Fonte: Globalist
“I contagi sono gli stessi di marzo, ma allora erano solo la punta dell’iceberg. Dobbiamo portare i test a 400mila al giorno”. A parlare è Andrea Crisanti, il professore di Padova, padre del modello-veneto, che è stato incaricato dal Governo per un piano tamponi. Sul Corriere della Sera racconta il suo “Piano tamponi” e spiega quale è la verità sui numeri.
Più persone si incontrano e più aumenta la probabilità di infettarsi. E così i numeri sono gli stessi di febbraio-marzo. Ma quali sono le differenze?
Questa ripresa della trasmissione presenta tuttavia delle differenze rispetto a quanto abbiamo osservato durante i terribili mesi di febbraio, marzo e aprile (è sotto gli occhi di tutti): la maggior parte delle persone infette sono giovani in grande maggioranza asintomatici o con sintomatologia molto lieve. E, cosa confortante, il numero delle persone ricoverate nei reparti Covid e rianimazione aumenta di poche unità al giorno senza mettere sotto pressione il sistema sanitario.
I numeri raccontano che c’era una sottostima della realtà.
Nella fase attuale, consapevoli del fatto che le persone infette possano essere asintomatiche o presentare una sintomatologia lieve, si eseguono test a persone che prima sarebbero state trascurate e quindi i dati sono molto più rappresentativi della reale trasmissione del virus. A questo punto i conti tornano. I casi di questi giorni sono circa dalle 15 alle 20 volte inferiori a quelli delle prime settimane della pandemia calcolati tenendo conto del contributo degli asintomatici e dei casi lievi. Se moltiplichiamo i numeri di ricoverati in terapia intensiva e i morti giornalieri di questi giorni per 15 ci avviciniamo ai valori di febbraio-marzo.
Altro elemento da considerare è che gli anziani hanno adottato comportamenti molto prudenti per evitare la trasmissione e allo stesso tempo le case di riposo sono oggetto di misure molto più rigorose.
Il grande problema nel contrastare la diffusione del virus è la elevata frequenza di soggetti asintomatici che possono inconsapevolmente trasmettere l’infezione. L’identificazione degli asintomatici è proprio la sfida che abbiamo davanti per evitare che i casi aumentino vertiginosamente fino al punto di rottura. (…) . È dunque questa urgenza che mi ha indotto a presentare, su invito di alcuni membri del governo, un piano che conduca a incrementare, fino a quadruplicare su scala nazionale, la capacità di fare tamponi superando le barriere e divisioni regionali che hanno generato una insensata panoplia di iniziative e adozioni tecnologiche che sicuramente generano confusione e in alcuni casi sono controproducenti.