo Stato deve pagare 3/5 miliardi in più per pagare gli interessi, ha 3/5 miliardi in meno per fare il reddito di cittadinanza, correggere la Fornero ecc.
Quando i soldi sono pochi, e sono pochi, ci vuole la forza della politica che fa scelte. Qual è la priorità? Il lavoro? La povertà? Bene, allora non si possono togliere le tasse ai ricchi.
Detto questo noi, chi si oppone a questo governo, non trarrà vantaggio neanche dai loro errori sei non abbiamo il coraggio di ripartire. E ripartire vuol dire dire la verità su ciò che abbiamo sbagliato e mettere in campo una nuova leadership e una nuova direzione di marcia, altrimenti chi rimarrà deluso da questo governo non verrà da noi. Spero lo si capisca.
La mia sensazione è che questa classe politica ha raccolto umori motivati, l’Europa funziona male, non è che io difendo questa Europa ad esempio, ma non è in grado di dare una risposta politica.
Una cosa è raccogliere gli umori, un’altra cosa è governare, avere il coraggio di scegliere le priorità, costruire le alleanze. L’Europa è dove siamo, non possiamo andare via e il problema è che in Europa dovremmo avere degli amici, degli alleati, non dovremmo insultare tutti, altrimenti alla fine avremo fatto solo propaganda.
C’ era in Italia uno che diceva: “Tanti nemici, tanto onore” e dopo abbiamo contato i morti e le macerie, almeno questo spero che gli italiani se lo ricordino
CRISI LIBICA
La vicenda libica è una vicenda abbastanza clamorosa di errori, non italiani in questo caso, perché l’Italia ha contato poco in questa vicenda, ma dell’Europa in generale con alcuni Paesi europei che hanno dato un contributo maggiore. L’Europa ha contribuito a destabilizzare la Libia senza avere alcun progetto su come rimettere insieme quel Paese e senza avere un’idea precisa di cosa sia la Libia.
La Libia è una somma di tribù, è un Paese immenso abitato da un numero relativamente piccolo di abitanti per lo più nomadi. che non ha il senso della Nazione.
Gheddafi, i militari lo hanno tenuto insieme con la forza. Nel momento in cui la gabbia è stata spezzata, il Paese si è disgregato in clan, gruppi, milizie senza che nessuno avesse la capacità di rimetterlo insieme.
Anzi siccome la Libia è ricchissima di materie prime, petrolio e gas, ogni potenza, europea in particolare, si è scelta la sua milizia con l’idea che “se vincono questi qui i pozzi di petrolio e i giacimenti di gas li avrò io”.
Ciò ha contribuito a creare una confusione completamente ingovernabile.
Io non riesco a rimproverare nulla ai governanti libici attuali che sono al di sotto di un livello di criticabilità.
Noi italiani avremmo dovuto assumerci un ruolo di responsabilità verso quello che stava succedendo in Libia, noi avremmo dovuto pretendere dai nostri alleati che la responsabilità della Libia fosse affidata all’Italia.
In Libia ci sono interessi fondamentali del nostro Paese: abbiamo il tubo del gas per il quale l’Eni ha investito miliardi degli italiani.
Abbiamo avuto un ruolo passivo per un lungo periodo ed è chiaro che ora questo governo non sa che pesci pigliare . Il governo ha fatto finta, per il problema immigrazione, che la Libia fosse un governo stabile. Salvini ha detto” porti sicuri, collaboriamo con la Libia” e subito dopo hanno cominciato a sparare intorno al palazzo del governo, ma non voglio neanche rimproverarlo. Salvini è uno che non sa quello che dice, mi preoccupano gli italiani che gli vanno dietro.
Quando i Paesi sono in preda alla guerra civile, la prima cosa da fare sarebbe quella di non vendergli le armi, bisognerebbe spiegarlo a Salvini.