Fonte: Fondazione Pintor
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di Valentino Parlato – 28 dicembre 2014
Ormai il tempo è arrivato: in questo gennaio sarà eletto il nuovo Presidente della Repubblica, ma ancora nessuna candidatura è stata avanzata, diversamente che nel passato. Già come sono andate le presidenziali nel passato? Penso che sarebbe utile (potrebbe pensarci il manifesto) una breve storia su come sono andate le presidenziali del passato.
Il persistere di questo silenzio può significare che ancora non c’è nessun accordo o, al contrario, che già tutto è stato deciso nelle segrete stanze del potere. Un’intesa nazional-renziana, come accade oggi. Intesa su un candidato del Pd con accordo di Berlusconi e anche, possibilmente, di Alfano. Ma che ci sia conflitto o intesa è ormai tempo che il nome o i nomi siano resi noti e anche i cittadini non elettori possano esprimere la loro opinione.
La presidenza della Repubblica non è una carica onorifica, ma di potere, come abbiamo visto con Giorgio Napolitano quando ha fatto Monti presidente del consiglio e anche senatore a vita. E, nell’attuale situazione, le tentazioni non mancheranno, ma, tuttavia, bisognerà eleggere un presidente capace di fronteggiare l’attuale crisi “mai vista” e i problemi di un’Europa, la cui unione fa debolezza invece che forza. E, ancora, un’Italia nella quale i partiti non sono piu’ quelli di una volta.
In questo orizzonte di crisi di potere e di vuoto dei partiti perché non pensare ad un presidente molto contemporaneo e molto sensibile ai problemi attuali. E qui mi viene il nome di Mario Draghi anche se il suo mandato di presidente della banca centrale europea durerà ancora alcuni anni e non si può scaricare con leggerezza. Però, ripeto, Draghi sarebbe un presidente molto “contemporaneo”. Viene da aggiungere che, dopo Ciampi e anche Einaudi, Draghi sarebbe il terzo Presidente proveniente da Palazzo Koch. Insomma Banca d’Italia si conferma anche una buona scuola.