Autore originale del testo: Gianni Cuperlo
Il capo del governo ha parlato di anziani trascurati a vantaggio di gruppi dotati di una maggiore forza contrattuale.
Parliamo del piano vaccinale e del fatto che tanti ottantenni aspettano ancora di essere chiamati mentre non pochi sono coloro che, in ragione di una via preferenziale, il vaccino lo hanno già avuto nonostante anziani non siano.
Non è complicato da capire.
Volete mettere un ottantenne, intendo il potere contrattuale di un ottantenne, a confronto con una delle tante corporazioni organizzate nel paese delle corporazioni?
Giorni fa la denuncia era venuta da Michele Salvati sul Corriere della Sera.
Oggi sullo stesso giornale lo fa Enzo Cheli.
Ma la denuncia viene da qualunque cittadino viva questa come una colossale mancanza dello Stato (meglio, di alcune regioni).
Il presidente della Toscana (sulla Lombardia si è scritto a più riprese e lì la vergogna è consolidata) spiega che tutte le scelte compiute (vaccinare avvocati o personale amministrativo delle Asl, e altri profili nonostante magari operino da mesi in smart working) è una possibilità prevista dalla circolare ministeriale (riprendo la citazione dal pezzo di stamane di Concita De Gregorio).
E questo dovrebbe soddisfare chi solleva il tema?
Ma quelle persone, badanti e operatori ma pure cassieri e cassiere dei supermercati, che lo smart working non sanno cosa sia e che garantiscono un servizio vitale (nel senso letterale di salvare vite o garantire a tutti gli altri di riempire il carrello della spesa), ecco a tutti quelli chi dovrebbe pensarci?
Ci sono regioni virtuose come il Lazio dove il piano sta funzionando secondo criteri razionali e umanamente rispettosi.
Altre dove la classe dirigente dovrebbe interrogarsi a fondo sulla propria credibilità.
Non credo che in questa riflessione possa e debba fare velo la logica di parte.
Penso che in Lombardia l’incompetenza, e non solo quella, da mesi prevalgano.
Penso allo stesso modo che la Toscana abbia delle responsabilità evidenti e serie se il suo presidente, dinanzi ai numeri che si conoscono e alle corporazioni privilegiate, se ne esce spiegando che entro domenica sarà vaccinato un ultraottantenne su dieci.
Forse la prima condizione per restituire autorevolezza ai partiti è tornare a parlare un linguaggio di verità, anche quando farlo può sembrare assai poco conveniente.