Cuba, Turchia, rublo, petrolio: mosse di una scacchiera mondiale in 4D

per mafalda conti
Autore originale del testo: Giuseppe Masala
Fonte: megachip.globalist.it
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Indiziato numero uno della rottura degli equilibri: l’accordo Russia-Turchia per sostituire il South Stream. La guerra economica chiude una Guerra Fredda, ne apre un’altra.

di Giuseppe Masala 18 dicembre 2014

Due parole sulla crisi russa (e anche su quella americana).
Per prima cosa è del tutto evidente che la crisi finanziaria russa sia assolutamente costruita a tavolino dagli USA per motivi geopolitici ed economici (e a tale proposito non sento liberali che si straccino le vesti contro la distorsione del “libero” mercato).
I fondamentali russi non giustificano minimamente un simile tracollo della moneta russa: finanze statali sane, debito pubblico molto basso, grosse riserve in valuta estera e oro (e si tratta di oro vero e non oro “di carta”).
Tutto nasce dal tracollo del prezzo del petrolio creato dai sauditi (vedere le cronache del vertice OPEC ultimo scorso) probabilmente su input USA.
Di pari passo al crollo del prezzo del petrolio si è verificato il crollo del rublo che ha avuto una virulenza mostruosa nella giornata del 16 dicembre, cui è seguita una tregua il giorno dopo.
Verrebbe da pensare dunque che il crollo in un solo giorno sia dovuto più alla vendita allo scoperto di rubli ai quali è seguita la ricopertura del giorno successivo più che a una vera e propria “fuga di capitali” dalla Russia (ma su questo punto potrei sbagliare: le alchimie del mercato delle valute sono infinite e potrebbe essere accaduto qualcos’altro…però questa ipotesi mi pare la più convincente).
Quali sono le conseguenze per la Russia del crollo del petrolio accompagnato dal crollo del rublo?
1) Dal punto di vista del bilancio statale russo il doppio crollo è un bene: se crolla del 40% il prezzo del petrolio ma contemporaneamente crolla il valore del rublo rispetto al dollaro a bilancio lo stato iscriverà la medesima cifra grossomodo, Dunque nessun effetto sulle finanze pubbliche statali.
2) Sicuramente ci sarà un aumento dell’inflazione, però mitigato dalla sostituzione di prodotti indiani, cinesi e del Sud America.
3) I prodotti di alta gamma occidentali per i russi saranno carissimi, dunque sotto questo aspetto ci sarà un probabile malcontento della nascente classe media russa: ed è forse su questo che punta molto Obama.
E quali le conseguenze per i paesi occidentali? Si tratterà di conseguenze diversificate.
1) Per gli USA ci saranno effetti molto modesti sotto l’aspetto della Bilancia commerciale: l’interscambio commerciale USA-Russia non è mai stato di grosse dimensioni;
2) Il crollo del prezzo del petrolio invece avrà grosse conseguenze sull’industria petrolifera nordamericana se i prezzi non risaliranno. In particolare sulla industria del fracking, che risulta totalmente spiazzata da prezzi così bassi.
3) Il crollo dell’industria del fracking creerà problemi anche al settore finanziario USA che è fortemente esposto con queste aziende.
4) Per l’Europa invece ci saranno grossi problemi a livello di bilancia commerciale, la Russia era un cliente importantissimo che a questo cambio euro/rublo è sostanzialmente perso al di là delle sanzioni. Questo aggraverà enormemente la crisi europea in particolare dell’Italia e della Germania.
Cosa ha portato all’esacerbarsi della guerra economica?
Indiziato numero uno della rottura degli equilibri è stato l’accordo Russia-Turchia per la costruzione di un gasdotto che andrà a sostituire il South Stream. In sostanza l’Europa ora dovrà trattare con il “sultano” Erdogan, che si è assicurato 60 miliardi di metri cubi di gas all’anno (al suo Paese ne basteranno 16). Insomma all’Europa venderà a mezzadria il gas dello zar Putin. Da notare che dopo l’annuncio dell’accordo si sono precipitati a Istanbul sia Matteo Renzi che Federica Mogherini e perfino il ministro degli esteri francese Laurent Fabius, tutti a promettere l’entrata della Turchia nell’UE. Solo che sono poco credibili, dopo 15 anni di umiliazioni subite dalla Turchia a tale proposito.
Le promesse europee devono essere cadute a vuoto vista la stanca retorica dei corifei occidentali sul “dittatore Erdogan”, così come è andato male l’incontro Lavrov-Kerry a Roma. Infatti il giorno dopo si è scatenato l’inferno nei mercati finanziari. Un’arma comunque spuntata e a doppio taglio per tutti.
Ma ne vedremo ancora molte, di queste mosse azzardate, in questa partita a scacchi mortale.
Oggi Obama risponde con la mossa cubana alla mossa turca di Putin. Magari è un modo per non ritrovarsi un giorno entro il raggio ravvicinato di missili russi che viaggiano alla velocità di Mach 7 dal cortile di casa. La fine di una posizione legata alla vecchia Guerra Fredda può essere perfettamente funzionale alla scacchiera della Guerra Fredda di oggi.
Insomma un quadro estremamente complesso che tocca i quattro angoli del mondo e che ha distinti aspetti commerciali, finanziari, geopolitici e militari.
Chi la fa troppo semplice è – tecnicamente – un imbecille (ogni riferimento a economisti vari non è casuale).
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