Crisi Ucraina: la chiave sta in Germania

per Gian Franco Ferraris
Autore originale del testo: PEPE ESCOBAR
Fonte: Come Don Chisciotte.org

Di PEPE ESCOBAR – 30 agosto 2014

rt.com

Si è cominciato a capire l’indirizzo che aveva preso il summit di Minsk solo martedì scorso quando il Cancelliere tedesco Angela Merkel ha parlato alla TV PUBBLICA “ARD TV” dopo la sua breve visita a Kiev del sabato precedente.

La Merkel ha sottolineato, “deve essere trovata una soluzione alla crisi Ucraina che non faccia male alla Russia.” ed ha aggiunto che “Ci deve essere un dialogo. Ci può essere solo una soluzione politica. Non ci sarà una soluzione militare a questo conflitto.”

La Merkel ha parlato di un “decentramento” dell’ Ucraina, di un accordo definitivo sui prezzi del gas, del commercio Ucraina-Russia, e ha anche accennato che l’Ucraina è libera di entrare nella Unione Eurasiatica promossa dalla Russia (l’UE non entrerebbe mai in un ” conflitto tanto enorme ” solo per questo). Sembra che abbia trovato una uscita dalla via delle Sanzioni per entrare in quella delle proposte concrete.

Lei non avrebbe potuto essere più esplicita: Noi [Germania] vogliamo avere buone relazioni commerciali con la Russia. Vogliamo relazioni ragionevoli con la Russia. Confidiamo l’un l’altro e ci sono tanti altri conflitti nel mondo in cui dobbiamo lavorare insieme, quindi spero che potremo fare progressi “.

La traduzione abbreviata di tutto questo è che non ci sarà un Nulandistan (dopo il F ** k the UE della neo-con Victoria Nuland), telecomandato da Washington, e interamente finanziato dalla UE. Nel mondo reale, quello che dice la Germania, l’Unione europea lo esegue.

In Geopolitica, questo significa anche che Washington dovrà fare un enorme passo indietro nel suo contenimento ossessivo e nell’accerchiamento della Russia, che procede in parallelo con il  “pivot in Asia” (contenimento e accerchiamento della Cina).

E’ l’economia, stupido

L’economia dell’Ucraina – ora sottoposta ad un attacco disastroso del capitalismo – è … veramente una tragedia. E’ arivata ben oltre la recessione, ormai è in una profonda depressione, qualsiasi fondo in arrivo dal FMI servirà solo per pagare i conti in sospeso e per alimentare (sprecandolo) la scricchiolante macchina militare; Kiev sta combattendo sul campo una guerra non meno dannosa di quella che combatte il cuore dell’ industria Ucraina. Senza contare che le condizioni di ‘aggiustamento strutturale’ richieste dal FMI prevedono un dissanguamento per gli ucraini.

Imposte – e tagli di bilancio – non se ne possono fare più. La moneta, la grivna, è precipitata del 40% dall’inizio del 2014. Il sistema bancario è una barzelletta. L’idea che la UE pagherà le mostruose bollette (energetiche) dell’Ucraina è un mito. La Germania (che è il vero gestore della UE) vuole fare affari e subito.

La ragione è molto semplice. La Germania sta crescendo solo dell’1,5% nel 2014. Perché? E’ per effetto delle isteriche sanzioni imposte da Washington, che stanno danneggiando gli affari dei tedeschi. La Merkel ha finalmente capito il messaggio. O almeno sembra averlo capito.

La prima tappa verso un accordo duraturo riguarda l’energia. Questo venerdì, c’è (stato) un incontro chiave a Mosca tra funzionari russi ed europei (UE) proprio su temi energetici, poi, la prossima settimana, ci sarà un incontro tra funzionari UE, russi e ucraini. Il Commissario della UE per l’energia, Gunther Oettinger, che era a Minsk, vuole stipulare un accordo provvisorio per assicurarsi che i flussi di gas russo, il prossimo inverno, possano attraversare l’Ucraina e raggiungere l’Europa. Il Generale Inverno, ancora una volta, decide ogni guerra.

Qui, in sostanza, abbiamo la UE – non la Russia – che dice al presidente ucraino Petro Poroshenko di smetterla con questa sua “strategia” perdente di insistere su una lenta pulizia-etnica dell’Ucraina orientale.

Mosca ha sempre insistito sul fatto che la crisi dell’Ucraina è un problema politico e che ha bisogno di una soluzione politica. Mosca potrebbe accettare una soluzione di decentramento che tenga in considerazione gli interessi – e i diritti linguistici – della gente di Donetsk, Lugansk, Odessa, Kharkov e non incoraggia nessuna secessione.

Poroshenko, d’altra parte, è il tipico oligarca ucraino che balla in mezzo agli altri oligarchi. Ora che è in alto, non vuole rischiare di farsi ammazzare per strada. Ma potrebbe esserlo, se continuerà a fidarsi del sostegno dei neo-nazisti del Sektor destro e di Svoboda, perché con loro non si arriverà mai a nessuna soluzione politica.

L’Impero del Caos, manco a dirlo, non vuole una soluzione politica – Una Ucraina neutrale, economicamente legata sia alla UE che alla Russia e parte di una integrazione economico-commerciale con tutta l’Eurasia è un anatema.

E’ tutta una questione della NATO

In parallelo, ogni diplomatico UE che abbia una coscienza – non ci crederete ma ne esistono – sa che l’isteria-senza-fine fondata sul ‘rischio russo’ per l’Europa orientale è un mito spacciato da Washington, che serve solo a rafforzare la NATO. Il Segretario Generale Anders Fogh of War’ Rasmussen abbaia questo ritornello di continuo come un CD graffiato.

Non sembra essere un segreto per nessuno a Bruxelles che i grandi poteri europei semplicemente non vogliono che ci siano delle basi permanenti della NATO in Europa orientale. Francia, Italia e Spagna sono decisamente contrarie. La Germania è ancora seduta sul muretto, in attesa di capire bene come non inimicarsi né la Russia né gli USA. Inutile dire che il “rapporto speciale” anglo-americano è d’accordo per l’esistenza delle basi ed è appoggiato anche con una isteria scatenata da Polonia e Stati baltici – Estonia, Lettonia e Lituania.

Così Fogh of War – il cane da guerra – scivola sul prevedibile, quando parla di “rinforzi immediati”, di strutture di accoglienza”,di “pre-posizionamento dei rifornimenti, delle attrezzature, di preparazione delle infrastrutture, di basi e del quartier generale” e di “una presenza più visibile della NATO.” Questo dimostra graficamente, ancora una volta, che all’Impero del Caos non è mai importato un cavolo di questa maledetta Ucraina; è tutta una questione di espansione della NATO – questo sarà il punto chiave su cui si parlerà la prossima settimana al vertice del Galles.

L’impostazione neoliberale ormai data agli asset, una privatizzazione senza esclusione di colpi e un selvaggio saccheggio a titolo definitivo dell’ Ucraina, il tutto travestito da prestiti e ‘aiuti’, è ormai un processo inarrestabile. Eppure, aver preso il controllo dell’agricoltura e del potenziale energetico dell’Ucraina non sembra essere ancora sufficiente per l’Impero del Caos. Vuole indietro anche la Crimea (che in futuro dovrà essere la base NATO di Sebastopoli …). Vuole schierare un sistema di difesa missilistica in Polonia e nei paesi baltici e poi non gli dispiacerebbe anche che cambiasse il regime in Russia.

E poi c’è il volo MH17. Se – meglio prima che dopo – si dimostrerà che l’Impero del Caos ha ingannato l’Europa imponendo sanzioni controproducenti, basate su prove più che inconsistenti, l’opinione pubblica tedesca costringerà la Merkel ad agire di conseguenza.

La Germania si è mossa in segreto dietro il vertice di Minsk, vediamo ora se si muoverà in segreto anche dietro il prossimo vertice del Galles. Alla fine toccherà alla Germania impedire che la Guerra Fredda 2.0 divampi ogni giorno di più in tutta Europa.

Pepe Escobar è corrispondente per Asia Times di Hong Kong, analista per RT e TomDispatch, frequenta abitualmente siti web e programmi radiofonici degli USA e dell’Asia orientale.

Traduzione di Bosque Primario.

Fonte: http://rt.com

Link: http://rt.com/op-edge/183328-minsk-wales-ghttp://rt.com/op-edge/183328-minsk-wales-germany-key/ermany-key/

28.08.2014

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