di Franco Bartolomei – 9 luglio 2014
Cari Compagni,
questo risultato del PD di Renzi al 40% sancisce il punto di arrivo di una svolta centrista del baricentro politico del paese che caratterizzera’ per un lunghissimo il quadro di governo del paese . E’ un risultato che , unico caso in Europa, riassume in un solo partito (con la sola appendice del NCD e dei minuscoli reduci Montiani) uno spazio elettorale pressoche’ coincidente con quello che sottende l’accordo del resto d’europa tra i Popolari, i Liberali, ed i Socialdemocratici. E’ un risultato che sancisce… la fine del bipolarismo imperfetto della II Republica, la fine della sinistra come componente di massa del nostro sistema politico, e la nascita di un sistema politico, garantito dalla riforma elettorale in cantiere, nuovamente imperniato su un blocco centrale di governo pressoche’ inamovibile . E’ un risultato che blinda la direzione politica del PD Renziano verso la ricostituzione di un blocco elettorale di natura tendenzialmente centrista- democratico, all’interno del quale si porta definitivamente a compimento la logica trasformazione dei vecchi diessini in una sua subalterna componente di ispirazione simil – blairiana, priva di autonomia politica e culturale.
Questo nuovo blocco di governo si muovera’ nel solco di una gestione moderata del paese secondo i dettami della nuova gestione dell’economia occidentale, impostata in modo probabilmente piu’ flessibile dalle nuove autorita’ monetarie europee ed internazionali, in cui Draghi rappresenta il piu’ intelligente punto di congiunzione tra le necessita’ del sistema bancario internazionale e le esigenze di governo delle economie avanzate. I Socialisti Italiani in tutto cio’ cesseranno di esistere come soggetto autonomo, rendendo esplicita quella loro attitudine alla collateralita’ che ne ha caratterizzato il ruolo in tutta la II repubblica, purtroppo da ben prima che Nencini facesse di necessita’ virtu’ coprendosi con la copertina, per la verità sempre piu’ logora, della nostra appartenenza al PSE. Non a caso Il risultato dei candidati Socialisti nella lista del PD e’ stato disastroso, come prevedibile.
L’unica nota lieta e’ il raggiungimento del quorum della lista Tsipras, alla quale questo risultato elettorale complessivo affida compiti molto piu’ grandi delle sue attuali spalle. Per noi della Sinistra Socialista questo risultato costituisce uno stimolo in piu’ a continuare nel nostro disegno di costruire una nuova forza Socialista alternativa al PD, riunendo a partire dai territori i Socialisti e tutte le forze che hanno contribuito al buon risultato della lista Tsipras. Le “Case per la Sinistra Unita”, trasformate in un progetto di aggregazione nazionale e non piu’ solo un esperimento romano, allo stato attuale sono lo strumento concreto che possiamo attivare per tentare di arrivare alla costituente della nuova forza della sinistra. La costituzione di una nuova sogettivita’ politica a sinistra del PD e’ in effetti un processo molto complesso che necessita’ di una omogeneita’ politica ancora tutta da costruire, e che non puo’ essere affidato solo ai diversi e conflittuali gruppi dirigenti sopravvissuti alla sconfitta della vecchia Rifondazione, ma necessita’ della presenza primaria e centrale di una forte componente Socialista. Inoltre SeL, come gia’ fatto altre volte, con la posizione di ieri di fatto si e’ sottratta per ora, per salvaguardare la sua unita’ interna, al processo costituente, le forze della ex rifondazione da sole non bastano a far decollare un progetto del genere, e lo stesso Tsipras, ovviamente, non potra’ entrare nei processi di politica interna italiana , e sopratutto avra’ bisogno di un buon accordo con Renzi, utile alla sua politica di avvicinamento al governo greco.
Un processo costituente a sinistra fondato su un rapporto esclusivo tra Rifondazione e Sel, oltre a rischiare di non nascere nell’immediato, darebbe comunque un respiro corto ad una operazione di ricostruzione della sinistra italiana che dovrebbe avere una ben piu’ ampia portata, per cui noi Socialisti se non assumiamo una forte iniziativa per condizionare la qualita’ e la pluralita’ di tutto questo processo rischieremmo seriamente di rimanere in mezzo ad un guado, tra una sinistra ufficiale fagocitata in toto da Renzi , ed una riedizione in piccolo della originaria Rifondazione, riproducendo quella stessa situazione che si sarebbe creata se avessimo aderito alle scorse elezioni politiche alla lista Ingroia, che riuscimmo ad evitare a caro prezzo interno solo utilizzando una nostra candidatura Socialista alle regionali del Lazio , ed azzeccando le previsioni politiche sulla sconfitta di Bersani. Le “Case per la Sinistra Unita” costituiscono in questo senso un momento di aggregazione dalla base, aperta ed unitaria, tra i compagni appartenenti a diverse componenti politiche della sinistra che si riconoscono in questo disegno di fondo, che si pone l’obiettivo di costruire un tessuto nuovo di rapporti politici ed organizzativi su cui innestare il futuro processo costituente nazionale, anticipandone dal basso il lavoro di elaborazione politica e di costruzione organizzativa diffusa sul territorio.
Tutto questo mentre nel PSI, di fatto ormai morto come soggetto politico reale , ci sara’ poco da fare in questi prossimi tre anni, in cui Nencini, come fatto gia’ in passato, simulera’ una ripresa di autonomia fasulla, che cancellera’ alle prossime politiche tornando nelle liste PD (ora divenuto PSE), se non addirittura fin dalle prossime regionali laddove il Partito e’ troppo debole per fare la lista da solo. Purtroppo per noi oggi un margine per ricostruire un quadro come quello del congresso di Venezia ,migliorando le nostre posizioni interne nel Partito, non c’e piu’, perche’ l’adesione al PSE di Renzi, ed il suo successivo successo elettorale ,consolidano la posizione di Nencini, in un partito retto da amministratori , politici professionisti, molto furbi nella tutela del loro staus, nel quale la passione vera per l’autonomia e l’identita’ socialista e’ solo un giocattolino buono per i pochi militanti in buona fede rimasti, che si fanno gabbare da Nencini ad ogni suo alito minuscolo di iniziativa politica. Inoltre il vecchio e radicato sub strato culturale dell’anticomunismo Craxiano permane duro a morire bloccando ogni nostro tentativo di forzare sulla costituente a sinistra, per cui l’unico nostro attacco che potrebbe trovare consensi puo’ avvenire solo su una posizione rigorosamente identitaria, come avvenuto all’ultimo CN, che in ogni caso non e’ la nostra, e che comunque ci porterebbe fuori dal nostro progetto di fondo. La linea della autonomia Socialista infatti, ancor piu’ alla luce della vittoria elettorale di Renzi , finirebbe alla prova dei fatti per riportare il Partito , per stato di necessita’, come gia’ avvenuto alle politiche ed alle primarie del 2012/ 2013 con la non presentazione di un socialista, ad un nuovo ingresso nelle liste del PD alle prossime elezioni politiche.
Tra l’altro in Direzione tutti i compagni tradizionalmente sostenitori di posizionifortemente identitarie si sono astenuti proprio perche’ non hanno ragioni frontali di opposizione al rapporto con il PD, ritenendo la sua adesione finale al PSE un passo determinante sul terreno di una appartenenza che ritengono condizione prima per qualsiasi atto politico. Questo e’ il quadro esistente, e questo spiega la mia personale volonta’ smettere di inseguire Nencini in una marcatura defatigante sul suo terreno ,che qualche denigratore, per ritagliare scientificamente per se ‘, o per la sua organizzazione, uno spazio sulla nostra pelle, scambia in modo interessato per cedimento nella contrapposizione interna alla linea della segreteria Nencini, figuriamoci poi di fronte ad una proposta come quella di estendere il patto federativo con il PD alle realta’ territoriali, che riproduce su tutta Italia l’esempio autodistruttivo delle regionali Piemontesi e del risultato debolissimo dei 4 socialisti nella lista del PD alle europee.
Pur di fronte alla confusione del quadro di riferimento nel quale siamo costretti ad agire restiamo ,comunque ,sempre piu’ convinti di due cose:
1) Che Lo schema dei riferimenti politici europei non puo’ essere risolto per i Socialisti nella dialettica PSE -PPE , a maggior ragione dopo il voto di Francia Italia e Grecia , ed il compito della Sinistra Socialista deve essere quello di costruire con tutta la Sinistra Socialista Europea, ormai parimente appartenente ad entrambi gli schieramenti esistenti, PSE e GUE, un tessuto unitario attorno ad una comune progetto di riforma degli assetti economici ed istituzionali dell’Unione.
2) Che solo da una ridefinizione del rapporto tra Comunisti e Socialisti, che porti ad una loro nuova comune soggettivita’ politica sulla base di un ripensamento critico delle loro rispettive esperienze , puo’ rinascere la sinistra nel nostro paese, ne’ piu’ ne’ meno come gia’ avvenuto in Francia, Grecia, e Germania, sulla base di una acquisizione chiara della consapevolezza che solo un impostazione fondata sull’impianto politico e teorico del Socialismo di Sinistra, italiano ed europeo, puo’ consentire la ricostruzione di una nuova forza politica a sinistra del PD sufficentemente rappresentativa e credibile.
Per questo riteniamo che le “Case per la Sinistra unita” possano essere un primo progetto concreto, e realizzabile nell’immediato, per lavorare a questo grande disegno di rinascita della Sinistra , in Italia ed in Europa, ed alla luce delle difficolta’ esistenti siano, di fatto, l’unico tentativo serio di far vivere un progetto del genere attraverso un rapporto unitario, diretto e nuovo, tra diverse componenti di provenienza Socialista e Comunista.
Franco Bartolomei